Il 10 luglio 48 a.C. iniziò nei pressi di Durazzo (Albania) la Battaglia di Dyrrhachium tra gli eserciti di Gneo Pompeo e quelli di Gaio Giulio Cesare nel corso della seconda guerra civile di Roma. La battaglia fu uno scontro cruciale nella guerra civile romana, nonostante Pompeo abbia ottenuto una vittoria tattica, la battaglia non fu decisiva per l’esito della guerra.

10 luglio 48 a.C., alcuni dettagli della battaglia
La battaglia avvenne nel contesto della Seconda Guerra Civile romana, quando Cesare e Pompeo si contendevano il potere a Roma. Cesare cercò di assediare Pompeo a Dyrrhachium, ma quest’ultimo riuscì a rompere l’assedio e a mettere in difficoltà le forze cesariane, costringendo Cesare a ritirarsi.
Pompeo vinse la battaglia, ma non sfruttò appieno il successo, permettendo a Cesare di riorganizzarsi e di spostare la guerra in Tessaglia. Nonostante la vittoria di Pompeo, la battaglia non fu decisiva, poche settimane dopo, a Farsalo, Cesare inflisse una sconfitta decisiva a Pompeo, segnando un punto di svolta nella guerra civile.
La battaglia
Come già accennato abbondantemente poc’anzi, la Battaglia di Dyrrhachium fu combattuta nell’estate del 48 a.c. nei pressi di Dyrrhachium (Durazzo, Albania) tra gli eserciti di Gneo Pompeo Magno e quelli di Gaio Giulio Cesare nel corso della Seconda Guerra Civile di Roma.
Gneo Pompeo fuggì dalla penisola Italica senza combattere, allarmato dalla caduta delle città che si erano opposte a Cesare; inizialmente si rifugiò in Puglia, per poi raggiungere con la flotta la penisola balcanica e riorganizzare le forze di terra e navali.
Egli in totale disponeva di undici legioni, di cui almeno cinque piuttosto efficienti, ma la maggior parte era ancora da addestrare, seppur molto affiatate. La superiorità militare di Pompeo stava nel campo navale, dove disponeva di circa cinquecento navi da guerra. Basti pensare che il comandante delle navi Marco Calpurnio Bibulo aveva raggruppato oltre centodieci navi nel quartier generale di Corcyra.
Bibulo conosceva bene Cesare per essere stato console con lui nel 65 a.c., ma quest’ultimo lo esautorò dal comando, e Cesare riuscì, nel 59 a.c., a diventare console grazie al denaro di catone e dei senatori che corruppero gli elettori (Gli affari del Signor Giulio Cesare di Bertolt Brecht). Fu per questo motivo che Bibulo provava del rancore nei confronti di Cesare, e con tutto tutto se stesso si preparava a distruggerlo.
Le legioni pompeiane dopo aver lasciato l’accampamento estivo sull’Aliakmon, marciavano da Tessalonica verso Durazzo dove Pompeo voleva porre il suo comando supremo; invece due legioni al comando di Metello Scipione erano ancora presso il regno di Pergamo, dove non era previsto il loro arrivo fino alla primavera del 48 a.c..
Dvrrhachium (noto anche come Epidamnus, Durazzo in Albania moderna) si trova all’inizio della Via Egnatia, la strada romana che collegava il Mar Adriatico in Macedonia e sul Mar Egeo.
Ma perché questo scontro e la Seconda Guerra Civile a Roma? Il motivo era la fine della Repubblica Romana con a capo Cesare come dittatore, o di una Repubblica con un forte leader militare, come proposto da Pompeo.
Nel gennaio del 49 a.C., Cesare aveva invaso l’Italia al Rubicone e Pompeo aveva evacuato l’Italia, non potendo essere difeso contro i soldati esperti di Cesare (17 marzo). Dopo una campagna lampo in Spagna, dove sconfisse diverse legioni fedeli a Pompeo, Cesare portò la sua attenzione alla Grecia, dove il suo avversario stava costruendo un nuovo esercito di nove legioni. Voleva invadere l’Italia e aveva bisogno di Dyrrhachium come sua base.
Quando la campagna ebbe inizio, Pompeo stava ancora raccogliendo il suo esercito in una zona del sud-est di questo porto. Nel gennaio del 48 a.c. le XII Legio e Legio XI attraversarono lo stretto di Otranto da Brundisium all’Epiro, anche se decimata da un’epidemia che aveva colpito la zona.
Cesare disponeva di undici legioni (V Alaudae, VI Vitrix, VII Claudia, VIII, IX Hispana, X Fratensis, XI Claudia, XII Fulminata, XIII, XIV Gemina, XXVII), ma non era in grado di trasportarne più di sette sul Mar Adriatico. Avendo sbarcarono da Apollonia, a sud di Dyrrhachium, e inviato due legioni a est per evitare che Pompeo ricevesse rinforzi. Con le restanti cinque unità, Cesare marciò verso nord e si accampò tra Pompeo e Dyrrhachium. Pompeo rifiutò la battaglia, i suoi uomini non erano ancora pronti.
Cesare iniziò a costruire fortificazioni per impedire ai soldati di Pompeo di ottenere cibo dalle campagne circostanti, per ostacolare la cavalleria, dando l’impressione che Pompeo fosse assediato. Così, gli uomini di Cesare fecero un’opera colossale: costruirono ventiquattro porte e un muro di 22 Km.
Pompeo, intanto, costruiva a sua volta opere di difesa. Ci sono stati diversi scontri tra le due forze romane, in cui la IX legione di Cesare soffrì parecchie perdite. Nella sua Storia della guerra civile, Cesare asserì che durante un attacco in un fortino a sud, un centurione ricevette non meno di centoventi colpi sul suo scudo, una prova della disciplina e il morale alto dei legionari.
Gli errori di Cesare vennero pagati in vite umane, aveva dato Pompeo la possibilità di addestrare i suoi soldati e non aveva ancora una linea di comunicazione con la penisola Italica. Eppure, i suoi uomini erano rimasti disciplinati e motivati, dimostrandolo, poi, a Farsalo. La parte meridionale delle fortificazioni di Cesare erano ancora incompiute, e Pompeo doveva staccarsi dal suo campo prima che l’anello si fosse chiuso.
Ciò diventò ancora più urgente quando il luogotenente di Cesare, Marco Antonio arrivò con le restanti quattro legioni. Durante la notte del 7 luglio, Pompeo ordinò ai suoi soldati di attaccare la parte incompiuta delle fortificazioni di Cesare.
Le cose precipitarono quando Pompeo riuscì a organizzare un attacco combinato in tre punti diversi, Cesare subì forti perdite e ci furono cedimenti sull’ala sinistra delle fortificazioni. Cesare preferì rinunciare alla guerra d’assedio e ripiegare con le sue forze a est verso la Tessaglia, sarebbe stato inseguito, ma sul terreno che avrebbe deciso lui.
La vittoria di Pompeo fu di scarsi risultati, anche per le indecisioni del generale che, conoscendo l’astuzia di Cesare, temette che la fuga delle sue legioni fosse una manovra tesa a preparargli una trappola. Cesare poté quindi riorganizzare le sue legioni e trasferire i combattimenti nelle pianure aperte della Tessaglia, dove avrebbe potuto esercitare le sue grandi doti di stratega, e dove conseguì dopo poche settimane la decisiva vittoria di Farsalo.