Il tema della Natività nell’arte è uno dei più diffusi e trattati da vari artisti nel corso dei secoli, pieno di simbologie che viaggiano tra il sacro ed il profano, così come abbiamo già spiegato nel precedente articolo (vedi qui Natività tra il sacro ed il profano).
Dopo la contemporanea ma rinascimentale Natività di Carlo Maratta (vedi qui), oggi parliamo della Natività intitolata l’Adorazione del Bambino di Lorenzo Costa detto il Vecchio, un dipinto molto suggestivo che tratta di un lieto evento ma ritratto in chiave mesta.
L’ Adorazione del Bambino di Lorenzo Costa
Delicato ma al contempo malinconico sottolineato dai caratteri cupi dei personaggi e dalle tonalità di colori tetri e scuri, l‘ Adorazione del Bambino di Lorenzo Costa è un dipinto di piccole dimensioni a tempera su legno del 1490 risalente, quindi, al periodo del Rinascimento e conservato al Musée des Beaux Arts di Lione in Francia, inizialmente destinata ad una famiglia privata.
La scena traspare malinconia. E’ una Natività abbastanza inconsueta nel suo genere, molti artisti nella rappresentazione di questo tema delicato hanno ovviamente dipinto il loro pensiero e stato d’animo, e qui, nella sua Adorazione del Bambino il Costa fa un’allusione alla vita futura di Gesù.
Tutto questo è visibile dalla particolare fisiognomica dei volti.
L’Adorazione del Bambino di Lorenzo Costa si svolge all’interno di un fienile scuro, l’unica fonte di luce è data da una finestrella posta in mezzo tra Maria e Giuseppe. La Sacra Famiglia è al completo. Non ci sono pastori, non ci sono Re Magi ad adorare il Cristo.
Non c’è la stella di Betlemme, anzi, il panorama dipinto in maniera fiamminga che si intravede attraverso una finestrella del fienile, fa scorgere la luce del giorno.
L’artista dipinge all’esterno un paesaggio marittimo circondato da montagne con piccole costruzioni in legno sull’acqua e il profilo di un’ entrata di una città con dei viaggiatori che imboccano un percorso. Il paesaggio appare di ispirazione fiamminga proprio per l’accuratezza e il dettaglio.
Nell’ Adorazione del Bambino del Costa, la malinconia è filtrata nei volti di Maria e Giuseppe, ma anche nel volto del Bambino, consapevole di ciò che affronterà.
La Madonna e San Giuseppe ritratti in adorazione appaiono preoccupati ed affranti. Le loro emozioni sono state messe in risalto dalla maestria del pittore nell’uso del colore.
“Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore”. (dal Vangelo secondo Luca)
La Madonna dall’incarnato delicato e roseo, immacolato, nonostante la malinconia che serba in cuor suo, impalpabile ma percettibile nel candore del suo chiaro volto ornato dal velo che si poggia sulle vesti dalla tonalità cangiante, color verdastro con sfumature rosso carminio, che cambia colore al solo tocco della luce, (pennellate tipiche nello studio e nella sperimentazione del colore usate dagli artisti del primo rinascimento), appare quasi assente nella scena ma presente nella sua preoccupazione.
Rappresentata in adorazione ma con delicate mani giunte, osserva suo figlio Gesù, in contemplazione.
A sinistra si trova San Giuseppe con le mani incrociate, rappresentato con le rughe che solcano il suo viso per la tristezza e per delineare l’età maggiore rispetto alla Vergine, e con la pelle scura, un’incarnato aranciato quasi a richiamare il colore del suo mantello, colore dato dalla tintarella del sole, che sta ad indicare il suo mestiere da pastore.
E’ anche lui affranto, preoccupato e addolorato. Nonostante sia in adorazione, gli occhi sono chiusi e tristi quasi a trattenerne il pianto e la bocca serrata e malinconica.
Quella dell’ Adorazione del Bambino di Lorenzo Costa è una delle scene della Natività dove non viene rappresentata la gioia della nascita ma la malinconia, la tristezza per il destino segnato del Cristo.
Il Bambino adagiato su un fianco giace nudo sopra un telo bianco e una culla fatta di rami intrecciati, è anch’ Egli triste, abbandonato a se stesso. In primo piano e di spalle verso i suoi genitori si volta verso lo spettatore.
Schiudendo gli occhi ci guarda con aria desta indicandoci con il dito i segni della passione dove Egli è posato: il sudario nel quale verrà avvolto il suo corpo dopo il martirio e i rami che indicano la corona di spine.
Nell’ Adorazione del Bambino di Lorenzo Costa, è da notare la straordinaria resa pittorica per la rappresentazione della consistenza dei diversi materiali, dal drappeggio del mantello di seta di Maria e San Giuseppe, alla trasparenza del velo che delicatamente è posizionato sul capo della Madonna, al sudario e i rami della “culla” del Cristo.
Le aureole sono quasi abbozzate e non c’è luce divina che abbaglia i soggetti, la Sacra Famiglia viene rappresentata nella sua umanità.
Lorenzo Costa detto il Vecchio
Lorenzo Costa, detto Il Vecchio, è stato un pittore rinascimentale, padre del pittore Ippolito Costa e nonno del pittore Lorenzo Costa il Giovane. Formatosi in ambiente ferrarese studiò vari artisti fiorentini del tempo, dove ne apprese le tecniche.
Diventato anche lui artista della scuola fiorentina e della Scuola di Mantova, divenne uno dei principali artisti del tempo. Le sue opere note sono la Pala Bentivoglio della cappella Bentivoglio della basilica di San Giacomo Maggiore a Bologna, San Sebastiano conservato nella Galleria degli Uffizi, la già citata Adorazione del Bambino per una commissione privata.
L’artista è spesso confondibile con le opere di Filippo Lippi per la delicatezza dei volti femminili e anche di altri artisti rinascimentali, ma ciò che forse lo contraddistingue è proprio la malinconia rappresentata e la capacità di raccontare eventi che attraverso simboli alludono ad altri eventi successivi e la sua formidabile abilità nell’uso del colore e della rappresentazione delle scene quasi fiamminghe.
Un aneddoto molto importante che lo rese famoso fu quando divenne pittore di corte della dinastia D’Este a Mantova. Voluto da Isabella D’Este, conobbe la pittura del Mantegna, (da notare il San Sebastiano di entrambi), e completò e dipinse dei bozzetti incompiuti che lasciò il Mantegna per lo studiolo di Isabella D’Este.
Quella dell’ Adorazione del Bambino di Lorenzo Costa, però, è una delle opere apparentemente più semplici ed intime che sottointende al sacrificio del Cristo in età adulta e alla sua breve vita. Una semplice tavola di piccole dimensioni che racconta due opere in una.