Arturo Toscanini e Giacomo Puccini, due forti personalità di caratura internazionale che nei primi anni del ‘900 assaporarono l’apice della propria fama ma anche due grandi amici che in un momento storico di grande fermento per il mondo e per la stessa Italia, ebbero idee ed atteggiamenti diversi fino a diventare opposti che fecero scaturire liti furibonde che sembravano aver messo fine ad un’amicizia solida.
Arturo Toscanini e Giacomo Puccini tra grandi litigi e plateali rappacificazioni
Arturo Toscanini, il direttore d’orchestra di origini parmensi dal carattere più che deciso, ha calcato i più importanti palcoscenici del mondo, dirigendo le maggiori orchestre di tutti i tempi. Famoso per il suo temperamento che poco spazio concedeva al contraddittorio, specialmente nel suo lavoro non lasciava nulla al caso, guadagnandosi la fama di burbero e intransigente; qualità che però lo fecero diventare il più grande di tutti i tempi, tanto che i giornali dell’epoca narrano di esecuzioni magistrali e perfette che ricevevano i favori della critica ma soprattutto dell’intransigente pubblico.
Pubblico che Arturo Toscanini educò proponendo un nuovo stile ed un nuovo modo di fare musica completamente diverso dai canoni fino ad allora contemplati, facendo diventare il teatro un luogo di cultura e non di semplice svago.
Giacomo Puccini invece, un carattere decisamente diverso dall’amico Arturo Toscanini. Più schivo e introverso, mal tollerò gli aspetti mondani del suo successo tanto che non appena le condizioni economiche lo consentirono, si trasferì in una villa a Torre del Lago, frazione di Viareggio che oggi ha assunto il nome di Torre del Lago Puccini in suo onore; un rifugio tranquillo dove rifugiarsi alla vita bucolica dopo le impegnative tournée in giro per il mondo. A seguirlo la moglie Elvira Bonturi, donna che ispirò la maggior parte delle eroine pucciniane ma che ebbe con il compositore un rapporto estremo fatto di momenti a volte ingestibili.
Arturo Toscanini e Giacomo Puccini una grande amicizia
Tra Arturo Toscanini e Giacomo Puccini, due grandi interpreti della scena musicale dei primo Novecento, portarono avanti la loro amicizia un po’ come Giacomo Puccini portò avanti il suo rapporto con la moglie Elvira: forti litigi e commoventi ritorni. La delicata personalità di Puccini che spesso si manifestava in momenti di forte insicurezza e timidezza, si scontrò con il temperamento travolgente di Arturo Toscanini, deciso, sicuro e spavaldo. Non sono, i loro caratteri, opposti che s’attraggono, quindi in grado di sopportarsi e compensarsi.
Questa loro distanza caratteriale non gli permise di collaborare in campo musicale con grande rammarico per ciò che due grandi geni, avrebbero potuto creare insieme.
Un estremo momento di distacco nei loro rapporti sarà causato dall’entrata in guerra dell’Italia. Siamo 1914, e le idee interventiste di Arturo Toscanini si scontrano con l’atteggiamento definito quasi ambiguo di Giacomo Puccini, quasi timoroso di urtare la sensibilità dei suoi contatti tedeschi, con i quali e proprio in quel periodo, era in stretto contatto per questioni d’affari.
Queste posizioni divergenti portarono alla rottura tra i due nel momento in cui Giacomo Puccini si rifiutò di firmare un documento, sottoscritto per altro da molte personalità del mondo artistico contro il bombardamento di Reims da parte dell’unità aerea tedesca.
Saputo ciò il maestro Arturo Toscanini andò su tutte le furie e si premunì di far sapere all’ormai ex amico Puccini di tenersi alla larga da lui per non incorrere in una sonora dose di meritati schiaffi.
Sarà però il tempo a smussare gli angoli delle loro incomprensioni: nel 1922 le distanze tra Arturo Toscanini e il Maestro di Torre del Lago sono ormai un ricordo e nel ’24, Arturo Toscanini prenderà l’impegno di dirigere l’ancora incompiuta Turandot.
Arturo Toscanini manterrà tale promessa qualche mese dopo aver accompagnato l’amico con la Marcia funebre dell’Edgar.
Esattamente un anno dopo, nella prima rappresentazione della Madama Butterfly, dopo il bruttissimo fiasco della prima nel 1904, Arturo Toscanini omaggiò Elvira Bonturi con un ventaglio di scena e su una stecca del quale scrisse una dedica di suo pugno a ricordo del caro amico scomparso.
E’ notizia di questi giorni che il ventaglio donato da Arturo Toscanini in quell’occasione, è stato concesso dalla famiglia Orlandini che ne ha la proprietà, in comodato d’uso gratuito, al Museo casa natale Giacomo Puccini affinché possa continuare a testimoniare l’esistenza di un’amicizia forte e burrascosa come quella tra i due più grandi del ‘900.