Bruno Munari incontra la poesia di Gianni Rodari e il tutto prende forma nella mostra “Tra Munari e Rodari” al Palazzo delle Esposizioni a Roma dal 16 giugno al 28 ottobre, organizzata in collaborazione col Comitato Promotore delle celebrazioni dell’Anno Rodariano, istituito da Biblioteche di Roma e con la Corraini editore, con il quale Munari ha lavorato per più di venti anni ed è presente con ben 60 titoli.
La mostra traccia i punti di incontro tra due artisti che sono stati confinati nel mondo dell’infanzia, ma che in realtà hanno fornito le chiavi per sviluppare un pensiero artistico che educhi alla libertà di pensiero. Leggerezza, ironia, stupore sono le caratteristiche che li accomunano. La proficua collaborazione che hanno avuto per Einaudi editore è stato il frutto di questa grande affinità.
Questo è quanto afferma Paolo Fallai, Presidente di Biblioteche di Roma, a proposito della mostra e degli effetti che i due artisti hanno avuto sull’arte e la cultura:
“Hanno punto le nostre supponenti certezze, lasciando ferite non rimarginabili. Hanno liberato le immagini e le parole, che con tanta fatica, la nostra tradizione culturale voleva inscatolare e ridurre a schemi rigidi e rassicuranti”.
Bruno Munari: facciamo un passo indietro
L’eclettico Bruno Munari nasce a Milano nel 1907 e inizia la sua carriera con i Futuristi dai quali poi si distacca. Nel 1933 inventa “le macchine inutili”, realizzate con forme semplici appese al soffitto per mezzo di materiali leggeri, come fili di seta e bastoncini. In questo modo Munari creò quello che era per i futuristi l’idea del movimento. I suoi maestri furono Depero e Balla. Tra il 1934 e il 1936 si dedica alla pittura astratta e nel 1948 fonda con Soldati, Monnet e Dorfles il MAC (Movimento per l’Arte Concreta).
Negli anni ’50 sperimentò delle installazioni dette “sculture concave-convesse” e tra il 1949 e il 1965 i dipinti “positivi-negativi” che nascevano da una sperimentazione visiva con la luce polarizzata. La curiosità per le forme astratte semplici era legata al desiderio di libertà espressiva e al gusto per l’imprevisto.
Bruno Munari, il MAC e la collaborazione con la casa editrice Corraini
Il concetto dell’autonomia estetica degli oggetti verrà poi applicato al design industriale, nella pubblicità e anche nei libri scolastici. I punti fondamentali della poetica di Bruno Munari sono quindi: lo sviluppo della creatività tramite il gioco, una sintesi delle arti, che sperimentò con il MAC, attraverso la fusione della pittura tradizionale con i vari strumenti di comunicazione. In sostanza una fusione tra arte e tecnica. Anche i giochi per bambini dovevano essere non finiti poichè dovevano stimolare la creatività del bambino e trasformarsi in altro.
Negli anni ’70 incontra Marzia e Maurizio Corraini, i quali erano interessati all’approccio progettuale all’arte, ossia un’idea che diventa un prodotto in serie per diventare accessibile a un pubblico ampio, pertanto ritennero Munari idoneo per portare avanti questo progetto che era già iniziato con Danese ed era intitolato E se giocare fosse una cosa seria. Per una panoramica sulla collaborazione Corraini-Munari visita il sito www.corraini.com/it/autori/scheda/125/Bruno-Munari
Bruno Munari e i Libri illeggibili
Fu con la Corraini che nacquero i Libri illeggibili. Il concetto di partenza è capire cosa può comunicare un libro al primo sguardo. Un Libro illeggibile può essere composto da un collage non incollato che cambia a seconda dell’azione che svolge il lettore, il quale ha la possibilità di creare la sua storia attraverso la fantasia e un uso sapiente e coordinato dei cinque sensi. Lo sguardo e la manualità costituiscono infatti i primi strumenti di conoscenza del bambino.
A proposito dell’arte intesa come pensiero creativo e libertà Munari affermava che:
“Un bambino che impara che il cielo non è sempre e solo blu è un bambino che probabilmente in futuro saprà trovare più soluzioni creative a un problema, che sarà più pronto a discutere e a non subire”.
Bruno Munari e Gianni Rodari: l’incontro
Negli anni ’20 nasce anche la poetica surrealista che Rodari ha modo di studiare dalla sua prima adolescenza e la reinterpreta con un metodo personale che porterà ad una piccola rivoluzione linguistica nel secondo Novecento. Protagonisti delle fiabe e filastrocche di Rodari non saranno più principi e principesse, ma persone della quotidianità e oggetti di uso comune.
Da giornalista Rodari osserva la realtà e la reinterpreta in chiave fantastica. Anche la ricerca di Munari si orienta sul quotidiano. Rodari aveva sicuramente preso visione delle varie mostre di Munari.
Munari e Rodari si incontrano con la Giulio Einaudi editore
Giulio Einaudi crea l’incontro tra i due artisti nel 1960 con Filastrocche in cielo e in terra di Gianni Rodari in cui Munari interpreta molto bene il non sense dell’autore e illustra tutte le sue filastrocche attraverso dei finti scarabocchi.
Nel 1962 Munari illustra Favole al telefono e Il Pianeta degli alberi di Natale, nel 1964 Il libro degli errori e nel 1966 La torta in cielo con gli alunni della maestra Pigiaretti in una scuola del Trullo a Roma. L’opera contiene uno studio sui volti che Munari aveva già realizzato tra il 64 e il 66 e pubblicato in Arte come mestiere.
Bruno Munari, illustrazione per Filastrocche in cielo e in terra di Gianni Rodari
Nel 1978 Munari illustra C’era due volte il Barone Lamberto e nel 1980 Il gioco dei quattro cantoni. Quest’ultimo contiene in copertina e al suo interno illustrazioni di alberi, un altro soggetto trattato e studiato dall’artista e pubblicato in Disegno dell’albero.
Anche Rodari come Munari era fautore di un linguaggio e uno studio democratico. Tutti i bambini di tutte le classi sociali devono avere uguale accesso all’arte, alla cultura, all’espressione artistica. In Grammatica della Fantasia Rodari afferma:
“Tutti gli usi della parola a tutti mi sembra un buon motto, dal bel suono democratico. Non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo.”
C’era due volte il Barone Lamberto, Gianni Rodari illustrazione di Munari
Oggi anche l’attrice e operatrice teatrale Helga Dentale, ideatrice del metodo Teatro in gioco si ispira a Munari e ad altri artisti contemporanei, poichè l’atto creativo e l’accesso alla bellezza devono diventare atti educativi, attraverso i quali formare la personalità del bambino, indipendentemente dal fatto che diventi o meno un artista. Caro Icrewer, se ti interessa conoscere il metodo Helga Dentale puoi visitare il sito www.teatroingioco.it
Filastrocche animate
L’evento è un efficace strumento per le famiglie per interagire con l’istituzione museale che non è più un tempio inaccessibile, bensì un luogo di crescita all’interno della città. Strettamente connessa alla mostra è l’iniziativa delle Filastrocche animate, illustrata da cinque artisti: Andrea Antinori, Marianna Coppo, Mariachiara Di Giorgio, Massimiliano Di Lauro e Alessandro Sanna.
I ragazzi seguendo i tutorial degli artisti potranno realizzare dei lavori e inviarli alla mail scaffaledarte@palaexpo.it . Gli elaborati saranno così selezionati, inseriti sul sito ed eventualmente esposti all’interno della mostra. Informazioni al sito www.palazzoesposizioni.it/mostra/tra-munari-e-rodari
Caro Icrewer non perdere l’occasione di passare una bella giornata con i tuoi bambini o per riscoprire lo stupore infantile.