Gli amanti dei libri cartacei lo sanno… non c’è niente di più affascinante che sfogliare le pagine del proprio libro appena acquistato e sentire l’odore delle pagine fresche di stampa.
Ma l’odore dei libri non è sempre gradevole, in particolare quando si tratta di antichi volumi che stanno subendo l’attacco di ‘parassiti’.
Non parliamo solo di insetti ma anche di muffe e batteri che, nutrendosi di cellulosa e lignina (i componenti della carta), possono attaccare e deteriorare in poco tempo i volumi.
Alcune biblioteche sono talmente grandi, ricche di libri antichi e preziosi, da rendere impossibile un monitoraggio veramente funzionale ed in grado di prevenire efficacemente i possibili danni.
Ancora una volta ci viene in aiuto la tecnologia.
Secondo gli studiosi dell’Università di Aveiro, in Portogallo, è possibile rilevare l’odore del deterioramento dei libri tramite l’utilizzo di un ‘naso elettronico’, uno strumento già in uso per il rilevamento, ad esempio, delle fughe di gas.
Come funziona questo strumento?
Il principio è molto semplice, la digestione delle particelle di cellulosa e lignina da parte di funghi, batteri o altri parassiti trasforma la composizione della carta, liberando composti organici volatili in grado di essere rilevati dallo strumento.
In questo modo è possibile riconoscere velocemente i volumi attaccati e risalire tempestivamente al tipo di parassita che sta colpendo il libro.
Si procede quindi ad inviare il volume al dipartimento di restauro più indicato ad eseguire ulteriori accertamenti e trattamenti al fine di ripristinare le condizioni ottimali per la conservazione.
Lo studio è stato effettuato analizzando 19 libri pubblicati dal 1567 al 2016 ed è stato utilizzato uno strumento in grado di ‘fiutare’ selettivamente diversi tipi di composti volatili organici gazie a sei diversi sensori, con risultati giudicati soddisfacenti dal team di ricercatori.
Per quale motivo alcuni libri si deteriorano più facilmente di altri?
I motivi sono molteplici, vediamone alcuni insieme.
Prima del 1845, spiegano gli studiosi, la carta era costituita da fibre di cotone e lino. Queste fibre nobili fornivano una cellulosa particolarmente pura e stabile che, mescolata ad altri composti vegetali ed additivi, permetteva di ottenere una carta di ottima qualità, resistente al degrado causato da calore, umidità e luce.
In epoche successive cotone e lino furono sostituiti da pasta di legno, ottenendo una carta di qualità inferiore, meno resistente e molto più economica. Alcuni libri, inoltre, sono finemente decorati con miniature realizzate a colori, per la cui produzione, oltre ai pigmenti minerali, venivano usati medium particolarmente appetitosi per i parassiti quali tuorlo d’uovo (usato per produrre la famosa tempera all’uovo), gomma arabica e miele (usato ancora oggi nella produzione di acquerelli di alta qualità).