Il 20 febbraio è uscito in Italia il film Cats, tratto da uno dei più bei musical di sempre (se volete saperne di più del film ne hanno parlato i nostri colleghi di Cinema qui). Io ebbi la fortuna di assistere allo spettacolo negli anni ’90 quando il tour fece tappa a Milano e lo ricordo come uno dei musical più belli in assoluto. Sei pronto per scoprire curiosità e numeri su uno dei musical più longevi di sempre? Seguimi!
L’11 maggio 1981 Cats andava in scena per la prima volta
Cats è uno dei più famosi musical a livello mondiale, d’altronde quando il tuo “papà” è Andrew Lloyd Webber difficilmente potrebbe essere altrimenti. I suoi musical hanno sempre grande successo, incontrando i favori di critica e pubblico. La prima di questo musical andò in scena al New London Theatre nel West End di Londra e visto l’enorme successo, l’anno dopo venne replicato a Broadway.
Come ho già detto è il musical dei record. In America lo spettacolo, proposto per la prima volta al pubblico il 7 ottobre 1982 ha concluso le repliche il 10 settembre 2000 contando in totale 7485 repliche ininterrotte. Anche a Londra le repliche sono andate avanti per 20 anni con un totale di 8949 spettacoli. 250 città nel mondo sono state toccate dalle varie tournée e lo spettacolo è stato tradotto in dieci lingue.
Nomi del calibro di Celine Dion, Luciano Pavarotti, Barbara Streisand, hanno interpetato le sue canzoni contribuendo ancora di più al fantasmagorico successo. Ovviamente una produzione del genere non poteva che fare incetta di premi. Ha vinto la bellezza di 8 Tony Awards (l’ “Oscar” del teatro) e il prestigioso Laurence Olivier Award for Best New Musical nel 1981.
Di cosa parla esattamente Cats?
L’idea nasce da una raccolta di poesie che T. S. Eliot, poeta, drammaturgo e critico letterario americano, poi naturalizzato inglese, scrisse nel 1939, intitolandolo Old Possum’s Book of Practical Cats (in italiano Il libro dei gatti tutto fare). In origine queste poesie erano lettere che il poeta scrisse ai nipoti e che poi furono raccolte nel libro. Andrew Lloyd Webber ha preso le poesie e ne ha fatto canzoni grazie anche a materiale inedito fornitogli dalla vedova di T. S. Eliot.
Lo spettacolo comincia con l’entrata in scena dei gatti e lo straordinario ballo sulle note di Jellicle song for Jellicle cats, durante il quale i protagonisti spiegano cosa vuol dire essere un gatto. Si prosegue con The invitation to the jellicle ball durante il quale il saggio Old Deuteronomy, capo della colonia, sceglierà il felino più meritevole di rinascere a nuova vita a Heaviside. Alcuni gatti si candidano a essere il prescelto e attraverso le canzoni raccontano di sé. Il primo atto si chiude con The Jellicle Ball/The Song of the Jellicle e un accenno a quella Memory che solo al ricordo fa venire la pelle d’oca.
Il secondo atto si apre con Old Deuteronomy che canta The moments of Happiness per poi proseguire con la presentazione di altri gatti e il colpo di scena del rapimento del capo. Skimbleshanks: The Railway Cat e Macavity, Mr. Mistoffelees sono tra i momenti più divertenti dello spettacolo, Old Deuteronomy viene liberato e la storia prosegue.
Poi arriva lei, Grizabella, la più anziana e reietta tra i gatti, allontanata dalla colonia e costretta a una vecchiaia di solitudine dopo i fasti del passato. Cantando Memory incanta gli altri felini che capiscono quanto sia stato ingiusto isolarla in quel modo e Old Deuteronomy sceglie lei come meritevole di rinascita. Il musical si conclude con Grizabella che va verso Heaviside sollevata su un copertone (lo spettacolo è ambientato in una discarica) e con la canzone finale The ad-dressing of Cats.
Il musical è incredibile anche per l’alta preparazione sia in ballo che canto dei vari cast che si sono avvicendati negli anni. I costumi poi sono stupendi e danno davvero l’idea di vedere dei gatti muoversi sul palco. Insomma Cats è uno di quegli spetttacoli da vedere almeno una volta nella vita e se proprio non riesci a vederlo dal vivo c’è sempre la possibilità di guardarlo nel DVD prodotto direttamente da Andrew Lloyd Webber che curando personalmente il montaggio, ha voluto regalare allo spettatore casalingo la sensazione di assistere allo spettacolo come se fosse a teatro.
Quindi cosa aspetti? Let the memory live again…