Un’importante necropoli torna alla luce nella cittadina di Île Rousse in Corsica, nella parte nord-est dell’isola francese, luogo in cui mai nulla ha fatto neanche lontanamente ipotizzare che potesse esserci stato in epoca romana, un agglomerato urbano così grande da giustificare di conseguenza la necessità di una necropoli.
Eppure, nel territorio di Île Rousse, ormai è realtà lo scavo archeologico, giudicato di interesse nazionale dall’ INRAP, acronimo dell’Istituto francese per la ricerca archeologica preventiva.
Infatti, la necropoli corsa, è stata rinvenuta nel contesto di scavi preventivi al fine di scongiurare la presenza nel sottosuolo di reperti di interesse storico-culturale, in un contesto di progettazione edilizia accordato per quei luoghi.
Momentaneamente fermo dunque il progetto di edilizia urbana che sarebbe dovuto nascere parzialmente sull’area interessata, a beneficio di un insediamento di ricerca archeologica.
La straordinarietà della scoperta sta nel fatto che le dimensioni della necropoli, al momento circa 600 mq, fanno ragionevolmente pensare che nell’area, fin d’ora ritenuta scarsamente popolosa in epoca romana, fosse invece diversa da come descritta fino a questo momento dai libri.
Un fatto, se non unico nella storia dei ritrovamenti ma senz’atro di avvincente importanza per una realtà piccola e circoscritta come lo è quella isolana.
Il ritrovamento della necropoli in Corsica fa ridisegnare le mappe commerciali dell’antichità
La necropoli è stata individuata nelle immediate adiacenze della Chiesa cittadina dell’Immacolata Concezione, in una zona centrale del borgo di Île Rousse, paesino sorto appena nel 1758, in una zona che fino ad allora era popolata solo da poche abitazioni di pescatori.
Le circa quaranta tombe riportate alla luce dall’apertura dello scavo, avvenuta nel mese di febbraio scorso, databili tra il III e VI secolo d.C danno però certamente contezza che in epoca romana ,l’intera area fosse popolata con densità di abitanti quantomeno interessanti e non esigui come erroneamente invece si è da sempre ipotizzato per quella zona.
Inoltre i reperti fin qui riportati alla luce, presentano particolari e diverse caratteristiche; alcune sono in terracotta rivestite da tegole, altre scavate nella viva roccia e le più in anfore adatte nelle dimensioni a contenere un corpo, sebbene l’usanza di introdurre corpi dei defunti in contenitori quali le anfore, fosse dedicata per lo più nei casi di corpi molto piccoli quali quelli dei bambini.
In questo caso però come detto, le dimensioni ragguardevoli degli orci ritrovati, testimoniano come nell’area fosse in uso tale pratica per tutti i defunti indistintamente.
Essendo le terrecotte di fabbricazione africana, quasi certamente provenienti da Cartagine, si pensa che tale ampia disponibilità di anfore, corrispondesse certamente ad un fitto rapporto commerciale tra la Corsica e il resto del mediterraneo, ben oltre i volumi finora stimati per l’area geografica indicata.
Grazie al ritrovamento della necropoli dunque, si fa largo l’ipotesi che il ruolo dell’isola nei confronti delle rotte mercantili dell’epoca non fosse poi così marginale come creduto fino a questo momento.
Inoltre i primi rilievi hanno fatto constatare come tutti i corpi abbiano avuto sepoltura secondo un immaginario asse lungo i punti cardinali est-ovest con le teste dei defunti rivolte tutte ad ovest.
Insomma una necropoli che farà molto parlare di sé e che riporterà alla luce non solo corpi millenari ma con loro anche usi, credenze e costumi finora sconosciuti in quell’area che, va ribadito, si credeva totalmente lontana da tutto ciò.
Un nuovo collocamento storico per un’intera isola, la Corsica, che forse, alla luce del ritrovamento della necropli di Île Rousse, troverà una nuova dimensione nel contesto storico di epoca romana e non solo a questo punto in relazione alle tratte navali commerciali