Le vacanze di Natale sono un buon momento per viaggiare e visitare musei e mostre, quindi perché non approfittarne per visitare le mostre di tre celebri fotografi che saranno aperte ancora per poco? Potrete immergervi negli “Atti divini” di David LaChapelle alla Venaria reale, ammirare le donne di Man Ray a Torino oppure “girare” il mondo con McCurry che a Modena espone 70 opere della sua mostra “Leggere“. Andiamo a scoprire più nel dettaglio di cosa stiamo parlando…
David LaChapelle, “Atti divini”
Statunitense, classe 1963, irriverente, dissacrante ed eccentrico, è un fotografo e regista che lavora nel campo della moda e della pubblicità, oltre che della fotografia d’arte, celebrata nella mostra alla Venaria reale, curata da Denis Curti e Reiner Opoku e organizzata da Civita Mostre e Musei con il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude e sponsorizzata da Lavazza (per la quale LaChapelle ha firmato il calendario 2020). L’esposizione, aperta lo scorso 14 giugno, chiuderà i battenti il 6 gennaio prossimo, quale migliore occasione per ammirare la reggia e gli “Atti divini” del celebre fotografo? Si ha la possibilità di passeggiare tra alcuni dei suoi più celebri lavori, Rape of Africa del 2009, tanto per citarne uno, le serie Landscape e Gas del 2013, passando per Awakened (2007) e Seismic shift del 2012. Il punto focale della mostra sono gli inediti della serie New world (2017/2019) che, attraverso scene di utopia tropicale, mostrano la sua ricerca della spiritualità, anche attraverso immagini dissacranti alle quali ormai ci ha abituato da tempo. Sono 70 opere di grandi e grandissimi formati, esposte nella Citroniera delle Scuderie Juvarriane, attraverso le quali David LaChapelle rappresenta l’umanità conducendola attraverso questi scatti nella natura e contro di essa, in una sorta di paradiso colorato (l’autore è solito dipingere a mano i negativi di molte sue fotografie, così che i colori siano vividi e vibranti) che porta a una nuova espressione artistica.
Steve McCurry, “Leggere”
Anche questa mostra chiuderà il prossimo 6 gennaio, quindi ancora poco tempo per recarsi alla Sala Mostre delle Gallerie Estensi di Modena, sede dell’evento. Curata da Biba Giacchetti e organizzata da Civita Mostre e Musei, si avvale del contributo dello scrittore Roberto Cotroneo che ha curato i brani letterari che accompagnano gli scatti esposti. Steve McCurry, celebre fotografo americano nato nel 1950 in un piccolo sobborgo di Philadelphia e noto soprattutto per le sue fotografie di carattere antropologico nelle quali la perfezione dei colori e la tecnica stridono con i soggetti fotografati, spesso in situazioni di estrema povertà, con questa mostra ha voluto cogliere i soggetti, fotografati in varie parti del mondo, nell’intimo atto di leggere. Non c’è un filo definito che lega le immagini oltre alla lettura. Il fotografo ha ripreso persone di diversi ceti sociali, in diverse parti del mondo (dalle strade italiane, ai luoghi di preghiera in Turchia, passando per Cuba, gli Stati Uniti, l’Africa e l’Asia orientale), nell’atto di leggere libri, giornali, riviste, ritraendoli in un momento di assoluta concentrazione che li porta a “perdersi” tra le pagine di quanto stanno leggendo. Le fotografie sono, come già accennato sopra, accompagnate da diversi brani letterari scelti dallo scrittore Cotroneo che fanno sì che il visitatore venga coinvolto a 360° in quello che è il rapporto tra immagine e parole scritte. A completamento della mostra c’è tutta la parte dedicata alla sezione Leggere McCurry, ovvero l’esposizione di tutti i suoi libri pubblicati a partire dal 1985, tra cui 15 ormai introvabili e l’inedito, pubblicato da Mondadori, che ha ispirato questa esposizione.
Man Ray, “Wo/Man Ray, le seduzioni della fotografia”
Per ammirare “Le seduzioni della fotografia” di Man Ray c’è tempo fino al 19 gennaio. 200 opere esposte da Camera, il Centro italiano per la fotografia di Torino, scelte da Walter Guadagnini e Giangavino Pazzola che ripercorrono la carriera del grande artista dagli anni ’20, in pieno periodo parigino, fino alla morte del fotografo, avvenuta nel 1976. Man Ray era il nome d’arte di Emmanuel Radnitzky, nato in America nel 1890, dove muove i primi passi nel mondo dell’arte. La passione per la fotografia nasce in maniera quasi casuale, quando compra la sua prima macchina fotografica con lo scopo di immortalare le proprie opere. I suoi lavori sia fotografici che artistici risvegliano l’interesse di Marcel Duchamps, uno dei massimi esponenti del Surrealismo e del Dadaismo, con il quale più avanti fonderà la “Society of Indipendent Artists” attraverso la quale verranno esposte opere d’arte d’avanguardia.
La mostra ripercorre la carriera di Man Ray attraverso i soggetti che amava di più, quelle donne che furono muse ispiratrici, assistenti, complici, tra cui spicca Juliet, la donna che restò con lui per tutta la vita e a cui dedicò il progetto The Fifty Faces of Juliet nel quale, attraverso le fotografie, si assiste a un gioco di citazioni, seduzioni e provocazioni. Le protagoniste delle sue fotografie furono però anche grandi artiste di quel tempo (ricordiamo Dora Maar, Berenice Abbott e Lee Miller tanto per citarne alcune), quindi la mostra si sviluppa parallelamente attraverso le opere fotografiche e le produzioni di queste donne, concentrandosi soprattutto negli anni di frequentazione con Man Ray che coincidono con il periodo di massima espansione dell’avanguardia dada e surrealista parigina, città dove il fotografo si era trasferito per poter esprimere al meglio la propria arte e da cui dovette fuggire nel 1940 a causa delle sue origini ebraiche.
Il 2020 si apre con gli ultimi giorni di queste incredibili mostre, un’ultima occasione per ammirare opere senza tempo!