Ci dicono che il rock è morto, ma allora per noi nuove generazioni non c’è speranza? Siamo destinati ad ascoltare e amare soltanto band che non ci sono più, band che si sono sciolte, band ormai troppo vecchie per fare tour mondiali? È finita per sempre la golden age della musica? Così pareva, ma negli ultimi anni sono spuntati un bel po’ di gruppi che ci hanno ridato speranza e hanno smentito chi sostiene che al giorno d’oggi nessuno faccia più bella musica.
Andiamo a scoprire insieme cinque band emergenti da tenere d’occhio e che ci regaleranno tante soddisfazioni. Iniziamo!
Greta Van Fleet
Iniziamo con i Greta Van Fleet, gruppo americano originario del Michigan. Componenti della band sono i due gemelli Josh e Jake Kiszka, rispettivamente voce e chitarra, il fratello Sam Kiszka, basso e piano, e il batterista Danny Wagner. La band è attiva dal 2012, ma i primi lavori sono arrivati in realtà soltanto nel 2017. In quell’anno, infatti, i Greta pubblicano Black Smoke Rising e From the Fires (clicca qui per acquistare il vinile), due EP dal sound decisamente hard rock. Il primo vero album, Anthem of the Peaceful Army (clicca qui per acquistare il vinile), arriva nel 2018 e contiene 11 tracce; un disco nettamente diviso in due, con una prima parte nuovamente hard rock e una seconda parte decisamente blues. L’album è stato accolto con critiche miste, tra chi l’ha definito un disco rivelazione e uno dei più eccitanti degli ultimi anni e tra chi invece ha criticato l’eccessiva somiglianza con i Led Zeppelin.
Il 16 aprile 2021 è arrivato il loro secondo album in studio, The Battle at Garden’s Gate (clicca qui per acquistare il vinile), un vero e proprio capolavoro, una lettera d’amore al rock. Con 12 brani, uno più bello dell’altro, i Greta dimostrano di essere cresciuti e di aver trovato un proprio sound e mettono a tacere gli haters, dimostrando di essere molto più di semplici emulatori dei Led Zeppelin. Se alcune canzoni continuano a essere spiccatamente hard rock e caratterizzate da lunghissimi assoli di chitarra, in altre rimane l’influenza blues, mentre in altre ancora si iniziano a sentire contaminazioni prog rock.
I Greta Van Fleet sono stati una vera e propria rivelazione. Li ho scoperti per caso ascoltando Virgin Radio, che stava passando Heat Above. Due cose ho pensato: che i Greta Van Fleet fossero una band anni ’70 che stranamente non avevo mai sentito nominare e che a cantare fosse una donna. Folgorata dalla loro bravura e da una canzone che ha la capacità di renderti immediatamente felice, sono corsa su Wikipedia per scoprire che: non solo sono un gruppo di ora, ma sono anche poco più che ventenni. In più la cantante è in realtà un cantante. Da quel momento sono diventata la fan numero uno dei Greta.
So di non sbagliarmi quando dico che i Greta Van Fleet hanno un brillante futuro davanti a sé e che, se continuano su questa strada senza farsi incastrare in etichette scomode, potrebbero diventare una delle più grandi rock band del mondo. Non condivido quindi le critiche di chi, forse per invidia o forse per frustrazione, li considera mediocri imitatori dei Led Zeppelin. Le somiglianze, soprattutto nei primi due EP, ci sono, la voce di Josh Kiszka ricorda (secondo me vagamente) quella di Robert Plant, ma i Greta sono molto più di questo. E se ascoltati senza pregiudizi, risulterà chiaro a chiunque. Più che consigliati, stra consigliati.
Tracce da ascoltare e riascoltare:
Da From the Fires: Safari Song, Flower Power, Edge of Darkness
Da Anthem of the Peaceful Army: When the Curtain Falls, Lover, Leaver (Taker, Believer), You’re the One, The New Day, Anthem
Da The Battle at Garden’s Gate: Heat Above, My Way, Soon, Broken Bells, Age of Machine, Tears of Rain, Stardust Chords, Light My Love
Consigliati se:
-hai nostalgia degli anni ’70
-hai bisogno di una band che ti faccia credere che il rock non è morto
-hai bisogno di speranza e di credere che un mondo migliore possa esistere
The Inhaler
Come i colleghi Greta Van Fleet, anche gli Inhaler sono già discretamente famosi e iniziano a farsi conoscere anche qui in Italia. A un primo ascolto fanno inevitabilmente venire in mente gli U2 e c’è un motivo. Non solo la band si è formata a Dublino, ma il cantante, Elijah Hewson, è nientemeno che il figlio di Bono. Oltre a Elijah, negli Inhaler troviamo Josh Jenkinson alla chitarra, Robert Keating al basso e Ryan McMahon alla batteria. Anche in questo caso i quattro componenti sono giovanissimi e sono tutti nati tra il 1999 e il 2000.
La band esiste dal 2015, ma i primi singoli, I Want You, It Won’t Always Be Like This, My Honest Face e Ice Cream Sundae, sono iniziati a uscire nel 2018/2019. Nel 2020 la band ha pubblicato altri tre singoli, We Have to Move On, Falling In, When It Breaks e, infine, nel 2021 ha rilasciato Cheer Up Baby, il primo singolo estratto dal loro album di debutto It Won’t Always Be Like This, uscito questo 16 luglio (clicca qui per acquistare il vinile).
A differenza dei Greta Van Fleet, marcatamente hard e blues rock, gli Inhaler possono definirsi più un gruppo indie e pop rock. Chiare influenze vengono da band come gli Strokes, i Killers, i Radiohead, i Nothing But Thieves e, inevitabilmente, gli U2. Gli Inhaler hanno talento da vendere e non ci vorrà molto prima che vengano notati a livello internazionale.
Tracce da ascoltare e riascoltare:
It Won’t Always Be Like This, My Honest Face, Cheer Up Baby, Fade Into You, When It Breaks, Who’s Your Money On
Consigliati se:
-hai voglia di ballare
-hai bisogno di un lungo abbraccio “musicale”
-sai a memoria la discografia degli U2 e hai bisogno di qualcosa di simile, ma allo stesso tempo nuovo
Ida Mae
Molto meno famosi dei colleghi sopracitati, ma mostruosamente bravi, gli Ida Mae sono un duo acustico alt-folk britannico nato a Norfolk e composto da Chris Turin e Stephanie Jean, marito e moglie. Turpin aveva già pubblicato tre album con il suo gruppo precedente, i Kill it Kid, una band fortemente influenzata dal rock alternativo e dal grunge. Con Stephanie, invece, Chris si allontana da questi generi per avvicinarsi al blues-rock e al folk. Nel 2019 pubblicano il loro primo album, Chasing Lights (clicca qui per acquistare il vinile), accolto con entusiasmo dalla critica e dal pubblico.
Il 12 maggio 2021 è invece uscito un loro nuovo EP, Click Click Domino (clicca qui per acquistare l’EP), contenente 5 tracce: Little Liars, Road to Avalon, Click Click Domino, Deep River, Raining For You. Il sound, rispetto all’album precedente, è molto cambiato; si è passati da classiche ballads blues, molto lente e molto tristi, a canzoni più blues-metal e rock alternativo, tanto da ricordare un po’ i Black Keys. Piccola curiosità: in questo album troviamo anche due collaborazioni con Jake Kiszka, chitarrista dei Greta Van Fleet, grandi amici della band.
Tracce da ascoltare e riascoltare:
Da Chasing Lights: Easily In Love, Love Is Still A Long Road, Feel Them Getting Closer, If You Don’t Love Me, Sick In Love
Da Click Click Domino: Click Click Domino, Deep River, Raining For You
Consigliati se:
-sei in vena di canzoni romantiche
-hai voglia di cantare e di piangere
-hai voglia di perderti per poterti ritrovare
The Lemon Twigs
Continuiamo con i Lemon Twigs, strabiliante e teatrale rock band americana formatasi a Long Island, New York. Componenti del gruppo sono i giovanissimi fratelli Brian e Michael Daddario, nati rispettivamente nel 1997 e nel 1999. Sia Brian che Michael sono polistrumentisti e suonano un po’ di tutto, dalla chitarra, al basso, alla batteria, alle percussioni, al violino, alla tromba e così via. Entrambi i fratelli sono nati con la passione per la musica e già da bambini mettevano su piccoli spettacoli per la famiglia in cui suonavano e cantavano.
Alla passione per la musica si accompagna anche quella per la recitazione; infatti, sia Brian che Micheal hanno recitato in importanti spettacoli di teatro, tra cui Les Miserables, La Sirenetta, The Coast of Utopia, The Radio City Christmas Spectacular e All My Sons. Michael ha ottenuto anche alcuni ruoli in diverse serie tv e film, come People Like Us e Sinister.
Nel 2015 arriva il loro primo disco, What We Know, in edizione limitata di sole 100 copie. L’anno dopo segue Do Hollywood (clicca qui per acquistare il vinile), un album di grande successo, soprattutto in America, tanto che i Lemon Twigs cominciano a essere notati e aprono il concerto dei Sunflower Bean, vengono chiamati al Coachella Valley Music and Arts Festival in California e si esibiscono al Jimmy Fallon’s show, al CBS This Morning “Saturday Sessions” e a Conan along the way. Nel 2017 iniziano un tour in tutta America e presenziano ai principali e più importanti festival statunitensi. Lo stesso anno la band pubblica l’EP Brothers of Destruction (clicca qui per acquistare il vinile), contenente brani registrati durante le sessioni di Do Hollywood.
Nel 2018 esce il terzo album, Go To School (clicca qui per acquistare il vinile), costruito come un musical, che finalmente permette ai Lemon Twigs di essere notati anche al di fuori dell’America, tanto da arrivare al 93esimo posto in classifica nel Regno Unito. Come succederà anche ai Nude Party, la band viene anche notata da Alex Turner, che li chiama per aprire tutti i concerti del tour 2018 degli Arctic Monkeys. Alex Turner non è stato l’unico tra i grandi della musica a elogiare i Lemon Twigs; anche Elton John, gli Zombies, Boy George, Laura Marling, Gilbert O’Sullivan, Gary Brooker, Marc Almond, Iggy Pop, Todd Rundgren, Flea e Gerard Way si sono mostrati più che entusiasti del lavoro della band. Un risultato incredibile se si pensa alla giovanissima età dei due fratelli.
Il 21 agosto 2020 esce l’ultimo album, Songs for the General Public (clicca qui per acquistare il vinile), acclamatissimo dalla critica e amatissimo dal pubblico. Come nei precedenti lavori, quello che colpisce dei Lemon Twigs è l’estrema versatilità; difficile trovare una canzone che sia uguale a un’altra, sembra di ascoltare trenta band diverse che fanno trenta generi diversi. Si passa da brani stile Beatles a brani da Billy Joel, da brani pop a brani punk. E il tutto condito con un tocco di teatralità e stravaganza. C’è chi li ha paragonati ai personaggi dei film di Wes Anderson ed è la descrizione più azzeccata che si possa fare dei Lemon Twigs.
Tracce da ascoltare e riascoltare:
Da Do Hollywood: I wanna prove to you, Baby baby, As long as we are together, How lucky am I?
Da Go to school: Go to school, Rock Dreams, The Bully, Queen of my school
Da Songs for the General Public: Hell on Wheels, No one holds you closer, Fight, The One, Moon
Consigliati se:
-ami la musica, ami l’arte e ami in particolare quando le due si uniscono
-in un disco cerchi brani completamente diversi tra loro
-hai bisogno di stravaganza
The Nude Party
I Nude Party sono una band americana, formatasi nel North Carolina, e composta da ben sei membri: Patton Magee alla voce, alla chitarra e all’armonica, Austin Brose alla voce e percussioni, Alec Castillo al basso e alla voce, Shaun Couture alla chitarra e alla voce, Don Merrill al piano e alla voce e Conor Mikita alla batteria. Tutti e sei sono amici di vecchia data e nel 2012, quando frequentavano l’Appalachian State University, hanno deciso di mettere su una band. All’inizio si divertivano suonando principalmente cover e esibendosi in bar e pub locali.
Tutto è cambiato quando la band ha incontrato Oakley Munson, membro degli Shine Brothers, che si offrì di produrre il loro primo EP, Hot Tub. I Nude Party hanno cominciato così a essere notati e a essere chiamati ad aprire i concerti di band come Sunflower Bean, Charlie Megira, Black Lips, The Mystery Lights, Cold War Kids, Cherry Glazer, Insecure Men, The Murlocs, The Growlers. Nel 2018 arriva il loro primo album in studio, The Nude Party (clicca qui per acquistare il vinile), un disco registrato in soli due giorni a New York. Dal forte sound garage rock e con sonorità un po’ western, l’album ottiene critiche un po’ contrastanti, ma principalmente positive; Rolling Stone paragona il disco a I’m Waiting for the Man dei Velvet Underground e a Exile on Main Street degli Stones, due pilastri della musica. Non male come inizio.
Ma la soddisfazione più grande arriva quando Alex Turner, leader degli Arctic Monkeys, elogia personalmente la band e dichiara che Chevrolet Van, singolo di debutto, è in assoluto una delle sue cinque canzoni preferite. La popolarità dei Nude Party sale alle stelle e vengono chiamati ad aprire concerti agli Arctic, a Jack White, ai Dr. Dog e ai White Reaper.
Il 2 ottobre 2020 arriva il secondo album, Midnight Manor (clicca qui per acquistare il vinile), registrato dal vivo e che raccoglie 12 tracce. Con il nuovo disco viene riconfermata l’influenza del garage rock, del rock anni ’60 e di band come Rolling Stones, Velvet Underground, Creedence Clearwater Revival, ma la band si avvicina anche al pop rock.
Tracce da ascoltare e riascoltare:
Da The Nude Party: Astral Man, Chevrolet Van, Feels Alright, Live Like Me, Wild Coyote, Poor Boy Blues
Da Midnight Manor: Lonely Heather, Shine Your Light, What’s The Deal?, Pardon Me, Satan, Cure is You, Thirsty Drinking Blues
Consigliati se:
-vuoi fare un tuffo negli anni ’60
-ti mancano i concerti: chiudi gli occhi e i Nude Party ti aiuteranno a superare la nostalgia
-hai voglia di sound allo stesso tempo nuovi, ma familiari
Ero propio alla ricerca di qualcosa di nuovo da ascoltare, per uscire un po’ dalla mia comfort zone musicale! Che dire, adesso ho ben 5 nuovi gruppi da ascoltare. Mi incuriosiscono soprattutto gli Inhaler e i Nude Party: da buona fan degli Arctic Monkeys e dei Killers direi che non possono mancare nelle mie playlist
Grazie Elisabetta, sono contenta di averti quanto meno incuriosita e sono sicura che queste cinque band non ti deluderanno!