Ho conosciuto Marco Giannini circa tre anni fa attraverso amici con i quali abbiamo in comune la passione per il teatro. Nel fornirgli degli elementi per un monologo comico, destinato a una mia amica, ho subito trovato in lui una forte comicità innata, una grande capacità di tirar fuori la battuta da ogni situazione, frase o dettaglio, un ritmo serrato efficace che richiede al suo fianco spalle altrettanto efficaci. Grande spirito di osservazione necessario per ricavare ogni volta materiale nuovo per i suoi spettacoli comici. La realtà, l’attualità e il web gli offrono sempre diversi spunti per alimentare la sua satira che emerge dal web come perenne esercizio e ideale canovaccio virtuale, ma prende poi forma sulla scena. Altrettanto importante è la sua grande esperienza di improvvisatore teatrale, in particolar modo con gli Astratti impro .
Come nasce la tua passione per il teatro, come nasci come attore e come autore satirico?
Più di 20 anni fa frequentando laboratori teatrali amatoriali e poi circa dodici-tredici anni fa mi sono dedicata all’improvvisazione teatrale e dal 2014 ho incominciato a scrivere seriamente, ma il primo corso di scrittura comica l’ho fatto una decina di anni fa con Sandro Torella.
Come nasce la tua ispirazione e come crei il legame tra scrittura e atto teatrale?
Prendo spunto da situazioni della realtà, ma inserisco delle metafore, ad esempio ho scritto dei monologhi al femminile mettendo in mezzo Cenerentola piuttosto che Barbie, prendo spunto dalla realtà e inserisco dei personaggi di fantasia per veicolare una metafora, i monologhi che non scrivo utilizzando personaggi di fantasia li scrivo sull’attualità facendo satira sociale o politica.
Come è nato lo spunto per Coyoti da tastiera, e come cambia la scrittura comica in relazione ai nostri tempi e al fatto che siamo sempre connessi sul “teatro virtuale” dei social?
Ci siamo sentiti con Sandro Torella e abbiamo pensato di scrivere un testo insieme. A quel punto tra le varie idee gliene ho portato una, che avevo già utilizzato in una performance teatrale, una sorta di dialogo finto con commenti e con scambi come avviene sui social, mettendoci insieme a scrivere e vedendoci più volte abbiamo approfondito e messo dei “mattoni”, ossia delle battute parlando il linguaggio dei social. Quindi questo è uno spettacolo che parla totalmente e brutalmente questo tipo di linguaggio. Facebook e Instagram al giorno d’oggi influenzano qualsiasi comico.
Un aneddoto divertente legato al vostro spettacolo?
Uno spettatore è intervenuto su Fabrizio Corona sostenendo che non è andato in carcere per le foto, ma perché portava una pistola e da quel momento si è parlato solo della pistola di Corona, ma in senso non sessuale, così l’abbiamo preso di mira in maniera simpatica chiamandolo “pubblico ministero”.
La difficoltà per un artista di vivere della propria arte: come si affronta a tuo parere questo problema?
Se ti fai conoscere, hai un’idea che funziona, la diffondi, riesci a farti vedere da più persone e riesci a realizzare un prodotto divertente e di qualità, non scontato e originale puoi trovare un modo per uscire dall’ordinario e per sentirti in pace con la tua originalità.
Progetti futuri?
Continuare a diffondere, migliorare e ampliare questo testo con Sandro Torella, continuare a scrivere il comico puntando anche su progetti video perché oggi è fondamentale per gli artisti farsi vedere su Youtube, tentando ogni volta di creare qualcosa che non sia già stato fatto.
La redazione di Icrewplay.com Arte ti ringrazia per la disponibilità e si augura di continuare a ridere con i nostri lettori.
Caro lettore se hai perso la precedente segnalazione di Coyoti da tastiera puoi trovarla qui . Ti terrò aggiornata sui lavori di Marco Giannini al quale abbiamo dedicato oggi la rubrica degli artisti emergenti e su Sandro Torella, i suoi corsi e le sue attività al Teatro Duse.
Bravo e bravi. C’è bisogno di gente nuova, soprattutto di nuove scritture e sceneggiature. Ti aspettiamo tutti sul palco