Il 1 Maggio si celebra la Festa del Lavoro e dei lavoratori. Questa data è stata stabilita a Parigi nel 1889 e si riferisce ad un episodio avvenuto nel 1886 Chicago. Quel giorno, infatti, negli Stati Uniti ci fu uno sciopero generale con il quale i lavoratori rivendicavano condizioni di lavoro migliori.
I turni di lavoro – che coprivano anche 16 ore al giorno per sei giorni alla settimana – erano svolti dagli operai senza alcuna forma di protezione. La protesta – che ha fatto la storia come la rivolta di Haymarket – andò avanti per tre giorni e degenerò nel caos con uno scontro armato tra gli scioperanti e la polizia di Chicago, dove undici persone persero la vita.
Durante il primo congresso della Seconda Internazionale (Parigi, 1889), fu proposta l’idea di una manifestazione con l’obiettivo di richiedere una giornata lavorativa di 8 ore. La scelta della data tenne conto dell’episodio di Chicago e si decise di celebrare il lavoro e i lavoratori il 1 Maggio.
1 Maggio, Festa del Lavoro e dei lavoratori
Così facendo il 1 Maggio è diventato un simbolo delle rivendicazioni operaie e di lavoratori che hanno lottato, anche a costo della vita, per ottenere condizioni di lavoro più umane. Dal 1947 la Festa del Lavoro e dei lavoratori divenne ufficialmente festa nazionale italiana.
Nelle diverse epoche, molti artisti hanno rappresentato su tela, quadri-denuncia sulle condizioni in cui vivevano i lavoratori. Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, infatti, sono molte le opere che testimoniano l’impegno sociale degli artisti verso questa problematica.
Per ottanta centesimi! (1895 – 1897) è un dipinto di Angelo Morbelli – protagonista del divisionismo italiano – che ha realizzato con l’intento di rappresentare il duro lavoro delle mondine nelle risaie di Vercelli. Il lavoro delle mondine si svolgeva stagionalmente tra la fine di aprile e gli inizi di giugno e durante questo periodo le piante di riso venivano mondate e trapiantate.
Per ottanta centesimi! di Angelo Morbelli
Il dipinto ha subito una travagliata elaborazione, come testimoniano la lettere fra l’artista e Giuseppe Pellizza da Volpedo. Iniziato nel 1893, fu esposto nel 1895 alla Biennale di Venezia. La tela gioca un ruolo importante per la collezione, soprattutto per il soggetto fortemente legato al territorio di Vercelli. Il dipinto venne acquistato dal Museo Borgogna nel 1912 – diventandone uno dei maggiori capolavori.
Il titolo pone l’attenzione sui salari ridotti delle lavoratrici in risaia. Sono questi gli anni (1906) in cui vengono organizzati a Vercelli i primi scioperi per il raggiungimento di 8 ore di lavoro e di una retribuzione più equa dei salari. Nell’opera le mondine sono disposte su due file e si muovono all’indietro.
Per ottanta centesimi! di Angelo Morbelli – struttura dell’opera
Sono ritratte di schiena, vestite con abiti dalle cromie scure, con le gambe immerse nell’acqua, intente a trapiantare il riso. L’artista si è servito della fotografia come mezzo per elaborare il dipinto, poiché le immagini fotografiche erano in grado di catturare un tipo di illuminazione che poteva essere facilmente rielaborata in studio.
Infatti, il taglio fotografico esclude dalla scena la rappresentazione del cielo, che appare riflesso sull’acqua attraverso vibranti pennellate. Il verde risulta essere il colore più distribuito sulla tela così come evidente dalla superficie che è totalmente occupata dalle piantine di riso. Il dipinto è il risultato di una stratificazione di tanti colori, segno che Angelo Morbelli ha ripreso più volte il lavoro.
Per ottanta centesimi! è un’opera dal tratto marcatamente divisionista, evidente dall’apposizione del colore su tela attraverso punti o filamenti. Angelo Morbelli dipinse su una tela artigianale tessuta a mano con trama obliqua. L’artista preparò la superficie destinata alla pittura con una imprimitura tendente al blu in basso e al verde in alto. Il punto di vista è alto e la coltivazione occupa tutta la superficie dell’opera fino a quasi il bordo superiore.
Cresciuto a contatto con le risaie di Vercelli, Angelo Morbelli è sempre particolarmente sensibile al tema del lavoro. Ciò che emerge nell’opera Per ottanta centesimi! è non solo la durezza, ma anche la sofferenza che traspare dai corpi chinati sull’acqua.