Christo avrebbe compiuto 85 anni il prossimo 13 giugno, era del 1935, ma si è spento ieri nella sua casa di New York. Salito alla ribalta in Italia nel 2016 per l’installazione The Floating Piers sul lago D’Iseo, era, insieme alla moglie Jeanne-Claude, uno dei massimi esponenti della Land Art, una forma d’arte contemporanea (nata nel 1967) che abbandonando i mezzi artistici tradizionali, interviene direttamente attraverso l’opera dell’artista, nella natura e sulla natura.
Christo e Jeanne-Claude, un connubio artistico e sentimentale che ha attraversato il tempo
Nati curiosamente lo stesso giorno, figlio di un imprenditore e di una segretaria dell’Accademia delle Belle Arti lui (dove poi studiò) e di una donna che poi si unì alla Resistenza Francese durante la Seconda guerra mondiale e un maggiore francese lei, si incontrarono nel 1958 a Parigi. Prima di allora le loro vite furono movimentate e cosmopolite.
Christo dopo gli studi all’Accademia di Sofia, si recò a Praga da dove nel 1957 riuscì a fuggire (era l’epoca del blocco sovietico) e andò prima in Austria, poi a Ginevra per poi fermarsi a Parigi. Nella capitale francese fu considerato apolide e per vivere faceva ritratti su commissione firmandoli con il cognome di famiglia Javacheff, solo successivamente quando cominciò a dipingere opere astratte e a impacchettare oggetti iniziò a firmarsi Christo.
Jeanne-Claude Denat de Guillebon, nacque a Casablanca, il matrimonio dei suoi genitori durò pochissimo e in seguito la madre si sposò con il generale Jacques de Guillebon. Jeanne-Claude visse prima a Berna e poi a Tunisi dove si laureò in filosofia e latino. Giunta a Parigi, conobbe Christo perché gli commissionò un ritratto di sua madre. Lasciato il marito dopo la luna di miele perché resasi conto che il figlio che portava in grembo era di Christo (Cyril nascerà poi l’11 maggio 1960), iniziò la relazione con Christo che durò tutta la vita sino alla morte di lei nel 2009.
Il loro connubio artistico iniziò nel 1961, ma fu nel 1962 che i due salirono alla ribalta a Parigi, con il Wall of Oil Barrels. In Rue Visconti Christo e Jeanne-Claude posizionarono, contro il parere degli abitanti, un vero e proprio muro composto da 89 barili di metallo che resero la strada un vicolo cieco, come forma di protesta per quanto stava succedendo in Germania con la costruzione del Muro di Berlino. I due artisti vollero cambiare per 8 ore la vita degli abitanti della via per porre l’attenzione su quanto sarebbe cambiata la vita dei berlinesi con il muro.
Man mano che proseguirono con le opere osarono sempre di più, tanto che nel 1969 volarono in Australia per letteralmente impacchettare oltre due chilometri di costa a Sydney, utilizzando oltre 93.000 metri quadrati di stoffa anti erosione assicurati con una corda. L’opera fu chiamata Wrapped Coast, One Million Square Feet e fu realizzata grazie al coinvolgimento di quindici scalatori professionisti che si occuparono di fissare il tutto alla scogliera.
Nel 1968 ci fu il primo “impacchettamento” in Italia, a essere coperti con teli di plastica e corde furono la Fontana di Piazza del Mercato e il Fortilizio dei Mulini a Spoleto, mentre nel 1969 a subire la stessa sorte fu il Chicago Museum. Nel 1970 in occasione del Funerale del Nouveau Réalisme, impacchettarono a Milano il monumento a Leonardo da Vinci di fronte alla Scala e quello di Vittorio Emanuele in piazza Duomo.
La coppia considerò New York il loro campo base e da lì viaggiarono in tutto il mondo per creare le loro opere. Non sempre però le loro creazioni resistettero al dominio degli elementi. Nel 1972 Valley Curtain, l’istallazione di una tenda nella vallata di Rifle in Colorado, fu smantellata il giorno dopo a causa del forte vento che rischiava di abbattere il tutto.
Nel 1982 circondarono le isole poco lontane da Biscayne Bay, Miami con un tessuto rosa shocking e chiamarono l’opera Surrounded Islands. Nel 1985 tornarono a Parigi per ricoprire letteralmente il Pont Neuf (che nonostante il nome è il ponte più vecchio della città) con un telo giallo ocra. Nel 1995 a subire la stessa sorte, ma con un telo argentato, fu il Reichstag di Berlino che attirò moltissimi visitatori. Dal 12 al 27 febbraio 2005 chi passava per Central Park a New York poteva percorrere The Gates, un tragitto composto da materiale arancione e 7.503 portici posti a 4 metri di distanza l’uno dall’altro.
Nel 2009 Jeanne-Claude morì a causa di un aneurisma, ma questo non pose fine ai lavori di Christo che continuò anche in nome della compagna. Il loro patto infatti era che se uno dei due fosse morto (addirittura viaggiavano su aerei separati per non rischiare una dipartita in coppia), l’altro avrebbe continuato quello che non avevano potuto finire insieme.
Visto che le due opere che aveva in corso avevano degli enormi ritardi nella realizzazione, nel 2014 Christo iniziò a pensare a quella che poi divenne una delle installazioni più visitate da lui create. The Floating Piers fu inaugurata il 18 giugno 2016 sul lago D’Iseo e consisteva in un percorso fluttuante sul lago che sviluppandosi per 3 chilometri univa Sulzano a Monte Isola e all’isola di San Paolo. Per creare tutto ciò furono utilizzati 220.00 cubi in polietilene e 100.000 metri quadri di tessuto giallo brillante (l’artista volle la tonalità giallo dalia).
Il successo fu incredibile, dopo due giorni erano già 100.000 le persone che avevano passeggiato sul lago. In una conferenza stampa il 20 giugno, l’artista dichiarò che una volta smantellata, l’opera non sarebbe stata più riprodotta da nessuna parte. Il 23 giugno a causa dell’alta affluenza fu deciso di chiudere l’accesso durante la notte perché le code erano chilometriche e causavano notevoli disagi alla popolazione. L’installazione fu chiusa il 3 luglio successivo e si calcolò che le persone che l’avevano “visitata” furono oltre 1 milione e mezzo. Fedele a quanto detto il 4 iniziarono le operazioni di smantellamento.
Christo e Jeanne-Claude hanno sempre affermato che le loro opere sarebbero continuate anche dopo la loro morte e per questo nel comunicato pubblicato ieri sulla loro pagina Facebook è stato ribadito che la mostra a loro dedicata si terrà al Centre George Pompidou , in quella Parigi che li fece incontrare, da luglio a ottobre 2020 e anche l’opera L’Arc de Triomphe, Wrapped avrà luogo dal 18 settembre al 3 ottobre 2021.
Christo un volta affermò che “Bellezza, scienza e arte trionferanno sempre” continuare le sue opere è un modo perché ciò avvenga.