I giorni dal 15 al 18 agosto 1969 rappresentano una data importante per la storia della musica rock. Quattro giorni in cui la musica è la protagonista assoluta: stiamo parlando, ovviamente, del festival di Woodstock, tre giorni di pace e musica rock.
Woodstock 1969: storia del più grande concerto della musica rock
Quattro ragazzi con meno di 27 anni hanno avuto l’idea di organizzare il festival di Woodstock: John Roberts, Joel Rosenman, Artie Kornfeld e Michael Lang . L’inserzione, pubblicata sul New York Times e sul Wall Street Journal da Roberts e Rosenman, era così impostata: “Giovani uomini con un capitale illimitato, in cerca di valide e interessanti opportunità di investimento e proposte di business”. Il capitale illimitato era di John Roberts che aveva ereditato una somma considerevole dai suoi genitori e aveva intenzione di investirla in un progetto musicale. Tramite contatti comuni, conobbero Lang, che aveva già organizzato il Miami Pop Festival del 1968 e Kornfeld, che lavorava alla Capitol Records.
I quattro giovani ideatori e organizzatori, insieme fondarono la Woodstock Ventures Inc. e grazie alle conoscenze di Kornfeld riuscirono a ingaggiare i Creedence Clearwater Revival, il primo grande gruppo a firmare per Woodstock.
La prima location del concerto doveva essere la città di Wallkill, che ritirò la disponibilità perché temeva dei disordini. La situazione venne salvata da Elliot Tiber, titolare del motel El Monaco a White Lake. Tiber, che stava organizzando il White Lake Music and Arts Festival nella vicina Bethel, e riuscì a convincere il fattore repubblicano Max Yasgur a mettere a disposizione il suo terreno per ospitare il festival, dietro a un compenso di 75mila dollari.
Il 13 agosto le strade di Bethel furono invase pacificamente da almeno 50.000 ragazzi che hanno anticipato l’arrivo. Furono giorni di grande musica, ma anche di grande traffico: si formano lunghe code, e ci furono problemi di parcheggio.
Venerdì 15 agosto 1969: l’inizio del concerto
Il concerto di Woodstock sarebbe dovuto iniziare alle 16 di venerdì 15 agosto, ma sul palco non si vede ancora nessuno. Il palco si annulla difronte alla innumerevole folla che attende l’inizio del concerto. Sono stati venduti 186 mila biglietti ma alle 7 del mattino erano almeno in 250 mila che affollano il terreno di Max Yasgur.
Per l’apertura del concerto erano stati scelti gli Sweetwater, ma a causa del traffico non riuscirono ad arrivare in tempo. Alle 17:07, il primo a esibirsi fu Richie Havens che, con il suo percussionista e il secondo chitarrista, fece risuonare nel parco le prime note di High Flyin’ Bird. Suona per quasi un’ora, inserendo nel suo repertorio anche alcune canzoni dei Beatles: With A Little Help From My Friends, Strawberry Fields Forever ed Hey Jude.
Dopo la lunga introduzione di Richie Havens, seguirono Swami Satchidananda, gli Sweetwater , che arrivarono in elicottero, Country Joe McDonald, che si esibì senza la sua band, John Sebastian, The Incredible String Band, Bert Sommer, Tim Hardin, Melanie Safka, Arlo Guthrie. Per la conclusione del primo giorno di concerto, salì sul palco una giovanissima Joan Baez, che era al sesto mese di gravidanza, e cantò capolavori come: Oh Happy Day, The Last Thing on My Mind, I Shall Be Released, Joe Hill, Sweet Sunny South, Warm and Tender Love e We Shall Overcome, un inno pacifista cantata da tutti.
Sabato 16 agosto: sul palco salgono i Santana, Janis Joplin e The Who
Dopo la notte passata in alloggi di fortuna o completamente all’aperto, il pubblico hippie si risveglia affamato, completamente bagnato dalla pioggia, ma sempre voglioso di nuove canzoni ed emozioni. Le scorte di cibo previste per quei giorni erano già terminate, perché gli organizzatori non avrebbero mai immaginato una così enorme affluenza.
Alle ore 12:15 di sabato 16 agosto, inizia il concerto con una band ancora sconosciuta, ma che riesce a travolgere il pubblico, erano i Quill. A seguire, salì la Keef Hartley Band. Dopo queste due esibizioni, a travolgere il pubblico, ci penserà Carlos Santana con la sua band, i Santana, che con la loro versione di Soul Sacriface incantano tutti.
Nonostante la pioggia di quei giorni, il concerto continua con i Canned Heat e i Mountain. Sul palco sale anche Janis Joplin con la Kozmic Blues Band, suonando brani come: Raise Your Hand, As Good as You’ve Been to This World, To Love Somebody, Summertime e Piece of My Heart (con bis).
Il concerto di Woodstock continua con: Sly & the Family Stone, Grateful Dead, Creedence Clearwater Revival. Alle 4:00 del mattino suonarono i The Who, che pretendono di essere pagati in anticipo. Nonostante i diversi problemi, la band inglese inizia a cantare e suonare: Heaven and Hell, I Can’t Explain, It’s a Boy, I’m Free, My Generation, Amazing Journey e tante altre canzoni.
Alle 8 del mattino, a concludere il secondo giorno, si esibirono i Jefferson Airplane, che propongono ad un pubblico piuttosto assonnato ed assente canzoni tirate ed altre in versioni molto acide e psichedeliche.
Domenica 17 e lunedì 18 agosto: Joe Cocker e Jimi Hendrix
La terza giornata del festival di Woodstock, si apre alle 14:00 con la Grease Band, che introduce la calda voce di Joe Cocker, che carica la folla con Let’s Go Get Stoned cover di Ray Charles. Il concerto si interrompe per una pioggia improvvisa.
Le esibizioni riprendono solo alle 18:30 con Country Joe & The Fish, i Ten Years After, The Band, Blood, Sweat & Tears, Johnny Winter. Alle 3:00 del mattino iniziano le loro esibizioni, elettrica ed acustica, i Crosby, Stills, Nash & Young. Alle 6 di mattina sale sul palco la Paul Butterfield Blues Band. Poi suonano gli Sha-Na-Na, un gruppo formato da studenti della Columbia University, che suonano cover rock ‘n’ roll di fine anni ’50 e che divertono i presenti.
Alle 9 del mattino del 18 agosto il concerto raggiunge l’apoteosi con il concerto di Jimi Hendrix,vestito con la giacca bianca con le frange e la fascia in testa, diventando il più famoso di tutti, entrò nella storia della musica e della cultura popolare del Novecento. Il suo contributo maggiore è stato la celebre versione dell’inno americano, The Star-Spangled Banner, suonato con la sua Fender Stratocaster, imitando i suoni delle bombe sganciate sul Vietnam.
Fu un’esibizione unica e la più lunga della sua carriera, infatti durò due ore. Oltre per la celebre esecuzione dell’inno americano, Jimi Hendrix ha suonato alcuni dei suoi più grandi successi, come Red House, che Hendrix continuò a suonare con cinque corde della chitarra, perché una si era rotta. E poi Fire, Foxy Lady, Voodo Child, Purple Haze e Hey Joe, che chiuse il concerto.
Woodstock: 1994, 1999 e 2019
Il Festival di Woodstock conobbe due ripetizioni a 25 e 30 anni dalla storica ed epica edizione del 1969: nel ’94 e nel ’99. Nel 1994, a calcare il palco furono: Sheryl Crow, Aphex Twin, i Cypress Hill, i Nine Inch Nails, i Metallica, gli Aerosmith, i Cranberries, Zucchero, The Allman Brothers Band, Peter Gabriel, i Red Hot Chili Peppers, i Green Day, Paul Rodgers Rock and Blues Revue (con Slash, Neal Schon, Andy Fraser e Jason Bonham) e Bob Dylan, che 25 anni prima aveva declinato l’invito. E poi, direttamente dalla storica edizione, Joe Cocker, The Band (con Hot Tuna, Bruce Horsnby, Roger McGuinn, Rob Wesserman e Bob Weir), Santana con Eric Gales. E poi Crosby, Stills & Nash, orfani di Neil Young, ma insieme a John Sebastian.
La ripetizione di Woodstock nel 1999, 30 anni dopo, non ha avuto il successo sperato. Nonostante diversi nomi di un certo peso: da Alanis Morissette ai Chemical Brothers, dalla Dave Matthews Band a Elvis Costello, passando per Fatboy Slim, James Brown, i Jamiroquai, Kid Rock, i Korn, Limp Bizkit, Megadeth, Metallica, Moby, The Offspring, Rage Against the Machine, Red Hot Chili Peppers, Sheryl Crown.
Triste destino per Woodstock 2019, concerto che era stato organizzato per i 50 anni dall’originale. Ma a pochi giorni dall’inizio il concerto è saltato.
Impossibile ripetere un festival divenuto epico e leggendario. Ci resta solo ascoltare e rivedere le immagini del 1969 e sognare di ritrovarsi immersi tra l’amore libero che diffondevano e ricercavano gli hippies.
RICORDIAMOCI A WOODSTOCK C’ERANO I PIU’ GRANDI ARTISTI NESSUNO ESCLUSO ME’ LO’ RICORDO LO’ VISTO IN PRIMA VISIONE AL CINEMA
Insomma… Beatles, Bob Dylan, Doors, Led Zeppelin e Rolling stones non c’erano.