Sembra assurdo come a rimetterci sia sempre la cultura. Dopo la convocazione di Dario Franceschini, Ministro della cultura, sull’apertura musei, all’inizio della seconda fase lockdown, molti restano ancora chiusi ed alcuni hanno subito gravi danni come il Museo Nazionale di Ravenna, aperto lo scorso 3 luglio. La direttrice Emanuela Fiori ha annunciato con gioia l’ irrefrenabile voglia di ripartenza, ma il museo resta chiuso al pubblico 5 giorni su 7, anche durante i weekend, giorni fondamentali, soprattutto, per queste “vacanze italiane”, nei quali si creano spostamenti di moltitudini di turisti stranieri e non, interessati a scoprire la nostra arte, la nostra cultura.
L’emergenza sanitaria epidemiologica ha già dimezzato di tanto i viaggi, le prenotazioni, gli spostamenti di turisti e a risentirne di più ne è stata proprio l’Italia e il suo settore terziario, una nazione che vive di turismo sia per i suoi incredibili e bellissimi paesaggi e per le spiagge della zona costiera, sia per la sua storia e la sua arte che da sempre affascina tutto il mondo.
Il Museo Nazionale di Ravenna è stato l’ultimo museo del polo museale di Ravenna ad accogliere i visitatori, a ritornare alla sua fruibilità, ma ciò non è più possibile, o meglio, è possibile ma con delle limitazioni.
Ma perche questo? Quali le vere ragioni?
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Tutto è iniziato il 3 luglio 2020, quando il Museo Nazionale di Ravenna, con precedente campagna pubblicitaria, ha pubblicato sui suoi social network un video di benvenuto eccezionale e coinvolgente svolto dalla Direzione Generale musei dell’Emilia Romagna : “We are Open”, “Siamo aperti”, hanno scritto, entusiasti della riapertura post-lockdown.
Il Museo Nazionale di Ravenna, nonostante sia il punto di riferimento per la città ravennese, essendo testimonianza dell’arte del periodo tardo romano e bizantino, è stato l’ultimo dei musei ravennati ad aprire, in seguito alla comunicazione da parte del Mibact di ripresa e riapertura lenta e progressiva dei musei italiani, svoltasi a macchia di leopardo in tutte le regioni italiane a partire dal 18 maggio 2020. (Di recente apertura è stato il Museo Nazionale del Bargello, 7 agosto 2020)
Tutto pronto, tutto organizzato, tanta gioia nel riaprire, nei post pubblicati appaiono orari e giorni ed informazioni di accesso. Ed è proprio qui che salta all’occhio dei più attenti amanti della cultura una stranezza: “Aperti Martedi e Venerdi dalle 8.30 alle 19.30 e la prima domenica del mese”.
“Come mai? Perchè siete aperti solo due giorni?” Sono state le domande dei visitatori, i quali hanno avuto una triste e sconcertante risposta laconica dalla Direzione Generale musei dell’Emilia-Romagna, che gestisce il sito museale: “Carenza di personale”.
Ma è solo questa la motivazione?
Museo Nazionale di Ravenna “Carenza di personale” ma “Non possiamo assumere”
Al Museo Nazionale di Ravenna, come in molti musei, sono stati sempre di notevole importanza i servizi di volontariato, in particolar modo in questo caso, dei volontari Auser, associazione di volontariato e promozione sociale, volontari al servizio della comunità, i quali, per motivi di sicurezza sanitaria, non possono più prestare servizio.
Il servizio dei volontari Auser è sempre stata una realtà attiva, parte integrante del Museo Nazionale di Ravenna, agendo da servitori della cultura, sono figure fondamentali al pari dei dipendenti e svolgono la loro vocazione di volontariato nel rispetto della mission del museo, per garantire la tutela, la valorizzazione e la fruizione del patrimonio culturale.
“il problema non si riassume solo nella mancanza dei volontari Auser, il volontariato non è mai una componente prioritaria ma una valida risorsa nei nostri siti..”
puntualizza la direttrice del Museo, Emanuela Fiori, la quale affermò già in un contatto telefonico con RavennaeDintorni, la difficoltà di mostrare alcune delle sale del museo per mancanza di personale.
Ma dopo il periodo post Covid, i volontari Auser per sicurezza sanitaria non possono più prestare servizio, il loro contributo non è attivo e perciò il museo Nazionale di Ravenna è stato costretto a diminuire di gran lunga i suoi giorni di apertura pur di aprirlo nel rispetto della cultura e della sua mission. Ciò è da apprezzare, tutto questo grazie alla direttrice del Museo Emanuela Fiori, quel “fiori” del suo cognome che richiama la dolcezza delle numerose fotografie spesso pubblicate dal museo, di fiori e rose delicate che crescono nel chiostro e sono parte integrante del museo.
“Voi siete le nostre star”
E’ il commento del Museo Nazionale di Ravenna, sotto una foto pubblicata sui social, che raffigura la presenza dei visitatori al museo.
Ma non è tutto. Un’altra problematica importante è che, il Museo, non solo non ha il supporto dei volontari Auser, ma non può neanche assumere personale.
“Non possiamo assumere. Il concorso Mibact è bloccato”
Il Museo Nazionale di Ravenna potrebbe facilmente risolvere la situazione assumendo personale adatto, come addetti alla vigilanza e accoglienza, ma ciò non è possibile, perchè il museo è statale e, quindi, il personale è gestito direttamente dal Mibact e per diventare assistenti alla vigilanza e accoglienza non bastano solo gli studi artistici, di Accademie o dei beni culturali, ma bisogna prepararsi e superare un concorso indetto dal Mibact.
Il famoso “concorsone” emanato, lo scorso Novembre, dal MIBACT, Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, con assunzione di 1052 addetti alla vigilanza e accoglienza nei siti museali, è stato sospeso, dopo la prima fase di selezione, dall’emergenza sanitaria ancora in atto e non è ancora certa la data della sua ripresa.
La Direzione Generale Musei dell’Emilia-Romagna, che si occupa della gestione del sito del Museo Nazionale di Ravenna, ha però dato un barlume di speranza commenando all’ennesima richiesta di un utente: “E’ in programma una riunione per risolvere la questione”.
Ma come possiamo realmente prestare servizio nei musei, qual è questo famigerato concorso di cui tutti parlano?
Il “concorsone” Mibact per lavorare nei musei
Il Mibact, Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, in data 9 Agosto 2019, pubblicò in Gazzetta Ufficiale il tanto atteso bando per il reclutamento di 1052 unità di assistenti alla vigilanza ed accoglienza museale con inquadramento nella II Area funzionale con posizione economica F2.
Il bando prevedeva la partecipazione di utenti in possesso del diploma di scuola secondaria superiore e la preparazione in ambito museale con superamento di 3 prove suddivise in prova preselettiva, scritta ed orale. E’ stato definito il concorsone dell’anno per le numerosissime richieste di partecipazione, dato che non si vedeva tale concorso da anni in ambito di beni culturali, 200.000 domande di partecipazione per 1052 unità da assumere. Ma dopo la prima prova selettiva, a causa dell’emergenza sanitaria, la prova scritta prevista per marzo 2020 è stata sospesa a data da definire, ancora oggi.
Questo concorsone è stato proposto dal Ministero proprio per l’ imminente bisogno, a carico delle strutture museali statali, di personale, dato che i musei statali non possono assumere personale di loro spontanea volontà, se questi prima non abbiamo superato un concorso indetto dal Mibact e siano passati sotto commissione per accertarne la preparazione. E’ anche questo il motivo per il quale molti musei statali, soffrono di mancanza di personale, come il Museo Nazionale di Ravenna.
Alla scoperta del Museo Nazionale di Ravenna
Il Museo Nazionale di Ravenna si trova nella Basilica di San Vitale a Ravenna. L’edificio, nel quale il museo è ospitato, è ricco di storia ed arte. Quando camminate su quel pavimento sappiate che state calpestando delle fondamenta importanti nella storia dell’arte italiana, quando toccate quelle colonne state toccando lo stesso punto dei vostri antenati, quando vedete semplicemente quella struttura, sappiate che stiamo ammirando un edificio che è stato costruito nel 526, un edificio che ha secoli di storia intrinseca di fatti, avvenimenti, eventi.
Non per questo, la Basilica di San Vitale dove oggi si trova il Museo Nazionale di Ravenna, è stata inserita nella lista dei siti italiani Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, all’interno di “Monumenti paleocristiani di Ravenna”-
Il Museo Nazionale di Ravenna combina elementi architettonici romani con elementi bizantini. E’ un capolavoro di arte bizantina e paleocristiana, con addizioni dei secoli successivi, tanto che, oltre ad aver sede in un edificio protetto, dichiarato Patrimonio dell’Umanità, vanta del fatto di essersi creato proprio grazie ad un’importante ed antica eredità lasciata dai monaci benedettini e proveniente dal loro collezionismo.
Con la soppressione degli ordini religiosi questa grande collezione è rimasta di proprietà del Comune e, inizialmente, il museo divenne municipale, ma la successiva scoperta di reperti archeologici, di oggetti e manufatti artistici, incrementarono sempre più la collezione la quale venne riorganizzata dallo scultore Enrico Pazzi, fondatore del museo. Nel 1887 il museo divenne statale e successivamente nel 1913 fu trasferito negli ambienti e nel chiostro della Basilica di San Vitale.
Il Museo Nazionale di Ravenna presenta una collezione molto articolata che va dai reperti archeologici alle icone bizantine, avori, arte numismatica, lapidari, ceramiche e sculture. Il percorso è arzigogolato, si articola lungo i tre chiostri originari del monastero dei benedettini e partendo dal bellissimo e caratteristico chiostro detto “chiostro della cisterna” possiamo osservare una parte dei reperti del famoso “lapidario classense”, marmi realizzati nel ‘700 dai monaci classense e reperti aggiunti di altra provenienza come una lastra marmorea realizzata nei primi anni del ‘500 e ritrovata in prossimità del Mausoleo di Galla Placidia, le stele ravennate famose e la vasta serie di sarcofagi appartenenti al I e al II secolo e quelli più noti che vanno dal V al VI secolo.
Caratteristico è il passaggio al secondo piano che si attua attraversando un elegante scalone settecentesco, “lo scalone Fiandrini”, trattasi di un’addizione rinascimentale che collega le due parti del monastero, ornato da sculture di epoca barocca, tanto da diventare egli stesso scultura rinascimentale calpestabile. Il colore bianco dello scalone e delle mure si fondono con il candore della ceramica bianca delle sculture, lasciandoci senza parole.
Salendo poi ai piani superiori troviamo un’importante collezione di avori, una delle più importanti italiane, dipinti, nucleo cospicuo icone bizantine, una sezione dedicata alla ceramiche e alle armi medioevali. E’ presente anche una riproduzione di un’ antica farmacia con mobilio settecentesco e ceramiche appartenenti.
Importanti reperti, all’interno del museo, sono i mosaici pavimentali provenienti dall’area della Basilica classicana di San Severo. I più celebri, sono reperti provenienti da monumenti paleocristiani e bizantini dichiarati Patrimonio dell’Umanità Unesco, come le transenne e la croce di San Vitale e la sinopia preparatoria al mosaico di Sant’Apollinare in Classe.
Il museo custodisce anche un prestigioso ciclo di affreschi del Trecento, proveniente dall’antica Chiesa di Santa Chiara a Ravenna.
Museo Nazionale di Ravenna orari e modalità
Il Museo, momentaneamente, per la situazione in atto, è aperto il Martedi e il Venerdi dalle 8.30 alle 19.00 e la prima domenica del mese. Le modalità di accesso sono state stabilite in ottemperanza della norma vigente epidemiologica. Qui, le informazioni.
Non resta, quindi, che sostenere la nostra arte e il coraggio di questo bellissimo museo che nonostante i 2 soli giorni di apertura, continua imperterrito ad affermare la sua mission.
E adesso premi #play al video qui sotto e lasciati trasportare dalle immagini incantevoli del chiostro, dei dipinti, delle opere del Museo Nazionale di Ravenna.