Quando pensiamo al mondo della moda, non pensiamo subito alla sostenibilità nella produzione e nello smaltimento dei rifiuti. Ma in questo, oggi ci fa riflettere la scelta di Ovs, l’unica azienda italiana che ha aderito alla Circular Fashion Partnership.
Ovs: il progetto per il recupero di tessuti in Bangladesh
Ovs è un marchio conosciutissimo in Italia ed è leader nella produzione di abbigliamento per uomo, donna e bambino. Come il marchio, anche le sue scelte etiche sono note ai suoi clienti, e da quest’anno l’azienda allargherà le sue vedute etiche.
La produzione dei suoi capi coinvolge migliaia di persone e offre stabili opportunità d’impiego in paesi dove proprio l’industria tessile è il più grande motore di sviluppo. Applica alti standard relativi ai diritti umani e alle condizioni di lavoro. L’azienda collabora con i fornitori per il continuo miglioramento delle pratiche e delle tecnologie applicate per contribuire a produrre un impatto positivo nei paesi dove opera.
Il Codice di Condotta dell’azienda veneziana descrive i valori che ispirano tutte le loro azioni e le linee guida operative su temi sociali, ambientali e di trasparenza. Lavora solo con realtà che le condividono e che le applicano pienamente, considerandolo uno strumento di miglioramento continuo e non un mero catalogo di direttive.
Ovs, seguendo le basi del loro Codice di Condotta, è l’unica azienda italiana ad aderire alla Circular Fashion Partnership, progetto promosso da Global Fashion Agenda, P4G e The Bangladesh Garment Manufacturers and Exporters Association (Bgmea), e oltre 30 player internazionali dell’industria della moda, che punta a creare una transizione verso un sistema di moda circolare e a ridurre l’accumulo di stock nei paesi esportatori, a causa della pandemia.
L’obiettivo è ridurre la produzione di rifiuti, recuperare gli scarti della produzione tessile e dare loro una nuova vita creando così benefici ambientali ed economici per l’intera filiera. L’iniziativa prende il via in Bangladesh, tra i principali paesi produttivi nel settore dell’abbigliamento, dove ogni anno si accumulano più di 400.000 tonnellate di rifiuti tessili.
A poche settimane dall’avvio del progetto, Ovs ha già coinvolto alcuni fornitori chiave per la raccolta degli scarti tessili, che saranno trasformati in filati e tessuti per le prossime collezioni. L’utilizzo di materiali riciclati consente di abbattere gli impatti della produzione ed elimina la necessità di nuovi processi di tintura, grazie all’utilizzo di scarti già colorati. Il progetto verrà replicato in futuro anche in altri contesti come Vietnam e Indonesia.
Che cos’è la Circular Fashion Partnership?
Scendiamo nel dettaglio e cerchiamo di capire cos’è la Circular Fashion Partnership. La Circular Fashion Partnership è un progetto intersettoriale guidato da Global Fashion Agenda con i partner del progetto REVERSE RESOURCES e BGMEA , per accelerare la transizione verso un’industria della moda circolare.
Il primo Paese, dove attuare questa politica di riciclo di tessuti di scarto, è il Bangladesh, Parese noto per l’enorme produzione di stoffe, tessuti e capi di abbigliamento di grande marche e nomi.
La Global Fashion Agenda e la moda sostenibile
La Global Fashion Agenda nasce nel 2005 e viene definita da molti “il principale forum di comunicazione sulla sostenibilità nella moda, incentrato sulla collaborazione industriale e sulla cooperazione pubblico-privato”. Insieme ad altre organizzazioni come Fashion Revolution, Clean Clothes Campaign, Abiti Puliti e Remake, evidenzia i problemi ambientali e sociali legati al settore tessile.
La Global Fashion Agenda è autrice di un rinomato evento annuale, il Copenhagen Fashion Summit, che guida questo movimento da oltre un decennio riunendo in un sol luogo i maggiori rappresentati della moda, con lo scopo di discutere e trovare soluzioni per migliorare la sostenibilità globale del settore tessile.
Speriamo e confidiamo che altre aziende tessili italiane prendano l’azienda di Mestre Ovs, come esempio per la sostenibilità e i riciclo di tessuti.