Il Palacio de cristal di Madrid, in collaborazione col Museo Reina Sofia ha accolto le installazioni dell’artista kosovaro Petrit Halilaj. Si tratta della prima installazione dopo il lockdown che viene concepita nel segno dell’amore e del recupero delle relazioni umane. Un grosso nido simboleggia lo spirito di questa mostra dal titolo To a raven and hurricanes that from unknown places bring back smells of humans in love che viene tradotto con “Per un corvo e per gli uragani che da luoghi sconosciuti portano l’odore di esseri umani innamorati”.
Il visitatore ha la sensazione di sentirsi ridimensionato se non addirittura rimpicciolito nei confronti della natura che domina incontrastata attraverso fiori di grandi dimensioni. Particolarmente suggestiva è la scultura History of a Hug, che rappresenta un corvo bianco nell’atto di abbracciare un’asse di legno.
Diversità ed accettazione sono quindi racchiuse in questa scultura per sintetizzare la vita di un artista che da sempre ha dovuto fare i conti col sentirsi diverso perchè straniero e omosessuale. A 13 anni trascorse due anni in un campo profughi per via della guerra in Kosovo e in seguito lasciò il suo paese.
Questo è quanto dichiarano gli organizzatori:
“L’attuale crisi ha messo a nudo la debolezza del sistema economico su cui poggia il mondo e l’insostenibilità della crescita illimitata a scapito della natura. Ha messo in evidenza la nostra vulnerabilità e interdipendenza e ha fatto capire come la cura e il mutuo soccorso siano essenziali per la sopravvivenza collettiva. Con questo nido, Halilaj offre un rifugio e ci induce a credere in un futuro diverso da quello che sembra profilarsi all’orizzonte”
Il percorso visitabile fino a febbraio 2021 si snoda sia all’interno che all’esterno ed è integrato dalla presenza dei volatili del Parque del Retiro, al fine di rafforzare il concetto di libertà.
History of a Hug
Palacio de Cristal di Madrid: la storia
Il Palacio de Cristal è una struttura in vetro e metallo in stile Vittoriano che fu progettata nel 1887 da Ricardo Velasquez Bosco in occasione dell’Esposizione delle Isole Filippine. Bosco si ispirò al Crystal Palace di Londra, progettato da Joseph Paxton e costruito nel 1851 per ospitare la prima Esposizione Universale.
Il Palacio de Cristal si trova all’interno del Parque del Retiro, uno dei principali punti di attrazione turistica che si estende per 118 ettari. La struttura è circondata da ippocastani. Ai piedi del Palazzo c’è un lago artificiale e un esemplare di Cipresso Calvo delle Paludi la cui peculiarità consiste nell’avere parte del tronco e radici sotto la superficie dell’acqua.
Il Palacio de Cristal è stato ristrutturato nel 1975 e ospita mostre di arte contemporanea.
Palacio de cristal
Petrit Halilaj, andiamo a scoprire l’artista
Le installazioni di Petrit Halilaj coadiuvato da Alvaro Urbano, formano quindi una fusione con il paesaggio e l’atmosfera del Palacio de Cristal, di per se’ un esempio di fusione tra natura e intervento umano.
Ma chi è questo artista?
Petrit Halilaj rappresenta la forza dell’immagine che diventa fuga, necessità, bisogno forte di comunicare un disagio, una paura e uno stato di emergenza. Passò un periodo della sua vita in un campo profughi e venne in Italia tra il 1991 e il 2001, il periodo delle guerre nella ex Jugoslavia. Fu uno psicologo di Mantova che riuscì ad interpretare la forza dei disegni di Petrit e lo indirizzò all‘Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.
Nel 2010 durante la VI biennale di Berlino espose la ricostruzione scultorea di una casa ricostruita dai suoi genitori per dare nuova vita alla casa di origine in K0sovo che fu rasa al suolo dai bombardamenti durante la guerra del 1998-1999. Inoltre nel 2013 ha rappresentato la Repubblica del Kosovo alla 55a Biennale di Venezia.
Petrit Halilaj
“Dai diamanti non nasce niente, dal letame che nascono i fior” (Fabrizio De Andre’)
Vedere il tripudio di fiori e di uccelli di Petrit Halilaj nel Palacio di Cristal di Madrid, potrebbe quindi essere un’esperienza unica. Un’immersione in ciò che è stato un trauma, una distruzione morale e materiale che però non ha smarrito un’anima rigenerata grazie all’espressione artistica.
Questi sono messaggi positivi per l’umanità intera. I fiori in acciaio installati con l’aiuto del compagno di vita Alvaro Urbano dovrebbero crescere laddove ci sono state morti e distruzioni, ma anche nelle nostre case per testimoniare questo tempo sospeso che ha rappresentato anche la cura dei nostri affetti.
Caro Icrewer se vuoi visitare il Palacio de Cristal e vedere le installazioni di Petrit Halilaj vai sul sito del Museo Reina Sofia.