Kukulkan è il nome della piramide Maya che si trova nella città messicana di Chichén Itza, a cui fu dato il nome El Castillo dai conquistadores che nel scoprirla così maestosa e singolare nelle forme, ai loro occhi dovette sembrare una fortezza.
E’ ormai famosa in tutto il mondo per tutta una serie mi misteri per penetrare i quali bisogna esibirsi in complicati esercizi matematici.
Oggi l’approfondimento che ti propongo è un pochino sulla carta più leggero ma ritengo che lo sia solo quanto ad immediatezza di comprensione perché, vedrai tu stesso, l’argomento è senz’altro semplice ma la spiegazione ovviamente e come sempre lo è meno.
Ai piedi della piramide Kukulkan si possono battere le mani e misteriosamente udire un coro di nitidi cinguettii, tanti quanti le persone che si stanno misurando con lo studio del fenomeno.
Altresì, salendo con passo deciso i 91 gradini di cui è composta ognuna delle quattro scale ai lati della piramide, sembra sia certo ed univoco udire il suono della pioggia.
Due misteriose sonorità che sembrano aver rapito l’immaginario collettivo, tanto che numerosi gruppetti di turisti eseguono il copione ad arte, speranzosi di ascoltare cinguettii e pioggerella.
Kukulkan e i suoni del mistero
Il fascino delle piramidi da sempre evoca teorie per lo più avvolte dalle nebbie del mistero, suffragate da studi e ricerche approfondite che spesso hanno dimostrato la fondatezza di quelli che in precedenza erano semplici dubbi circa la spiegazione di questo o quel fenomeno.
La materia è quindi ampia e suffragata spesso da secoli di leggende alle quali si sa, poco si toglie e molto si aggiunge, fino ad arrivare a volte con il solo passaparola alla formulazione, di complete ed appaganti teorie senza fondamenta.
Ma ovviamente non è tutto fumo, considerando quindi gli studi patrocinati da questo o quel prestigioso ateneo.
Ci chiamiamo fuori dai soliti circuiti e in questa sede si vuole soltanto ma magari proprio soltanto non è, indagare sui suoni che si odono ai piedi della piramide battendo le mani o salendo qualche gradino.
Ora, che il fenomeno esista è stato ampiamente appurato ed è immediatamente verificabile dal negazionista di turno purché disposto ad un viaggetto niente male in Messico con tanto di allettante pit stop balneare ma non è questo il punto.
Sarebbe interessante sapere ma soprattutto dimostrare quanto del fenomeno sapessero i contemporanei della piramide Kukulkan e non è finita, la ciliegina sulla torta di questo disinvolto mistero sarebbe senz’altro riuscire a capire se il fenomeno sia stato voluto e quindi espressamente realizzato ad arte.
Ecco che strada facendo il piccolo e quasi scanzonato mistero di quest’oggi assume dei toni che richiedono un rispetto più reverenziale e comunque degno di considerazione al pari di altri misteri con la emme maiuscola.
Un mistero nel mistero quello della piramide di kukulkan ai cui piedi si cinguetta sotto la pioggia e la domanda nasce impertinente nel tentativo di scoprire se il nostro stupore è degli scopritori o ci viene tramandato fin dalla costruzione del primo gradone.
Fin qui tutto chiarissimo oserei dire cristallino ma le fronti tenderanno ad incresparsi nel constatare che in effetti il suono dipende dall’eco che si produce, questo perché l’eco è influenzata principalmente dalle frequenze emesse dalla fonte del suono.
Quindi il vero mistero tutt’ora irrisolto o parzialmente svelato a questo punto è se gli antichi Maya, all’epoca della costruzione della piramide, sapessero che tipo di suono avrebbe prodotto la struttura una volta completata.
Certo è che le piramidi erano deliberatamente progettate come casse di risonanza per riprodurre suoni ed echi a sorpresa ma a tutt’oggi il mistero rimane sul fatto che probabilmente i suoni risultanti fossero singolari ma del tutto casuali.
Questo naturalmente solo fin d’ora.