Il 14 gennaio 1919 nasceva a Roma Giulio Andreotti, una delle figure più influenti e controverse della storia politica italiana. Con una carriera durata oltre sei decenni, Andreotti ha segnato profondamente il panorama politico del Paese, ricoprendo ruoli di grande rilievo e suscitando dibattiti accesi su molti fronti.
La carriera politica di Giulio Andreotti
Giulio ha mosso i primi passi nella politica durante la sua giovinezza, entrando nelle file della Democrazia Cristiana (DC), il partito che avrebbe dominato la scena politica italiana nel dopoguerra. Fu tra i collaboratori più vicini ad Alcide De Gasperi, partecipando attivamente alla stesura della Costituzione Italiana.
Durante la sua lunga carriera, ha ricoperto numerosi incarichi di governo. È stato Presidente del Consiglio dei Ministri per ben sette mandati non consecutivi e ha svolto il ruolo di Ministro in vari dicasteri, tra cui quello degli Esteri, della Difesa e delle Finanze. Il suo approccio pragmatico e la sua abilità nel tessere rapporti con alleati e avversari politici gli valsero il soprannome di “Divo Giulio”.
Nonostante il successo politico, la figura di Andreotti è sempre stata accompagnata da ombre e polemiche. Fu al centro di numerose indagini giudiziarie, tra cui il celebre processo per associazione mafiosa. Sebbene il procedimento abbia sollevato questioni spinose sulla commistione tra politica e criminalità organizzata, Andreotti fu assolto per i fatti successivi al 1980 e le accuse per il periodo precedente caddero in prescrizione. Questo esito non ha mai del tutto spento le discussioni sul suo operato.
Andreotti ha lasciato un segno indelebile nella politica italiana, incarnando un’epoca in cui compromessi e strategie diplomatiche erano strumenti essenziali per governare. Amato e criticato in egual misura, il suo nome è diventato sinonimo di potere politico.