Albano laziale, situata a circa 25 km da Roma, nella zona dei Castelli romani, si raggiunge percorrendo la Via Appia, un tempo percorsa dai carretti a vino. Gli Albanensi con un certo orgoglio espongono uno stemma all’ingresso della città, ma anche all’interno di Palazzo Savelli, sede del Comune. E’ una bianca scrofa che allatta i suoi maialini. Tale immagine si riconduce a un passo dell’Eneide, per cui la “bianca scrofa” era la metafora dell’antica Albalonga, città fondata da Ascanio, figlio di Enea. Per gli studiosi l’antica Albalonga si trovava sul lago e a cavallo fra i Comuni Castelgandolfo, Marino e Rocca di Papa, sul versante oreintale del lago Albano.
Il primo nucleo urbano è legato ai Castra albana degli accampamenti militari voluti da Settimio Severo per i suoi Legionari della seconda Legione Partica.
Città con vocazione commerciale è caratterizzata da edifici del primo Novecento e da botteghe storiche a conduzione familiare. Sesta, Fortini, Carones, Bianchini, Semioli sono solo alcuni dei cognomi più conosciuti.
Albano laziale, Villa Doria, resti della Villa di Pompeo
Collocata all’ingresso di Albano laziale, tra Piazza Mazzzini, via Cardinal Altieri, Via Pompeo Magno e via Olivella è un parco pubblico che ospita i resti romani della Villa di Pompeo Magno edificata tra il 61 e il 58 a.C. Nel XVIII secolo fu edificata una villa dal Cardinale Fabrizio Paolucci. In seguito la Villa fu acquistata dalla famiglia Doria che curò anche il giardino e le fontane all’interno.
Al suo interno vi si accampò un distaccamento della Divisione di Fanteria Piacenza dispersa dai tedeschi il 9 settembre 1943. Il primo febbraio 1944, la palazzina della Villa venne distrutta dai bombardamenti. Al suo interno troviamo tracce dei ferventi ideali della Resistenza nella toponomastica. Si arriva alla Villa di Pompeo percorrendo il Viale Elena Nardi che fu una staffetta durante la Resistenza.
Albano laziale: Chiesa di San Pietro Apostolo, quartiere e terme di Cellomaio
Se percorri il corso principale di Albano laziale, Corso Giacomo Matteotti, dopo che hai preso un caffè nel famoso bar Sesta e gustato un prodotto locale dello storico forno Brillo trovi la Chiesa di San Pietro Apostolo. Fu edificata su commissione di Papa Ormisda tra il 514 e il 523 d.C utilizzando una grande aula delle retrostanti Terme di Caracalla. I restauri effettuati nel XIV secolo sono quelli ancora oggi esistenti: arco ogivale a due spioventi con mensole e colonne di marmo sopra una porta, sul lato occidentale della Chiesa. Sul lato orientale ci sono due trabeazioni. Il campanile è in stile romanico (XII secolo) è composto da quattro piani con finestre monofore e bifore. La Chiesa ha una pianta rettangolare.
Nell’altare di destra abbiamo la Sacra Conversazione di Gherardo Delle Notti (XVI secolo). Tra gli affreschi della Chiesa sono da ricordare La Vergine del Segno del periodo bizantino (XIII-XIV secolo d.C.), una pala d’altare attribuita a Tiziano che raffigura la consegna delle Chiavi a San Pietro.
Dietro la Chiesa di San Pietro Apostolo sorge il quartiere Cellomaio, oggi costituito da case private e dalla scuola delle Suore Oblate di Gesù e Maria. Questo quartiere sorge proprio sulle antiche Terme di Caracalla le cui strutture principali si trovano nei piani inferiori della Scuola delle Suore Oblate e sotto la Chiesa di San Pietro. L’Imperatore Settimio Severo aveva scelto questa località per fare alloggiare le sue truppe della Seconda legione Partica. Fu Caracalla a far costruire le strutture termali, probabilmente per calmare gli animi dei Legionari in rivolta per l’assassinio dell’Imperatore Geta. In origine era un complesso costituito da tre piani in cemento e rivestiti di una cortina laterizia rossastra. La sua pianta era quadrangolare e torri negli angoli. Il nome Cellomaio deriva da Cella Major, ossia Cella Maggiore riferita alla vastità degli ambienti. Dietro la Scuola delle Suore Oblate c’è il Museo della Seconda legione Partica.
Albano laziale: Chiesa della Madonna della Stella e Catacombe di San Senatore
La Chiesa di Santa Maria della Stella ospita anche il Convento dei Carmelitani. E’ stata edificata in varie fasi e le ultime risalgono a partire dalla metà del XVI secolo sopra la struttura delle Catacombe di San Senatore che si trovano sotto il Convento dei Carmelitani. L’altare maggiore della Chiesa è in stile barocco. In alto c’è il dipinto della Madonna col Bambino contornati da angeli. Il manto della Vergine è decorato da una stella. In fondo alla Chiesa è presente lo stemma della famiglia Savelli. Le catacombe cominciarono ad essere attive intorno al III secolo d.C. per arrivare fino al XII secolo. Originariamente erano usate per l’estrazione della pozzolana. Puoi ammirare diversi affreschi: Cristo tra gli Sponsores e i Martiri risalente tra la fine del V secolo d.C. e gli inizi del VI secolo, San Senatore tra la fine del IV secolo d.C. e gli inizi del V, Cristo Pantocratore tra San Smaragdo e la Madonna XI-XII secolo d.C.
Albano laziale: Sepolcro degli Orazi e dei Curiazi
La struttura richiama le urne cinerarie etrusche di Volterra, poichè dal punto di vista storico è possibile considerarla come la ricostruzione di una tomba di un antico condottiero etrusco, Arunte, in quanto la famiglia Arrunzia aveva dei possidementi in zona. Fu costruito intorno alla prima metà del I secolo a.C, esattamente sei secoli dopo la battaglia degli Orazi e dei Curiazi. La base è costituita da un parallelepipedo a pianta quadrata sormontato da quattro tronchi di cono di cui solo due sono rimasti integri. La struttura fu realizzata con grossi blocchi di peperino.
Fu Antonio Canova in qualità di Ispettore Generale delle Belle Arti per lo Stato Pontificio che nel 1812 lo fece restaurare dando l’incarico a Giuseppe Valadier e Paolo Provinciali. Le tradizioni locali però ricollegano il Sepolcro agli Orazi e Curiazi.
Albano laziale: Museo Civico
Dopo aver visto il Sepolcro degli Orazi e dei Curiazi Tra Borgo Garibaldi e la discesa di via della Stella, puoi girare sulla sinistra prima del Ponte di Ariccia e percorri la zona di Villa Ferraioli: Viale Risorgimento. Dopo una serie di palazzi prendi un viale pedonale con tanti pini e troverai sulla tua destra il Museo civico di Albano laziale. Fu fondato nel 1975 e dal 1983 ha la sede all’interno di Villa Ferrajoli. E’ un Palazzo in stile Neoclassico e si accede con due scalinate laterali simmetriche. E’ composto da 23 sale espositive, collocate su tre piani. All’interno c’è una biblioteca scientifica, storica e archeologica. I reperti archeologici vanno dal Paleolitico al Medioevo. E’ presente un’antica collezione di grafica antica che va dal ‘600 al ‘900. Qui spiccano le opere di Giovanni Battista Piranesi. Il Comune acquistò nel 1948 questo edificio che dal 1845 apparteneva al Marchese Ferrajoli.
Albano Laziale: I Cisternoni
Superando il Viale Risorgimento dove hai incontrato il Museo civico prosegui dritto e prendi Via Cavour, strada parallela a Corso Giacomo Matteotti e che gli Albanensi chiamano Corso di sopra. All’incrocio con via Aurelio Saffi proseguiamo a destra e ci inoltriamo in uno dei quartieri più antichi: San Paolo. Qui possiamo trovare i famosi Cisternoni che furono progettati intorno al 202 d.C dagli Architetti della seconda Legione Partica per provvedere al rifornimento idrico dei Castra Albana. Erano alimentati da due acquedotti che prendevano l’acqua dalle sorgenti che scorrevano lateralmente al cratere del Lago Albano. Sono formati da una pianta rettangolare divisa in cinque navate. Sono visitabili con ingresso a pagamento contattando i Musei Civici.
Albano Laziale: La Chiesa della Madonna della Rotonda
Sempre nel quartiere di San Paolo in Via Aurelio Saffi, troviamo la Chiesa della Madonna della Rotonda. Sorge su un antico Ninfeo della Villa di Domiziano, che sarà riadattato come Terme sotto il governo di Settimio Severo. Fu consacrata nel 1060, ma era già utilizzata dal IX secolo. Secondo la tradizione, nel 768 alcune monache greche fuggirono dalla persecuzione degli Iconoclasti e portarono ad Albano la sacra immagine della Madonna, o meglio un’icona in stile bizantino. Se vuoi approfondire l’icona troverai alcune informazioni in un’intervista che ho fatto a Raoul Bianchini, anche lui albanense. https://arte.icrewplay.com/raoul-bianchini-e-i-simboli-critico-darte-e-romanziere/
L’edificio esterno ha una pianta quadrata, mentre all’interno ha una pianta circolare. E’ sormontata da una cupola con apertura centrale. Il campanile in stile romanico è stato costruito nel 1316.
E’ visitabile a pagamento e bisogna rivolgersi ai Musei civici di Albano.
Albano laziale: Chiesa e Convento di San Paolo
Vennero costruiti nel 1282 per volere del Cardinale Giacomo Savelli. L’interno è in stile barocco, mentre la facciata è in stile neoclassico. Fra i dipinti posti all’interno emerge l’unzione di San Paolo, realizzato da uno dei pittori della scuola di Pietro da Cortona. Nelle Cappella laterale di sinistra ci sono le spoglie di San Gaspare del Bufalo, fondatore della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue. Ogni anno la Chiesa è meta di Pellegrinaggi.
Albano laziale: Anfiteatro Severiano
Uscendo da Piazza San Paolo e salendo verso destra in Via dell’Anfiteatro Romano puoi ammirare l’Anfiteatro Severiano. Sorge su un terreno in pendenza e rispetto all’attuale abitato si trova in una posizione elevata. Probabilmente fu edificato intorno al III sec. d. C. In origine era formato da due piani e un loggiato superiore. Si possono ancora distinguere i due ingressi trionfali detti vomitoria che conducevano all’arena e il podio imperiale detto pulvinar caratterizzato da semicolonne in laterizio. Poteva accogliere circa 16.000 persone. Da qualche anno la struttura ospita una stagione teatrale estiva, mentre quella invernale si svolge all’interno del Teatro Comunale Alba Radians situato sul Corso principale di Albano.
Albano laziale: Cattedrale di San Pancrazio
Scendendo da Via dell’Anfiteatro Romano puoi arrivare in una grande piazza che per gli Albanensi è Piazza Pia. Qui puoi visitare la Cattedrale di San Pancrazio, il santo patrone di Albano laziale che si festeggia il 12 maggio. Sorge su un’antica Basilica paleocristiana fatta costruire dall‘Imperatore Costantino. L’aspetto attuale risale a un ultimo restauro del 1913. All’interno è suddivisa in tre navate e ricoperta da una volta a botte. Nell’abside ci sono tre quadri che rappresentano la Gloria di San Pancrazio, l’apparizione a Costantino della Santa Croce e il rinvenimento della Santa Croce da parte di Santa Elena.
Albano laziale: Porta Pretoria e Palazzo Savelli
Attualmente è la sede del Comune di Albano laziale e fu costruito come una fortezza. Comprendeva i ruderi di Porta Pretoria e la Chiesa di San Pietro Apostolo, dietro la quale c’era la cappella della famiglia Savelli. Divenne sede del Comune di Albano dal 1870 con l’annessione del Lazio al Regno d’Italia. I resti di Porta Pretoria sono venuti alla luce dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Era realizzata su una base quadrata e su blocchi di peperino e ha tre fornici, probabilmente quello centrale era destinato al passaggio dei carri. Attualmente a Palazzo Savelli sono in corso le Giornate leopardiane.
Se vuoi visitare Albano laziale puoi trovare altre informazioni sul sito ufficiale del Comune e sulla pagina Facebook della Proloco se vuoi fare una visita guidata:
https://www.comune.albanolaziale.rm.it/home ,
https://www.facebook.com/groups/133373480555936/