Chi non ha mai sentito parlare dell’opera teatrale Natale in Casa Cupiello? Opera che è figlia dell’Immenso autore, attore e regista Eduardo De Filippo. Quest’opera è stata riproposta in chiave cinematografica da Edoardo De Angelis per Rai 1.
Proprio ieri, 26 dicembre, giorno di Santo Stefano, è stata mandata in onda l’opera teatrale con protagonista Eduardo De Filippo, su Rai 5. Emozioni uniche e opera ancora attuale, che ripercorre i drammi familiari, che continuano ad esistere e a riproporsi nonostante sia un’opera lontana, temporalmente, dal 2020.
Ma grazie a Sergio Castellitto, abbiamo l’occasione per riscoprire e approfondire i veri significati che si nascondono tra le battute di Lucariello e Concetta, interpretati da Sergio Castellitto e Marina Confalone.
Natale in casa Cupiello: cast, trama e recensione
In occasione del 120° anniversario della nascita di Eduardo De Filippo, il 22 dicembre su Rai1, è stata trasmessa la trasposizione filmica del capolavoro teatrale Natale in casa Cupiello, tratto dalla commedia di Eduardo De Filippo. La prima volta che Natale in casa Cupiello andò in scena fu la notte di Natale del 1931 al Teatro Kursal, oggi trasformato in cinema, il cinema Filangieri. Il testo fu concluso nel 1934, in un’opera entrata nell’immaginario collettivo secondo lo spirito natalizio, quest’anno particolarmente mutato.
Cast
Protagonisti della versione del 2020: Sergio Castellitto (Luca Cupielo), Marina Confalone (Concetta Cupiello), Adriano Pantaleo (Tommasino Cupiello), Tony Laudadio (Pasquale Cupiello), Pina Turco (Ninuccia Cupiello) e con Alessio Lapice (Vittorio Elia) e Antonio Milo (Nicola Percuoco).
Luca Cupiello (Sergio Castellitto) In casa lo chiamano Lucariello. È Natale e la sua ossessione per il presepe è mal sopportata o addirittura derisa da tutti. La famiglia Cupiello sembra presa da altre faccende più importanti. Ma il presepe custodisce un segreto che soltanto lui conosce.
Concetta Cupiello (Marina Confalone) Pragmatica e diretta, Concetta è un po’ il contraltare di Luca. Alle prese con una figlia ribelle e stanca, dovrà essere la parte logica della famiglia. Ma scoprirà che a Natale, l’unica logica ad esistere è l’Amore.
Tommasino Cupiello (Adriano Pantaleo) chiamato Nennillo, perché il più piccolo della famiglia. E a lui questo ruolo piace, sempre protetto dai genitori, ma anche lui sarà costretto ad uscire dai panni di eterno bambino, per poi crescere.
Pasquale Cupiello (Tony Laudadio) Fratello di Luca e suo coinquilino, Pasquale è uno scapolo di mezza età rancoroso e collerico. In lite perenne con Tommasino.
Ninuccia Cupiello (Pina Turco) Prima figlia di Luca e Concetta. Intrappolata tra un matrimonio che la rende infelice (con Nicola) e un amore impossibile (per Vittorio), sceglie la libertà dell’amore anche se questo la scaraventa in un campo vuoto, senza niente.
Vittorio Elia (Alessio Lapice) Amante di Ninuccia. Vittorio è un ragazzo bruciato dall’amore che lo porta a essere temerario al punto di distruggere la pace di una famiglia.
Nicola Percuoco (Antonio Milo) Marito di Ninuccia, è un grosso commerciante che incarna il ruolo del borghese arricchito. Nicolino appare infatti elegante e distinto, ma è in realtà rozzo, trasandato e per nulla adeguato allo status sociale che ha raggiunto. Inoltre, vede Ninuccia come un oggetto di sua proprietà e, pur trascurandola e rendendola infelice, ne è incredibilmente geloso.
Prodotto da Roberto Sessa per Picomedia in collaborazione con Rai Fiction vede portare in tv la storia che ebbe con la regia dello stesso Eduardo due trasposizioni dell’opera teatrale per la televisione, entrambe storiche e amatissime: quella del 1962 con lo stesso Eduardo, Nina De Padova e Pietro De Vico e quella del ’77 con oltre al grande drammaturgo anche Luca De Filippo, Pupella Maggio, Gino Maringola, Lina Sastri.
Trama
Napoli, 1950. Il giorno di Natale è vicino e, come ogni anno, Luca Cupiello prepara il presepe; è il suo mondo perfetto, al riparo dalla realtà, dove ogni cosa trova la sua giusta collocazione. Ma a nessuno interessa. Non a suo figlio Tommasino, nonostante i suoi tentativi di seduzione. Non a sua moglie Concetta, che ha ben altro a cui pensare: l’altra figlia, Ninuccia, infatti ha deciso di lasciare il ricco marito Nicolino per l’uomo che ha sempre amato, Vittorio, e gli ha scritto una lettera per comunicarglielo. Concetta riesce a evitare quella che per la famiglia sarebbe una sciagura, ma la missiva capita nelle mani di Luca che, ignaro di tutto, la consegna al genero.
Nicolino scopre così il tradimento della moglie. Durante la vigilia di Natale, la sbadataggine di Luca mette di fronte i due rivali e la realtà irrompe prepotente nel clima presepiale di casa Cupiello. Tutto sembra perduto, ma in soccorso di Luca, morente, arriva ancora una volta il suo presepe.
E’ possibile rivedere il film con Castellitto e la Confalone su RaiPlay al seguente link.
Recensione del film
Natale in casa Cupiello di Edoardo De Angelis, è un film che va guardato senza pensare al Grande Eduardo. Purtroppo, la magistrale interpretazione di Sergio Castellitto è offuscata dal ricordo che si ha del commediografo napoletano. Le pause e la mimica di Eduardo sono strettamente legate al personaggio di Lucariello, quasi da fondersi in un’unica persone, a metà tra il reale e il fiabesco.
Ma, chiedendo alla mente di fare uno sforzo, cioè separare il personaggio di Lucariello da Eduardo e trasformandolo in mera maschera teatrale, possiamo percepire la bravura di Castellitto e di tutto il cast diretto da Edoardo De Angelis.
Sul web, mi ferisco a commenti (assolutamente non autorevoli) letti su Facebook, si legge un grande disappunto per l’interpretazione di Castellitto. Ma io, contrariamente alla massa, penso che sia stato in grado di reinterpretare l’innocenza del protagonista e il suo amore per il Presepe.
Ovviamente ci si aspettava un attore napoletano nei panni di Lucariello, ma io credo che in questo modo, le vicende di questa famiglia teatrale, siano riuscite ad arrivare anche a chi crede di essere lontano da Napoli e dai suoi problemi. Problemi che per Lucariello possono essere racchiusi nella realizzazione del presepe più bello del quartiere. La sua ricerca nei dettagli, il trovare un Melchiorre con la testa rotta e la ferma convinzione che questo Re sia nero, perché legato alle tradizioni e non va verso una “nuova scuola di pensiero”.