Il Capodanno, così come lo intendiamo noi, per la prima volta fu celebrato dall’antico popolo dei Sumeri che da quella prima volta, fu così ogni anno cioè ogni qualvolta nel cielo dell’alba compariva una certa stella appartenente alla costellazione dell’ariete, particolarmente venerata da tutto il popolo dei Sumeri.
Tale stella, all’epoca dei Sumeri circa 4000 anni fa, compariva nei primi giorni di primavera fissando quindi in quel periodo il capodanno.
Il primo capodanno, così come lo intendiamo noi, celebrò di fatto l’equinozio di primavera e il primo giorno del mese era Nisanu (marzo-aprile).
A causa degli impercettibili ma sempre presenti moti dell’asse terrestre, attualmente nel mese di marzo si possono osservare nel cielo le stelle della costellazione dei Pesci ma tra circa 300 anni, nello stesso periodo, a causa appunto di tali movimenti, saranno visibili le stelle dell’Acquario.
Un continuo mutamento astrale la cui prevedibilità è affidata al calcolo e all’osservazione.
I Sumeri, erano un popolo eccellenti astronomi e dopo una serie di studi e verifiche si resero conto di dover arrotondare il mese lunare da circa 29 a 30 giorni, finendo per considerare l’anno della durata di 360 giorni, agevolando così non poco le osservazioni astronomiche in cui non erano secondi a nessuno.
Il cielo da essi contemplato, per un migliore studio, venne da loro diviso in 360 segmenti.
Sia il numero 30 che il numero 360 erano visti con favore poiché entrambi divisibili per 6 e questa fu la premessa da cui nacque la misteriosa base del sistema di numerazione dei Sumeri, il sistema sessagesimale, anche oggi utilizzato per lo studio della geometria e nella misurazione del tempo.
Non c’è però capodanno senza calendario
Il calendario in Mesopotamia dunque era lunisolare, basandosi cioè sui movimenti dei due astri principali. Esso permetteva una maggiore attendibilità e non era fluttuante come il calendario lunare e rendeva necessaria l’aggiunta di soli pochi giorni, in modo anche non sistematico al fine di ottenere l’allineamento temporale con il Sole.
Inoltre i Sumeri con i loro minuziosi e brillanti studi arrivarono a formulare l’idea della settimana.
La parola settimana infatti ha la sua etimologia dall’unione di due parole latine, septem cioè sette e matutinum che vuol dire mattino.
Le quattro fasi lunari che racchiudono un intero ciclo di vita della Luna, per i Sumeri coprivano esattamente il tempo di quattro settimane.
Si deve dunque a questo attentissimo popolo di studiosi delle scienze astronomiche l’impronta prima di quelle che poi saranno le rivisitazioni future a fronte di ulteriori studi, calcoli e sperimentazioni.
Facendo però un passo indietro è evidente e nello stesso tempo affascinante vedere come da sempre l’uomo abbia mostrato un fortissimo interesse per le questioni riguardanti il tempo e con esso le stagioni.
Sorprende forse che anche popoli più antichi dei Sumeri già avessero posto attenzione agli stessi temi.
Non arrivarono certo a festeggiare il capodanno nell’accezione in cui lo intendiamo noi ma trovarono però certamente imbrigliare il tempo cercando a loro modo di cadenzarlo al fine di fare ordine.
Il tempo è una realtà antica esattamente quanto l’universo e si può dire che esso rappresenta o meglio veicola il susseguirsi dei movimenti del cosmo, i quali a loro volta scandiscono la vita sulla Terra.
Fin dalla preistoria, è evidente che all’uomo fosse chiaro che la Luna si muoveva nel cielo ed aveva dei cambiamenti , in modo ritmico, regolare e quindi prevedibile: scompariva diventando buia, ricomparendo parzialmente illuminata, quindi piena e poi ancora parzialmente illuminata fino a ricominciare il ciclo, sempre lo stesso.
Con il tempo l’uomo paleolitico, pur non festeggiando anch’esso il capodanno, aveva ben chiare quante alternanze di Sole e notte ci volevano tra un plenilunio e l’altro e quanti invece sarebbero stati quelli tra un inverno e un’estate.
Un viaggio affascinante a ritroso nel tempo che questa sera ti porterà a guardare la luna di mezzanotte come trentamila anni fa, con più informazioni e consapevolezza certo ma sicuramente con la stessa luce di speranza per il futuro, pronti per un nuovo capodanno.