Il grande pubblico potrà finalmente godere della vista dei due splendidi bronzi del periodo ellenistico conservati nella splendida cornice di Palazzo Massimo a Roma, il famoso museo ospita capolavori dell’arte antica ed importanti collezioni numismatiche (di monete), parliamo de Il Pugilatore (o semplicemente Il Pugile in riposo) e il Principe ellenistico.
I due bronzi capolavoro assoluto dell’arte greca
Il primo dei due bronzi che andremo a conoscere, è Il Pugilatore, ovvero la statua in bronzo di un pugile dopo la fine d un incontro. Il soggetto, infatti, ha ancora le mani fasciate e indossa i caestus (i guantoni dell’epoca ellenistica) tipici degli sportivi che gareggiavano nella disciplina pugilistica; il corpo muscoloso e perfetto, anche se non più giovane e comunque definito in ogni dettaglio e conserva sul corpo i segni di numerosi incontri, rafforzando l’idea del pugile. La barba lunga lo presentano nella sua rudezza, l’espressione del volto e la posizione seduta, rivelano che ha addosso ancora le fatiche del combattimento.
L’opera risale al IV a.C. ed è stata attribuita a Lisippo, grande maestro della scultura greca classica, famoso anche per i bronzi che ritraggono Alessandro Magno.
La testa girata, esprime a pieno l’idea di Lisippo del kairos, oggi diremmo “cogliere l’attimo”, un momento ideale, perfetto di espressione.
Forse Lisippo, se fosse vissuto nella nostra epoca, avrebbe amato la fotografia, perché il suo pugile è di fatto l’istantanea di un momento che materializza e “incarna” un lasso di tempo più lungo e racconta tutta una storia, infatti non è difficile, osservando il primo dei due bronzi, immaginare il passato del soggetto ed l’immediato futuro.
Il ritrovamento risale al 1885, nei pressi del Convento di San Silvestro, sul colle Quirinale.
L’archeologo Rodolfo Lanciani, che in quell’anno era il segretario della Commissione Archeolgica Comunale, scrisse:
…non ho mai provato un’impressione straordinaria simile a quella creata dalla vista di questo magnifico esemplare di un atleta semi-barbaro, uscente lentamente dal terreno come se si svegliasse da un lungo sonno dopo i suoi valorosi combattimenti.
Lanciani racconta che la statua era stata coperta per essere nascosta per molto tempo, addirittura aveva della terra setacciata per conservarne il bronzo, come se il tempo per lei si fosse fermato.
Il secondo dei due bronzi è Il Principe ellenistico, fu trovato anch’esso nello stesso scavo del Il Pugilatore, durante i lavori per la costruzione del Teatro Nazionale.
Anche questo bronzo, come l’altro è stato realizzato a cera persa, ovvero realizzando la scultura vera e propria intagliando e modellando la cera, attorno ad essa viene poi costruito un calco in gesso, nel quale viene colato successivamente il metallo che fonde la cera che si disperde (a cera persa appunto, metodo usato anche in oreficeria ed ancora in uso).
Questa statua non ha la stessa capacità narrante dell’altra, ma possiede in se tutto lo splendore della scultura classica greca.
La punta della lancia a cui è appoggiato il soggetto è andata persa.
Si ritiene che si tratti di un personaggio nobile, forse Attalo II, o comunque un greco che aveva combattuto contro i romani. Secondo alcuni anche questa opera sarebbe riconducibile a Lisippo, ma non tutti gli studiosi sono concordi, poiché alcuni ritengono che i due bronzi siano periodi diversi, quest’ultimo in particolare, dovrebbe essere un secolo più giovane.
Anche questo bronzo è giunto in ottime condizioni ed ha un’altezza considerevole, poiché supera i 2 metri.
I bronzi di nuovo visibili a tutti
Palazzo Massimo, una delle sedi del Museo Nazionale Romano, ha riaperto al pubblico, per la gioia degli amanti dell’arte antica, due giorni fa.
I due bronzi, sono stati sottoposti ad un restauro per necessità di manutenzione straordinaria che è finalmente giunto al termine, per mostrarsi in tutta la loro magnificenza ai visitatori del museo.