“Plasmato dal fuoco. La scultura in bronzo nella Firenze degli ultimi Medici ” è una mostra che raccoglie bronzi dell’età barocca, con prestigiosi prestiti provenienti da importanti musei come : Musei Vaticani, Louvre, Ermitage di San Pietroburgo. L’esposizione è attualmente in programmazione alle Gallerie degli Uffizi di Firenze e vi rimarrà fino al 12 gennaio. Tra le oltre 170 opere esposte, una sta destando un’attenzione particolare, che esula dal valore intrinseco di bellezza della scultura, si tratta di una Venere al bagno, realizzata per Enrico V di Francia, proveniente da una collezione privata (quindi mai esposta prima), di dubbia attribuzione allo scultore Giambologna, lo scultore nato nelle Fiandre nel 1529, trasferitosi a Firenze per completare la sua formazione artistica e che subì la forte influenza delle opere di Michelangelo.
Giambologna è un esponente di quello che il Vasari definì manierismo, per la perfezione dei corpi scolpiti, che superavano, a suo dire, persino quelli di origine classica.
Se venisse appurato che la Venere al bagno, fosse realmente del noto scultore, come sostiene uno dei proprietari Alexander Rudigier , il suo prezzo di vendita (è acquistabile) raggiungerebbe una somma vertiginosa, ma alcuni studiosi sono di parere diverso, ritenendo che si tratti solo di una copia del ‘600.
Una famosa storica dell’arte, Dorothea Diemer, sostenitrice della non paternità del Giambologna, ha dichiarato al New York Times: “Si sta cercando di dare credibilita’ all’attribuzione mettendo la Venere in mostra. Il pezzo e’ in vendita e l’attribuzione fa la differenza. Sono in gioco un sacco di soldi”.
Di parere contrario è il direttore degli uffizi Eike Schmidt, il quale da importante esperto della scultura in bronzo rinascimentale, ha ribadito la paternità dell’opera allo scultore e, per questo motivo , l’ha inserita nel catalogo della mostra, definendola un autentico capolavoro.
La questione dell’attribuzione, ha certamente acceso i riflettori su questa mostra e chissà che gli appassionati non si siano immersi in una sorta di giallo artistico, cercando di carpire, nell’osservare la scultura, un qualche piccolo dettaglio sulla determinazione dell’autore?
Tuttavia, nonostante la curiosa e stuzzicante diatriba di attribuzione, rimane la bellezza e la sensualità dell’opera, che insieme alle altre 170 provenienti anche da altri paesi, ti sarebbe difficile poter ammirare in una volta sola, possibilità che gli Uffizi ti offrono in un’unica appassionante mostra: un catalogo unico, all’interno di uno dei musei più importanti del mondo, in una delle città più belle del mondo: la splendida Firenze.
Mi stupisce come l’autrice riesca a leggere nei pensieri del lettore… Tra me e me pensavo che, chiunque sia lo scultore , la bellezza di quest’opera è indubbia .. e magicamente il mio pensiero lo trovo nero su bianco nel testo… Complimenti !
Grazie ☺️