Il 27 novembre 1924 è una data fondamentale per la storia della Mongolia. In quel giorno, il Paese si dichiarò ufficialmente Repubblica Popolare Mongola, diventando la prima repubblica popolare in Asia Centrale. Questo evento segnò la fine del dominio teocratico e inaugurò un nuovo capitolo nella politica e nella società mongola, sotto l’influenza diretta dell’Unione Sovietica.
Il contesto storico: la lotta per l’indipendenza
Prima del 1924, la Mongolia viveva sotto la guida del Bogd Khan, una figura religiosa e politica. Dopo la caduta della dinastia Qing in Cina nel 1911, il Paese aveva proclamato la sua indipendenza, ma subì una serie di occupazioni da parte della Cina e della Russia.
Con il supporto dell’Armata Rossa e del leader sovietico Vladimir Lenin, la Mongolia riuscì a respingere le forze cinesi e le truppe bianche controrivoluzionarie russe. Nel 1921, il Partito del Popolo Mongolo (MPP) prese il controllo politico del Paese, preparando il terreno per la proclamazione della Repubblica Popolare Mongola tre anni dopo.
L’adozione della Costituzione del 1924 sancì la trasformazione del sistema di governo. Il modello seguiva da vicino l’esempio sovietico, con la creazione di un parlamento e l’abolizione del ruolo predominante della religione nella politica.
Nonostante la sovranità ufficiale, la Repubblica Popolare Mongola fu fortemente influenzata dall’Unione Sovietica, che garantì la sua indipendenza in cambio di una stretta alleanza politica ed economica.
L’eredità del 27 novembre 1924
La proclamazione della Repubblica Popolare Mongola segnò un cambiamento epocale per la nazione. Durante il regime comunista, che durò fino al 1992, il Paese subì una rapida trasformazione economica e culturale, ma anche una forte repressione politica.
Oggi, la Mongolia celebra la propria indipendenza e democrazia, ma il 27 novembre rimane una data storica, simbolo di una delle transizioni più importanti del XX secolo.