La Pasqua è una delle principali feste della cristianità. Dalla Passione alla Resurrezione, la Pasqua è una ricorrenza che racchiude in sé tutto il mistero della fede. La redazione di iCrewPlay Arte ha deciso di onorare questo momento con la presentazione e la descrizione di alcuni capolavori dell’arte.
La Pasqua nell’arte
Nel corso dei secoli il tema della Pasqua ha sempre affascinato i più grandi artisti che hanno impresso nelle loro tele i più profondi recessi dell’animo umano. La rappresentazione di questi momenti era spesso una vera e propria sfida, sociale e artistica, soprattutto negli anni in cui la Chiesa esercitava forti pressioni e godeva di un forte potere decisionale.
Nel vasto panorama di opere a nostra disposizione, ricordiamo la celebre opera di Caravaggio, l’Incredulità di San Tommaso. Realizzata tra il 1600 e il 1601 è attualmente conservata nella Bildergalerie di Potsdam.
Un numero elevato di fonti suggerisce che l’opera sia stata commissionata dal banchiere e collezionista Vincenzo Giustiniani – tra i maggiori sostenitori di Caravaggio. È proprio dall’inventario di Giustiniani che si apprende che la tela fosse sistemata nella Stanza Grande de Quadri Antichi della loro dimora.
Caravaggio, Incredulità di San Tommaso: analisi dell’opera
Nell’Incredulità di San Tommaso Caravaggio rappresenta fedelmente il passo del Vangelo di San Giovanni che vede protagonista San Tommaso. L’apostolo Tommaso dopo la morte di Cristo afferma che crederà nella Resurrezione solo quando potrà vedere coi suoi occhi e toccare le sue ferite con mano.
La tela, con il caratteristico sfondo scuro tipico di Caravaggio, mostra qui tutta la profondità e la tensione emotiva della scena. La luce (che rivela la verità divina) proveniente da sinistra mette in risalto i protagonisti dell’opera, mentre, in secondo piano, sono presenti altri due discepoli che assistono alla scena.
La scelta di posizionare i personaggi in questo modo non è lasciata al caso: Gesù e Tommaso vengono posti in un primo piano ipotetico lungo una diagonale che va da sinistra verso destra. Osservando le quattro teste dei protagonisti, si noterà che formano una croce.
Questa disposizione consente una maggiore concentrazione dello spettatore da un punto di vista emotivo, perché l’inquadratura permette di fissare tutta l’attenzione proprio sull’atteggiamento pauroso e dubbioso di San Tommaso.
Nel pieno rispetto dell’iconografia, San Tommaso spinge il dito nel costato di Gesù come per fargli sentire ancora di più le sue ferite, sottolineando con questo gesto una sorta di trionfo della verità. Caravaggio ha vestito i protagonisti della tela con abiti tipici del 1600, ma che appartengono a qualsiasi uomo o donna del futuro.
L’opera assume quindi un messaggio universale che va al di là delle epoche e delle persone.
Sempre sul piano compositivo, una grande attenzione va posta sulla diversità che assumono le mani messe a confronto. Quelle di Gesù sono affusolate e pulite, a differenza di quelle di San Tommaso che Caravaggio rappresenta sporche e tozze. L’elemento centrale è la mano di Gesù che prende quella di San Tommaso guidandola verso la sua ferita.
In Incredulità di San Tommaso, lo sguardo del santo è uno sguardo attento, quasi scientifico, intento ad analizzare ciò che ha davanti. Non è di certo lo sguardo di un discepolo. La sua resa espressiva è quella di uomo incredulo e al tempo stesso stupito e timoroso.
I tre apostoli, con le loro fronti aggrottate, sono ricurvi, curiosi, in un atteggiamento spontaneo di chi ha di fronte qualcosa che non ha mai visto. Gli occhi spalancati, le bocche aperte, lasciano trasparire quel senso di stupore che li rapisce.
Una moderna analisi dell’opera caratterizza l’incredulità dal particolare al generale: noi siamo quell’incredulità. Caravaggio non ha dipinto solo l’Incredulità di San Tommaso, ma ha dipinto anche la nostra.