Con i suoi 98,7 metri di altezza che lo fanno classificare tra i campanili più alti di tutta Italia, massiccio, imponente con la sua cuspide piramidale, il Campanile di San Marco chiamato El Paron de Casa sovrasta sulla città e si inchina all’omonima basilica da ben 110 anni.
Uno delle sculture architettoniche simbolo dell’ Italia e principale monumento di Venezia viene festeggiato grazie anche al progetto El Paron de casa #Venezia1600 con le iniziative promozionali di Public History e Public Archaeology che si protrarrano fino al 2022, con vari eventi gastronomici, concorsi, premi, pubblicazioni e progetti come la ricostruzione di modelli del Campanile di San Marco con materiale riciclato.
A suggerire l’ idea è stato proprio El Paron. Come? Vediamo
Progetto “El Paron de Casa” del Campanile di San Marco
Un progetto ideato dal comitato dei cittadini Lido Oro Benon, in collaborazione con l’università Ca’ Foscari, la Procuratoria di San Marco, Confindustria Venezia e l’ordine degli ingegneri di Venezia, studiosi ed archeologi si sono interrogati su una delle pratiche, già anticamente messe in atto, del riuso di materiale di spoglio.
Prototipi che verrano poi presentati in piazza San Marco, di fronte al giudizio de El Paron, nascono proprio da un’ idea che il Campanile di San Marco stesso ha suggerito, grazie ai rinvenimenti di parte del materiale perso durante il crollo del 1902.
Il mattone “simbolo” e detriti della struttura del vecchio Campanile di San Marco crollato che sono riaffiorati in mare tramite le mareggiate, hanno ideato la nascita del progetto.
Con vari studi si è potuto constatare l’appartenenza a quei mattoni dell’antica struttura che superavano il milione e che furono gettati in mare nel 1912 a 3 miglia dal Lido, come il mattone di Gigeta, la bambina “mascotte” dell’iniziativa, che a quel secolo gettò il primo mattone in mare con scritta la data del crollo.
I festeggiamenti, infatti, riguardano proprio i 110 anni dalla ricostruzione del Campanile e non dalla nascita inziata dal IX secolo come testimoniava il basamento costruito con materiale di epoca greca, romana e bizantina.
Il Campanile di San Marco, infatti, a causa di consolidamenti e lavori di ristrutturazione non andati a buon fine purtroppo nel 1902 presentò una profonda ferita che fecero uscire “nubi di fumo di materiale”.
Il crollo del Campanile di San Marco
A provocarne la causa fu la rimozione degli ancoraggi di ferro per la realizzazione di un ascensore, interventi fatti ad insaputa del Proto della Basilica che portano alla formazione di varie crepe sulla struttura muraria del Campanile di San Marco.
Nonostante il sopralluogo e opere di consolidamento con vetrini spia che servivano a controllare queste crepe nei muri, il 13 luglio del 1902 la struttura cedette, si formò una profonda crepa:
«La terra traballava, si elevò una gigantesca nube di polvere e in essa si inabissò l’angelo d’oro…»
Con angelo d’ oro si intende la statua lignea dorata dell’ Arcangelo Gabriele collocata sulla cuspide piramidale al completamento della costruzione del Campanile di San Marco avvenuta nel 1513.
Furono distrutte la loggetta sottostante e una parte della libreria del Sansovino, la pietra del bando preservò la Basilica, ma per il Campanile di San Marco non ci fu scampo.
Di fronte allo sfacelo e allo sgomento l’idea di ricostruzione e la voglia prendeva sempre più forza nello spirito della gente tantochè venne deciso di ricostruirlo “Come era e dove era”.
E così dopo la tragedia, nel 1912 il Campanile di San Marco riprese vita e ad oggi può vantare e mostrare i suoi 110 anni dalla sua ricostruzione e molti più dalla storia della sua nascita.
Tutte le iniziative possono essere seguite e prenotate sul sito elparondecasa.net