Il Coronavirus non ha portato solo isolamento e preoccupazioni (se ti ricordi abbiamo lanciato con questo articolo la rubrica Fotografie in Quarantena, un modo per dare un impulso diverso al dover stare a casa), ma ha anche spinto molte persone e associazioni a donare e promuovere raccolte fondi per aiutare chi si trova in difficoltà e sostenere la Ricerca a trovare una cura e un vaccino per sconfiggere il mostro. Tra questi c’è anche il FIOF che ha promosso l’iniziativa di crowfunding “STOP, la fotografia italiana resta a casa” per aiutare l’Università degli studi di Pavia che ha lanciato l’Hashtag #IoStoConLaRicerca per promuovere un fast crowfunding e sostenere i loro laboratori impegnati in questa difficile battaglia.
Cos’è il FIOF, Fondo Internazionale per la Fotografia
Il FIOF nasce nel 2004 ed è un’associazione volta a sostenere i fotografi nella loro attività. Fondata grazie anche all’aiuto, tra gli altri di AIF – Associazione Italiana Foto e Digital Imaging, CNA e Confartigianato fotografi, ha tra le sue prerogative una qualificata attività formativa e di informazione infatti le qualifiche che vengono rilasciate seguendo gli eventi e le formazioni danno un valore aggiunto al curriculum di chi le consegue.
Focus della FIOF è offrire agli associati la possibilità di far parte di una comunità professionale, dove non ci sono rivali, ma colleghi con i quali confrontarsi, uniti nella continua ricerca della qualità e un confronto costruttivo. L’associazione ha un proprio codice etico al quale gli associati devono sottostare e dei regolamenti precisi che consigliamo di leggere prima di associarsi.
“STOP, la fotografia italiana resta a casa”
Come già accennato sopra, in questo momento di grande stallo gli associati alla FIOF hanno trovato un modo per dare un proprio contributo. Fino a sabato 25 aprile, visitando il sito creato apposta per l’occasione, si possono ammirare meravigliosi scatti (tre per autore) e acquistarli. Il ricavato andrà all’Università di Pavia dove un team di ricercatori, guidati dalla dottoressa Giovanna Riccardi, prof. Ordinario – Direttore del Laboratorio di Microbiologia Molecolare – Dipartimento di Biologia e Biotecnologie, sta cercando di trovare un modo per contrastare il temutissimo virus.
Le fotografie sono divise per autori, ognuno ha donato tre propri scatti e si può scegliere se acquistare una foto sola oppure tutto il pacchetto dello stesso fotografo per un prezzo davvero vantaggioso. Nomi del calibro di Francesco Cito, il primo ad accettare questa proposta, Giovanni Merghetti, Ivo Saglietti, giusto per citarne alcuni, hanno scelto tre fotografie più una simile per tutti dove sulla parete dietro a un divano si vedono le tre opere fotografiche scelte.
Anche il comasco Luigi Corbetta partecipa all’iniziativa e ci ha gentilmente concesso gli scatti che puoi vedere nell’articolo. Quando l’abbiamo contattato a riguardo, ci ha detto di non aver esitato ad aderire a questa iniziativa perché la ritiene sinceramente lodevole e alla domanda su come vive un fotografo questo periodo di lockdown, ha risposto: “In questo periodo ci sono aspetti controversi nel fermo forzato…innanzitutto una riflessione su tutto e tutti, ma anche il tempo per studiare nuove FOTOALCHIMIE (fotografie elaborate con emulsioni e tecniche particolari che caratterizzano il lavoro di questo fotografo ndr), analizzare lavori in sospeso e aggiornare l’archivio“.
Facendo proprie le parole di John Fitzgerald Kennedy “Non chiederti cosa può fare il tuo Paese per te, chiediti cosa puoi fare tu per il Paese” il FIOF ha riunito più di 60 fotografi molti noti sia a livello nazionale che internazionale e altri giovani talenti in ascesa, tutti uniti dalla voglia di aiutare in questo momento di difficoltà. Perché, come affermato dal presidente Ruggero Dibenedetto: “Abbiamo bisogno di credere che ce la faremo ma soprattutto di essere certi che questo invisibile nemico sia sconfitto completamente, grazie alla ricerca”.
Grazie di vero cuore per la pubblicazione, e per la gentile professionalita di Ale Ornaghi..
Grazie a voi per l’iniziativa e a te personalmente per la disponibilità.