Qual’è la tua sitcom preferita? La mia è Scrubs. In assoluto!
Scrubs è una sitcom rivoluzionaria e innovativa che ha ispirato tantissime altre sitcom e non solo, grazie all’introduzione dell’introspettivo monologo interiore del protagonista, la sua voce-pensiero e soprattutto le clip delle fantasie del protagonista.
Ufficialmente, la serie vanta 9 stagioni, ma i puristi della serie converranno con il pensiero del creatore Bill Lawrence per cui la serie finisce con l’ultimo episodio dell’ottava stagione; la nona stagione, infatti, è ambientata nell’ospedale ormai universitario e narrata dalla voce-pensiero di Lucy Bennet (la studente protagonista), in cui ci sono molti personaggi estranei alle stagioni precedenti e i personaggi originali appaiono poche volte.
Il titolo della serie è un gioco di parole: con i termini “scrubs” e “to scrub”, infatti, si indica la divisa indossata da medici e infermieri, la pratica chirurgica di lavarsi accuratamente le mani prima di un intervento, ma anche una persona insignificante o di poco conto che in questo caso può essere tradotto con “principianti”, o meglio “pivelli”, appellativo con cui il Dottor Cox si rivolge spesso al protagonista J.D., quando non lo chiama con nomi femminili.
La sitcom narra delle vicessitudini professionali e personali di J.D. medico tirocinante presso l’ospedale Sacro Cuore e che diventerà medico e specializzato nel corso delle stagioni. Egli inizia il tirocinio insieme al suo miglior amico Chris Turk, tirocinante in chirurgia e coinquilino; i due conoscono sul luogo di lavoro quelle che diventeranno le rispettive fidanzate: Elliot Reid, dottoressa che inizia lo stesso giorno dei due e Carla Espinosa, infermiera esperta. Altri colleghi su cui è incentrata la storia sono il Dott. Perry Cox e il primario Robert Kelso.
La struttura di Scrubs
Tutti gli episodi iniziano con un prologo di J.D. in cui racconta la prima parte della sua riflessione su ciò che accade nella vita, dopo di che inizia la sigla della serie. L’episodio termina allo stesso modo, con J.D. che conclude la sua riflessione con un epilogo che in qualche modo lega tutte le storie principali e secondarie raccontate.
La struttura interna degli episodi è altrettanto particolare: la storia principale vede J.D. e gli altri specializzandi che cercano di curare un determinato paziente e parallelamente vengono raccontate vicende della vita quotidiana dei vari personaggi principali.
Fantasia e realtà si alternano in ogni episodio: il protagonista dà vita a situazioni surreali e grottesche ricollegate alla realtà ospedaliera, tramite delle fantasie della sua mente che vengono visualizzate tramite delle clip. Questa tecnica di racconto viene utilizzata in tutti gli episodi delle prime otto stagioni, alternata con uno o più flashback attraverso i quali si ha modo di scoprire cosa sia successo nelle vite dei personaggi.
Durante tutto l’episodio inoltre si sentono i pensieri di J.D. su ciò che gli sta accadendo. Nell’episodio Il mio finale, inoltre, viene fatto uso di un flashforward che ci presenta la vita dei personaggi nel loro futuro.
La quasi totalità dei titoli degli episodi delle prime otto stagioni, narrate da J.D., iniziano con «My…» («Il mio…», «La mia…», «I miei…», «Le mie…»). A partire dalla seconda stagione si sono avute parziali eccezioni a questo schema narrativo, in quanto sono stati inseriti sporadici episodi narrati da altri personaggi: «His Story» (narrato dal Dottor Cox), «His Story II» (Turk), «Her Story» (Elliot), «Her Story II» (Carla), «His Story III» (Inserviente), «His Story IV» (Kelso), «Their Story» (Jordan, Ted e Todd) e «Their Story II» (specializzandi); generalmente, il pretesto per il cambio di punto di vista è il fatto che, all’inizio dell’episodio, J.D. ha toccato o urtato accidentalmente il nuovo narratore. I titoli degli episodi della nona stagione, invece, iniziano con «Our…» («Il nostro…», «La nostra…») e sono raccontati da Lucy.
Nelle serie vengono fatte numerose citazione ad altre opere televisive, cinematografiche e letterarie.
I personaggi principali
John Michael Dorian, meglio noto come J.D. è stato ispirato da Jonathan Doris, consulente medico della serie e compagno di college del produttore Bill Lawrence. John Michael Dorian (Zach Braff) è la voce narrante della serie. Gli avvenimenti vengono, oltre che mostrati su schermo, raccontati attraverso di lui. Questo espediente narrativo permette di immedesimarsi a pieno nel personaggio facendoci vivere le cose dal suo punto di vista, che spesso non risulta essere quello giusto. JD è anche il collante tra le tante persone che vediamo all’interno dell’ospedale, da un aiuto concreto a Carla e Turk nei momenti di crisi, è una spalla su cui piangere per Elliott, diventa spesso il motivo d’esistenza per l’inserviente, ed è la persona su cui il Dottor Cox può contare sempre e comunque. È un inguaribile sognatore, “dote” che lo porta ad estraniarsi spesso dalle conversazioni salvo poi “tornare” esclamando frasi assurde e totalmente fuori contesto. Tutti i rapporti che JD vive, ogni avvenimento che accade vengono trasformati in un insegnamento, in una morale da imparare.
Christopher Duncan Turk (Donald Faison) o “Turkelton” per il Dott. Kelso, è stato compagno di college di JD, ed è chirurgo nello stesso ospedale in cui JD è medico. I due hanno un rapporto d’amicizia talmente forte da sembrare fratelli inseparabili. Turk è anche il compagno di Carla e, nonostante un inizio un po’ faticoso, i due risultano la coppia ideale. Egli è un ragazzo afroamericano sportivo e dedito al ballo e ricopre spesso il ruolo di maschio alpha – a differenza del migliore amico – motivo per cui spesso si trova in forte contrasto con il Dottor Cox.
Quando ci vuole, ci vuole! “
Elliot Reid (Sarah Chalke) è amica, fidanzata e collega del protagonista della serie. È inoltre amica di Carla e di Turk , gli altri personaggi principali della serie. È un medico di ruolo specializzato in endocrinologia all’ospedale Sacro Cuore. È ritratta come timida, insicura e ipercompetitiva, mondana e logorroica. La sua insicurezza la porta a sostenere che tutti l’attacchino verbalmente “se solo la intravedono”. Ha un talento innato per parlare a sproposito, per le gaffe e gli scivoloni; inoltre ha la tendenza a raccontare sempre delle storie (perlopiù sventure, cronache di persone a lei vicine, che al termine si suicidano impiccandosi) apparentemente fuori contesto circa la sua infanzia e oltre, che in qualche modo, secondo il suo punto di vista, possono collegarsi all’argomento della discussione.
Carla Espinosa (Judy Reyes) è un’ infermiera esperta che lavora già da anni al Sacro Cuore quando i tre personaggi precedenti iniziano il loro percorso professionale. È nata e cresciuta a Chicago, ma la sua famiglia proviene dalla Repubblica Dominicana. Carla ha iniziato a frequentare Christopher Turk nel primo episodio della serie e lo sposa alla fine della terza stagione; date le sue origini parla fluentemente la lingua spagnola. Malgrado i migliori sforzi di Elliot, Carla inizialmente la detestava, anche se poi sono diventate migliori amiche. Di contro, lei e J.D. (a cui si rivolge affettuosamente chiamandolo “Bambi”) sono molto amici: è molto protettiva nei suoi confronti e prende spesso le sue difese quando il dottor Cox se la prende con lui senza alcun motivo. Si dimostra molto spesso una “saputella” ed esprime il proprio parere su ogni questione anche e soprattutto quando questo non è richiesto. Verso la conclusione della stagione, Carla dà alla luce la sua bambina, Isabella; in seguito resta incinta per la seconda volta, infatti lei e Turk avranno un’altra figlia.
Percyval Ulisses Cox (John C. McGinley), o meglio Dottor Cox è il miglior medico dell’ospedale, cinico, arrogante e dispotico nei confronti di tutti i suoi colleghi di lavoro. È il superiore e mentore di JD, anche se in apparenza odi essere considerato come tale, nel corso delle puntate vediamo come lui ami insegnare agli specializzandi, essendo quella figura paterna di cui JD ha disperatamente bisogno. Rivaleggia continuamente contro il Dottor Kelso, sia per motivi lavorativi che umani, soprattutto quando il primario tratta esageratamente male gli specializzandi, arrivando sempre in loro soccorso. Ha un rapporto speciale anche con l’infermiera Carla, confessando di essere infatuato di lei, anche se il suo grande amore è l’ex moglie Jordan con cui ha una travagliatissima relazione. In apparenza rappresenta il personaggio emotivamente più forte, ma di fronte alle ingiustizie della vita crolla anche lui, sprofondando in un baratro senza apparente via d’uscita. I dialoghi più divertenti e geniali nella serie rimangono i suoi, con i suoi deliranti discorsi spesso senza senso e d’infinita lunghezza.
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Robert Kelso (Ken Jenkis) è il personaggio apparentemente più cattivo di tutti, non si fa scrupoli a licenziare nessuno, o a preferire un paziente ricco ad uno povero. Bob Kelso è il primario di medicina, questo comporta inevitabilmente una serie di responsabilità non conosciute dagli altri, suo è infatti l’arduo compito di mandare avanti l’ospedale, anche a costo di prendere decisioni moralmente discutibili. Nonostante nasconda una sua cattiveria di fondo, lui è un cattivo perché la storia vuole che lo sia, perché le persone hanno sempre bisogno di qualcuno che le unisca nella lotta, e purtroppo questo qualcuno è Bob Kelso. Alla fine, però Kelso riesce anche ad essere un personaggio divertente e la sua cattiveria nei confronti degli altri, si trasforma spesso in una presa in giro esilarante.
Chi ha due pollici e non ti ascolta neanche? Bob Kelso!”
L’inserviente (Neil Flynn). Nemesi vera e propria del protagonista, l’inserviente è un personaggio misterioso, di cui non si sa nulla e non si saprà nulla, nemmeno il nome (nell’ultima puntata dell’ottava stagione dice di chiamarsi Glenn Matthews). Molto bizzarro, trova ogni espediente, fisico e morale, per torturare il nostro povero JD, che non riesce mai a ribellarsi completamente al suo onnipresente oppressore. Il suo rapporto con gli altri personaggi è abbastanza altalenante, non riesce mai veramente ad instaurare un rapporto di normale amicizia con i suoi “colleghi”, complice ovviamente i suoi comportamenti al limite della normalità. Nonostante i numerosi difetti, l’inserviente è un personaggio molto più profondo, e con una sensibilità molto maggiore rispetto alla maggior parte dei personaggi, dimostrando comunque la sua umanità anche con un semplice gesto.
Ted Buckland (Sam Lloyd) è un poco stimato avvocato, viene maltrattato e denigrato così tanto che prova più volte il suicidio buttandosi dal tetto dell’ospedale. Per fortuna desiste, vista la sua “mancanza di coraggio” nel compiere il gesto, ma viene poi deriso nuovamente dal Dottor Kelso. Fa anche parte di un gruppo a cappella dell’ospedale, formato da altri dipendenti. Vive con la madre e soffre la mancanza di una presenza femminile nella sua vita, ma nelle ultime stagioni trova l’amore con Stephanie Gooch, suonatrice di ukulele del reparto pediatrico.
Jordan Sullivan (Christa Miller), membro del consiglio del Sacro Cuore ed ex moglie del Dottor Cox. Nonostante infatti sembri un personaggio spietato e malvagio, nasconde una grande insicurezza, che si riflette sui suoi comportamenti, verso sé stessa e verso gli altri. Il suo rapporto con il dottor Cox è un rapporto ossessivamente malato, che non permette a nessuno dei due di vivere bene senza la presenza dell’altro, ne è esempio la gravidanza di lei, che porterà il burbero dottore ad occuparsene.
Laverne Roberts (Aloma Wright). Personaggio marginale agli inizi della serie, va via via sempre ricoprendo un ruolo più importante. Infermiera dell’ospedale, è una delle migliori amiche di Carla, anche se arriva spesso a ricoprire un ruolo quasi materno, dandole costante supporto nel corso delle puntate. Molto religiosa (motivo di discussione costante con Cox personaggio fortemente ateo), canta nel gruppo gospel della sua chiesa, e spesso giudica i suoi colleghi quando violano i dettami della sua religione. È famosa anche per la sua poca capacità nel mantenere i segreti, di fatti rappresenta la classica pettegola con cui sarebbe meglio non confidarsi.
Per chi non avesse mai avuto il piacere di vedere questa magica serie televisiva, consiglio vivamente di guardarla dall’inizio alla fine (o almeno fino all’ottava stagione). A chi l’avesse già vista, vorrei dire che se non gli fosse piaciuta… è come Hooch!