Il 12 marzo 1863 nasceva a Pescara Gabriele D’Annunzio, uno dei più grandi scrittori, poeti e drammaturghi italiani. Figura poliedrica e controversa, fu protagonista della scena letteraria e politica del suo tempo, influenzando profondamente la cultura italiana tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento.
Gabriele D’Annunzio: l’infanzia e la formazione
D’Annunzio nacque in una famiglia benestante e sin da giovane mostrò un talento eccezionale per la scrittura. Studiò presso il Liceo Cicognini di Prato, dove sviluppò una passione per la letteratura classica e romantica. Ancora studente, pubblicò la sua prima raccolta poetica, “Primo vere” (1879), segnando l’inizio di una carriera straordinaria. Dopo il liceo si trasferì a Roma per frequentare l’Università La Sapienza, ma abbandonò gli studi per dedicarsi completamente alla scrittura e al giornalismo. La sua personalità carismatica e il suo stile di vita sfarzoso lo resero una figura affascinante e discussa.
L’ascesa letteraria e il Decadentismo
D’Annunzio divenne uno degli esponenti principali del Decadentismo italiano, movimento letterario che esaltava il culto della bellezza, il piacere e il genio individuale. Tra le sue opere più celebri figurano i romanzi “Il piacere” (1889), “L’innocente” (1892) e “Il trionfo della morte” (1894), che esplorano temi di passione, estetismo e crisi esistenziale. In ambito poetico, si distinse con raccolte come “Alcyone” (1903), parte del ciclo de “Laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi”, che celebra la natura e la sensualità con uno stile evocativo e musicale.
Il patriottismo e l’impresa di Fiume
D’Annunzio non fu solo uno scrittore, ma anche un fervente nazionalista. Durante la Prima Guerra Mondiale, si arruolò volontario distinguendosi in diverse missioni eroiche, tra cui il celebre Volo su Vienna del 1918, in cui lanciò volantini propagandistici per incitare la popolazione nemica alla resa. Nel 1919, guidò l’Impresa di Fiume, occupando la città con un gruppo di legionari per protestare contro le decisioni del Trattato di Versailles. L’episodio, seppur conclusosi con un fallimento, consolidò il mito di D’Annunzio come figura rivoluzionaria e avanguardista.
L’ultimo periodo e l’eredità culturale
Negli ultimi anni della sua vita, D’Annunzio si ritirò nella sua residenza sul Lago di Garda, il Vittoriale degli Italiani, un complesso monumentale che oggi è un museo dedicato alla sua memoria. Morì il 1º marzo 1938, lasciando un’impronta indelebile nella letteratura e nella cultura italiana. Il suo stile unico, la sua passione per la bellezza e il suo spirito patriottico lo rendono ancora oggi una delle figure più affascinanti e discusse della storia italiana.