Lugnano in Teverina dal 1988 richiama su di sé le attenzioni di esperti nazionali ed internazionali di archeologia nonché curiosi ed appassionati perché nei pressi della frazione di Poggio Gramignano, venne ritrovata una necropoli con una caratteristica molto particolare ed insolita.
Il piccolo borgo di Lugnano in Teverina, da quella data, divenne famoso suo malgrado grazie a quella che fu in breve rinominata: necropoli dei bambini.
Nella frazione di Poggio Gramignano infatti, quelli che sembrarono in una prima fase, essere i resti di una necropoli come tante, man mano che gli scavi proseguivano, gli esperti si resero conto che quella necropoli nel territorio di Lugnano in Teverina, aveva una caratteristica decisamente singolare.
Erano tutti bambini e bambine, in età compresa dai zero ai tre anni, i corpi ormai ridotti a scheletri rinvenuti durante i lavori di scavo.
Per i bambini, viste anche le dimensioni corporali, veniva spesso usata la sepoltura in anfora, come appurato dai ritrovamenti in altre necropoli, soprattutto nel bacino del mediterraneo.
E’ però degli ultimi tempi un’ulteriore scoperta che senz’altro si va ad aggiungere alle precedenti quanto a pregio storico ma primeggia poichè è la prima che differisce in modo sostanziale dalle precedenti.
Nella necropoli di Lugnano in Teverina è stato recentemente riportato alla luce uno scheletro, verosimilmente riconducibile ad una bambina di circa dieci anni.
Di per sé il ritrovamento suscita un vivo interesse poichè si tratta a tutt’oggi dell’unico reperto di quella età anagrafica ma non basta perché quello che gli archeologi hanno avuto modo di vedere fin da subito ha infittito il mistero che da sempre aleggia sul sito.
Lo scheletro della bambina, riportato alla luce a Lugnano in Teverina, sembra aver ricevuto una misteriosa sepoltura molto singolare
Al corpo riesumato nella necropoli di Lugnano in Teverina, è stata data la sepoltura che si riserva ai vampiri.
Lo scheletro infatti è stato ritrovato con un sasso conficcato nella bocca.
Un mistero raccapricciante che ha in un baleno fatto rimbalzare la notizia in ambito internazionale tanto che in Inghilterra, l’autorevole quotidiano Independent ha voluto, attraverso le sue pagine, approfondire l’argomento per i suoi lettori.
Il rituale di questo tipo di sepoltura era già noto agli studiosi poichè già rinvenuti in altre parti d’Italia e in Polonia però su soggetti più grandi e mai su scheletri di bambini.
L’idea di questo tipo di sepoltura è idealmente impedire al morto di poter tornare alla vita. Se ne impediscono così i movimenti, inserendo all’atto della sepoltura, dei massi in bocca, sul collo o in altri punti del corpo, così che il defunto non possa più nuocere ai vivi con un suo ipotetico ritorno.
Già precedentemente nel sito di Lugnano in Teverina erano emerse sepolture in qualche modo bloccate da sassi ma l’individuazione di questo nuovo reperto con un sasso letteralmente conficcato in gola, riapre scenari e percorsi di studio non ancora presi in considerazione.
David Soren, l’archeologo americano che ha diretto i lavori per questo sito ha così commentato la singolarità dell’ultimo ritrovamento:
Non ho mai visto niente di simile, qui tutto è anomalo, tutto è strano, tutto è inspiegabile
Evidenze storiche hanno individuato nella malaria il motivo che ha portato alla sepoltura di così tanti bambini nella necropoli di Lugnano in Teverina.
Nel V secolo d.C. ci fu in quella zona ma anche in altre parti della penisola italica, un’epidemia di malaria tanto violenta da fermare ancora per qualche tempo la discesa degli Unni da nord diretti alla conquista di Roma.
Malaria, vampiri o entrambi? Il mistero resta per ora irrisolto.