Il 6 aprile 1520 si spegneva prematuramente Raffaello Sanzio, uno dei più grandi maestri del Rinascimento italiano. A soli 37 anni, l’artista lasciava un’eredità straordinaria, fatta di opere immortali che ancora oggi affascinano il mondo intero. Dalla pittura alla progettazione architettonica, il suo talento ha segnato un’epoca, rendendolo una delle figure più influenti della storia dell’arte.
L’arte di Raffaello: tra bellezza e perfezione
Nato a Urbino nel 1483, Raffaello dimostrò fin da giovanissimo un talento fuori dal comune. Dopo essersi formato alla scuola del Perugino, si trasferì a Firenze, dove entrò in contatto con i grandi artisti dell’epoca, come Leonardo da Vinci e Michelangelo.
Tra le sue opere più celebri troviamo:
- La scuola di Atene (1509-1511): affresco simbolo del Rinascimento, dove Raffaello raffigura i più grandi filosofi dell’antichità, tra cui Platone e Aristotele.
- La Madonna Sistina (1512): uno dei suoi capolavori più emozionanti, celebre per i due angioletti pensierosi in basso.
- Le Stanze di Raffaello (1508-1520): un ciclo di affreschi realizzati nei Palazzi Vaticani, tra le opere più straordinarie della storia dell’arte.

Il mistero della sua morte
La morte di Raffaello avvenne improvvisamente il 6 aprile 1520, proprio nel giorno del suo 37º compleanno. Le cause esatte non sono mai state chiarite: alcune fonti parlano di una febbre improvvisa, altre ipotizzano un malore dovuto all’eccessivo affaticamento.
L’eredità di un genio
Raffaello fu sepolto nel Pantheon di Roma, con un’epigrafe che celebra la sua grandezza. Il suo stile armonioso, caratterizzato da un equilibrio perfetto tra forma e colore, ha influenzato generazioni di artisti e continua a essere un punto di riferimento nella storia dell’arte.
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