A 100 anni dalla sua morte arriva a Livorno la mostra che vede protagonista Amedeo Modigliani con i suoi celebri dipinti e due artisti che lo accompagnarono nel corso della sua vita: Paul Alexandre e Jonas Netter. L’artista, tra i più “grandi” del ‘900 è famoso per i suoi ritratti dal carattere femminile, fa ritorno a casa nella sua città natale Livorno. Tra le opere esposte si possono ammirare i ritratti di:
- Filette En Bleu del 1918, che raffigura una piccola bambina il cui vestito ed il muro retrostante sono dipinti con un delicato colore azzurro in un ambiente ricco di innocenze.
- Chaiti Soutine del 1916, ritratto del suo amico durante il periodo parigino più difficile, seduto con le mani sulle ginocchia dove si percepisce la sintonia tra i due e la stima de Sautine provava per Modigliani.
- Elvire Au Col Blanc dipinto tra il 1918 ed il 1919, raffigurante la giovane Elvira ritratta da Modigliani ben quattro volte, due vestita e due nuda, conosciuta a Parigi per la sua folgorante bellezza.
A Parigi Modigliani, meglio noto come Modì, aveva stretto amicizia con vari artisti ed era ammirato per il suo fascino ed il suo carisma oltre che per il suo talento. Grande rivale era Pablo Picasso, affascinato però dal talento dell’artista livornese e dalle sue opere in cui si rispecchia tutta la bellezza dell’arte rinascimentale espressa con un linguaggio assolutamente moderno. Nonostante la sua vita “sopra le righe”, le tanti amanti, Modigliani non può sfuggire alla morte ed anche la sua giovane compagna Jeanne Hèburteu lo accompagnò nel suo ultimo viaggio, si suicidò con il figlio che portava in grembo.
La mostra è a cura di Marc Restellini, storico dell’arte e direttore di alcuni musei francesi. Uno dei più grandi specialisti internazionale del pittore Amedeo Modigliani, si dedica allo studio dell’artista e delle sue opere degli anni ’80.
Biografia dell’artista
Amedeo Clemente Modigliani, noto anche con i soprannomi di Modì e Dodo (Livorno 12/07/1884 – Parigi 24/01/1920) è stato un pittore e scultore italiano, celebre per i suoi ritratti femminili caratterizzati da volti stilizzati e colli affusolati. Nato da una famiglia ebraica e ultimo di quattro figli Amedeo fin da piccolo fu segnato da una salute cagionevole e per tale causa spesso fu costretto a restare in casa. Sin da bambino mostrò un grande interesse per il disegno. Nel 1902 Amedeo si iscrisse alla “scuola libera di Nudo” di Firenze ed un anno dopo si spostò a Venezia dove frequentò l’Istituto di Belle Arti. Nel 1906 Modì si trasferisce in Francia, precisamente a Parigi, fu ben presto occupato dalla pittura. Modigliani sviluppò uno stile unica, l’originalità di un genio creativo, particolarmente famoso per la sua rapidità nel completare un’opera: si dice che completasse un ritratto in una sola seduta e una volta terminati non ritoccava mai i suoi dipinti. Tra i ritratti del Modì si ricordano il pittore Chaiti Soutine, Beatrice Hastings, Elvira “La Quique“, quest’ultimo fu uno dei suoi più grandi capolavori. Amedeo Modigliani conobbe l’amore negli occhi della giovane pittrice Jeanne Hèbuterne con la quale si trasferì in Provenza dopo che lei rimase incinta: il 29 novembre 1918 diede alla luce la piccola Jeanne. Nel 1919 i due fecero ritorno a Parigi, Modì però non perse mai le sue “cattive abitudini”, droghe e alcool. Proprio in quel periodo infatti, il suo stile di vita era tornato a chiedere il conto e la salute si stava deteriorando. La sua breve vita precipitava nella tragedia e la tubercolosi lo spegneva all’hòpital de la Charité, era l’alba del 24 gennaio 1920. Straziata e sgomenta Jeanne, all’indomani della morte di Amedeo si gettò da una finestra al quinto piano.
“Sapete cos’è l’amore? Quello vero? Avete mai amato così profondamente da condannare voi stessi all’inferno per l’eternità? Io l’ho fatto!” Tratto dalla pellicola dedicata alla vita dell’artista livornese: “I Colori dell’Anima“.