Tinin Mantegazza, conosciuto dal grande pubblico come il padre del pupazzo Dodò, protagonista del programma per bambini L’albero azzurro, si è spento all’età di 89 anni, il 1 giugno 2020, per un malore presso l’ospedale Bufalini di Cesana a Cesenatico. Nacque il 20 febbraio del 1931 a Varazze, ma visse e si formò a Milano.
Fu un artista poliedrico poichè spaziò dalla pittura, all’illustrazione, alla scenografia. Fu inoltre scrittore, animatore e organizzatore teatrale cabaretterista. Si formò nella Milano che comprendeva il teatro di Dario Fo e di Strehler e tutti i vari teatri alternativi degli anni 70 come il CRT, il Teatro dell’Elfo, Teatro Officina e Teatro Verdi.
Gli anni ’50 e ’60 tra illustrazioni, mostre, cabaret, teatro di animazione.
Tinin Mantegazza collaborò col Corriere dei Piccoli dal 1950, specializzandosi nelle illustrazioni per i ragazzi. Nel 1952 espone dei disegni per la Galleria San Fedele di Milano e stringe amicizia con gli artisti dell’ambiente. Nel 1953 realizza insieme ad altri colleghi la decorazione del Locale Esistenzialista Santa Tecla di Milano. Prende parte al gruppo di Pittura Nucleare con Fontana e Sassu. Nel 1957 collabora come Illustratore per il quotidiano La Notte.
Negli anni Sessanta fondò la Galleria La Muffola dove si facevano mostre e cabaret. Nel 1964 con Bruno Lauzi, Cochi e Renato e il compositore Gino Negri fondarono il club Cab 64, nel quale mossero i primi passi Enzo Jannacci, Giorgio Gaber, Maria Monti e Paolo Poli.
Nel 1962, insieme a sua moglie Velia comincia un percorso nel Teatro di animazione, ma già dal 1958 erano cominciate le collaborazioni con la RAI grazie all’incontro con Raffaele Crovi. Prenderanno vita sceneggiati come Gulliver, Alice nel Paese delle Meraviglie, Telefiabe, Il Bosco degli animatti e Il giro del mondo in Ottanta giorni.
Il Teatro dei Ragazzi e la Compagnia del Buratto
Nel 1975 i coniugi Mantegazza fondarono la Compagnia del Teatro del Buratto con la quale misero in scena degli spettacoli del teatro di animazione L’Histoire du Soldat del 1975, musiche di Igor Stravinskij, Pierino e il lupo di Prokofiev nel 1976, Cipì di Mario Lodi nel 1978, fino a quello Quello Stolfo da Ferrara, liberamente tratto dall’Orlando Furioso, con testo di Raffaele Crovi, musiche originali di Franco Battiato e Giusto Pio, scene e costumi di Enrico Lui e di Tinin e la regia di Velia, vincitore nel 1983 del Premio E.T.I. Stregagatto come migliore spettacolo. L’esperienza al Teatro del Buratto si concluse nel 1986 e Tinin Mantegazza riprende i suoi numerosi impegni giornalistici e televisivi.
Dodò e “L’albero azzurro”
Nel 1985 Tinin Mantegazza inventa l’uccello Dodò, protagonista del programma per ragazzi L’Albero Azzurro che accompagnerà tra gioie e scoperte, momenti di divertimento e di pura creatività, diverse generazioni, anche le più recenti, poichè il programma verrà spostato nel canale tematico di Rai Yo Yo.
Inizia inoltre nel 1989 una collaborazione come illustratore di Enzo Biagi, per il quale realizzerà delle schede di approfondimento aventi come protagonista il Signor Toto.
Tinin Mantegazza a Cesenatico
A Cesenatico Tinin Mantegazza si dedicò al Presepe della Marineria, al Festival dei Burattini e al Festival della Micizia. Sarà possibile dare l’ultimo saluto all’artista mercoledì 3 giugno presso La Vela di Luce a Cesenatico, una sua creazione riqualificata presso il Mercato ittico di Ponente a Cesenatico.
Queste le parole dedicate a Mantegazza dal direttore della Rai ragazzi Luca Milano:
“Tinin Mantegazza è stato un artista poliedrico e i programmi Rai per i bambini devono molto alla sua capacità di combinare il gusto per la pittura e per l’illustrazione con il racconto e con il teatro. La sua sincerità nel rapporto con i più piccoli ha permesso a un uccellaccio scapestrato e irriverente come Dodò di divenire un beniamino dei bambini per più generazioni, promuovendo la curiosità e la libertà creativa.”