Botticelli. Il suo tempo. E il nostro tempo. è stata inaugurata il 22 Maggio (e fino al 29 Agosto) al Museo Mart di Rovereto. L’idea nasce da una collaborazione fra Vittorio Sgarbi e Eike Schmidt, curata da Alessandro Cecchi – direttore della Fondazione Casa Buonarroti e Denis Isaia, in collaborazione con Associazione MetaMorfosi.
Botticelli. Il suo tempo. E il nostro tempo. al Museo Mart
Il Mart – che supera le barriere temporali – prosegue con l’intento di confrontare artisti con movimenti ed epoche diverse. Saranno esposti capolavori della portata di Pallade e il centauro – in arrivo dagli Uffizi – la Venere – proveniente dalla Galleria Sabauda di Torino e il Compianto sul Cristo morto – preso in prestito dal Museo Poldi Pezzoli di Milano.
Sino ad arrivare a trattare della Firenze rinascimentale attraverso opere di autori a noi contemporanei come Giosetta Fioroni a David LaChapelle, da Michelangelo Pistoletto a John Currin. Nel cinema e nella moda, dalla Venere a Chiara Ferragni.
Botticelli. Il suo tempo. E il nostro tempo. I parte
Il percorso in mostra di Botticelli. Il suo tempo. E il nostro tempo. è organizzato seguendo tre sezioni che presentano in modo chiaro la figura e l’opera del maestro. Botticelli nasce nel 1445 e fu uno dei maggiori interpreti del Rinascimento italiano.
Formatosi presso la bottega di Filippo Lippi, ebbe completo appoggio da parte della famiglia Medici. Riuscì a sviluppare un modello di bellezza che incarnava i gusti dell’epoca. La fase giovanile e i rapporti con Filippo Lippi portarono alla realizzazione di opere Madonna con bambino e due angeli (1468).
Le opere esposte in Botticelli. Il suo tempo. E il nostro tempo. tracciano una narrazione che include diverse fasi del percorso artistico e non dell’artista. Fu un pittore poliedrico in grado di spaziare e interpretare i mutamenti sociali, politici, culturali e artistici che si registrarono a Firenze nella seconda metà del Quattrocento.
Eccellente ritrattista seppe spaziare da soggetti di carattere mitologico e allegorico, a soggetti di matrice religiosa. La vita di Botticelli cambiò radicalmente con la caduta dei Medici e con la presa del potere da parte di Girolamo Savonarola (1494). Questo momento lo costrinse a mettere da parte i soggetti mitologici per dedicarsi all’arte sacra.
Opere appartenenti ad una fase matura sono Pallade e il Centauro e la Venere della Galleria Sabauda di Torino. Il primo fa parte di una serie di opere a carattere mitologico tra le più famose del Rinascimento italiano. Molto probabilmente dedicata a Lorenzo de’ Medici vede una comune interpretazione è che l’opera sia legata a significati derivati dalla filosofia Neoplatonica.
Per quanto riguarda, invece, la Venere della Galleria Sabauda, Botticelli ritrae esclusivamente la figura della Venere che si staglia su uno sfondo nero. La maestria del pittore sta nell’aver rappresentato l’immagine della giovane donna quasi come fosse una statua vivente.
Botticelli. Il suo tempo. E il nostro tempo. Le opere in mostra
Saranno visibili anche alcune delle opere appartenenti ad una fase più tarda e tormentata come il Compianto di Cristo (1495 – 1500 ca), conservato al Museo Poldi Pezzoli di Milano, che rappresenta una scena carica di drammaticità e disperazione; la Flagellazione databile 1490 ca, l’Andata al Calvario, fino all’incompiuta Adorazione dei Magi.
Infine, oltre alle opere di Botticelli, saranno presenti alcuni dipinti di Filippo Lippi, Filippino e di grandi artisti, come Antonio del Pollaiolo e Andrea del Verrocchio tutte personalità che, insieme, portarono la Firenze del Magnifico a essere considerata la culla del Rinascimento italiano.
Botticelli. Il suo tempo. E il nostro tempo. II parte
La seconda parte di Botticelli. Il suo tempo. E il nostro tempo. guarda al passato, al presente e al futuro. Attraverso capolavori di arte contemporanea dagli anni Sessanta ai giorni nostri, vedremo come Botticelli sia stato l’artista a cui fa riferimento tutta la nostra cultura visiva. Tanto da essere considerato il perno attorno al quale far ruotare il concetto di bellezza.
Si sono, infatti, ispirati a Botticelli esponenti della Pop art italiana, come Mario Ceroli, Giosetta Fioroni e Cesare Tacchi, ma anche in anni immediatamente successivi figure come Michelangelo Pistoletto e Renato Guttuso.
Le influenze di Botticelli si ritrovano anche nelle opere di artisti internazionali come Fernando Botero, David LaChapelle e ancora nel cinema di Federico Fellini. Sono testimonianze che riecheggiano negli abiti della stilista Rosa Genoni o nelle collezioni della Maison Valentino fino ad arrivare alla più influencer delle influencer, Chiara Ferragni.
Il percorso in mostra conduce ad una riflessione sulla narrazione e sulla rappresentazione del corpo della donna. A tal proposito, infatti, la protagonista assoluta è la Venere che quasi in maniera ricorrente attraversa i secoli, tra canoni immutati e nuovi paradigmi estetici. In Botticelli. Il suo tempo. E il nostro tempo. la Venere è bianca, nera, grassa, magra, transgender, eterea o popolare, quasi sacra e mondana, a seconda dell’artista che la cerca.