La primavera è sinonimo di fiori e colori, da noi come in Giappone. Un periodo dove si rinasce, si rifiorisce, abbandonando il gelido inverno e accogliendo le calde stagioni. Per i giapponesi, questo è il periodo ideale per ammirare la fioritura dei ciliegi, sakura, tradizione nipponica chiamata hanami.
Ovviamente non sbocciano solo i ciliegi, ma tante altre varietà di fiori. I sakura sono il simbolo della rinascita e della forza primaverile, ma anche della caducità del tempo, perché fiorisce e sfiorisce in pochi giorni, generalmente due settimane.
Sakura: leggenda e storia dell’hanami
La fioritura dei ciliegi è un momento importante per i giapponesi. Non è il semplice celebrare la primavera e le sue bellezze, ma uno spettacolo in rosa, che richiama un momento di raccoglimento e di riflessione.
Hanami significa ammirare, guardare i fiori. Oggi, con questo termine ci si riferisce, in particolare, all’ammirazione dei fiori di ciliegio. Ma qual è il periodo giusto per viaggiare e ammirarli? Sui diversi siti di viaggio si possono trovare le date aggiornate di anno in anno. Anche se il periodo ricade tra la fine di marzo e gli inizi di aprile, è bene consultare le diverse guide, perché, essendo un evento naturale, segue l’andamento delle condizioni meteorologiche, quindi non esiste un giorno fisso.
Qual è il significato dei sakura? Sono tanti i significati che si possono attribuire al delicato fiore di ciliegio. Anzitutto era il simbolo dei samurai, perché indicava le loro qualità, cioè onestà, coraggio, lealtà e purezza. Il Samurai è come il fiore di ciliegio che lascia il ramo. Come la fragilità e la bellezza effimera di questo fiore, nel pieno del suo splendore muore, lasciando il ramo, così il samurai, nel nome dei principi in cui crede, è pronto a lasciare la propria vita in battaglia.
Si tratta dell’immagine di una morte ideale, pura, distaccata dalla caducità della vita e dai beni terreni. Ed è anche questo un altro significato che si attribuisce al sakura: simbolo di vita effimera e breve.
Nella cultura nipponica è anche segno premonitore di un buon raccolto del riso, buon auspicio per il futuro degli studenti, che nel mese della fioritura dei sakura iniziano l’anno scolastico, o per i neodiplomati o neolaureati, che nello stesso mese entrano nel mondo del lavoro.
Inoltre, non trascuriamo il legame tra sakura e religione. I cinque petali del fiore in esame rappresentano sia i “cinque orientamenti” (nord, sud, est, ovest, centro) sia i “cinque elementi della natura” (terra, acqua, aria, fuoco, vuoto) secondo il Buddismo esoterico.
Storia dell’Hanami
L’hanami è una tradizione nipponica che ha origini antichissime, ma quali sono le sue origini? Questa tradizione risale al periodo Nara, intorno al VIII secolo. La fioritura di sakura coincideva con l’inizio della stagione della semina del riso e il rilancio delle attività agricole. Per assicurarsi un raccolto eccellente e prosperoso, venivano fatte offerte alle divinità locali ai piedi dell’albero fiorito e i contadini bevevano sake in onore degli Dei.
Successivamente, circa un un secolo dopo, la corte imperiale di Kyoto riprese e ampliò questa festa, accompagnandola con piatti sofisticati e sake raffinati. La festa imperiale è legata alla contemplazione dei fiori e alla scrittura di poesie, haiku.
In breve tempo, quest’usanza di bere e mangiare sotto gli alberi in fiore fu ripresa dai samurai e in seguito dal popolo, fino a diventare, nel XVII secolo, una tradizione nazionale. Oggi, questa celebrazione del rinnovamento coincide con l’inizio dell’anno accademico e di quello fiscale (1 aprile).
Ossi è usanza trascorrere l’intera giornata all’ombra di un albero di ciliegio in fiore. Con il calare del sole e il sorgere della notte, l’hanami cambia nome e diventa yozakura.
L’hanami si può applicare a qualunque albero o fiore, ma i giapponesi si sentono intimamente connessi al sakura, per alcuni motivi legati sempre alla coltura del riso. Infatti, gli antichi agricoltori giapponesi credevano che le divinità della montagna si potessero trasformate nel kami di riso solo quando i petali del fiore di ciliegio cadevano sulle montagne, dove un tempo c’erano i ciliegi.
L’uso della contemplazione dei fiori di ciliegio in primavera si era diffuso in seguito soprattutto attraverso i samurai che, esposti al pericolo di perdere la vita, adottarono quella fioritura di breve durata come simbolo di un’esistenza incerta e transitoria. Il samurai pensava che il colore rosa di quella fioritura evocasse il sangue versato da soli in combattimento.
Concludo con un haiku di Yosa Buson:
Bere le nuvole
sputa fiori di ciliegio –
Yoshino Mountain.Vento soffia
si disperde e muore
petali cadutiPetali che cadono
incapaci di resistere
al chiaro di lunaSakura, sakura
cadono nei sogni
di bella addormentata