Chi è stufo di ascoltare sempre la stessa musica e di sentire e risentire all’infinito le solite tre canzoni alzi la mano. In realtà, io l’alzerei per metà. Ci sono periodi in cui accendo la radio o il giradischi e per tutto il giorno ascolto lo stesso gruppo o lo stesso disco o, addirittura, la stessa canzone. Poi ci sono invece periodi in cui bramo musica nuova, qualcosa di mai sentito, che mi riaccenda la curiosità.
Se mi capisci e sei alla disperata ricerca di sonorità nuove, forse sei nel posto giusto. L’altra settimana avevamo parlato degli Unrelated Segments, band garage rock, mentre oggi andiamo a scoprire una band olandese, attiva tra il 1965 e il 1969, pressoché sconosciuta: Les Baroques.
Les Baroques: formazione e discografia
Les Baroques si formano nel 1965 a Baarn, nei Paesi Bassi. La band è composta da ben sei membri: Gary O’Shannon, nome d’arte di Gerard Schoenaker, alla voce, Frank Muyser alla chitarra e al sassofono, Hans van Emden alla chitarra, Robin Muyser al basso, René Krijnen alle tastiere e Raymond van Geytenbeek alla batteria.
Il gruppo, capitanato dal cantante Sjaak Ranzijn, in realtà comincia a suonare in bar e pub locali già all’inizio del 1959, con il nome The Modern Teenage Quartet, nome che poi verrà ulteriormente cambiato in The Hurricane Combo. Per la band fare musica significa stare insieme e divertirsi e suonare è soprattutto un hobby, un passatempo; nessuno di loro pensa di diventare un musicista professionista o di diventare famoso a livello nazionale, figurarsi a livello internazionale. Per di più, nel 1964 il gruppo comincia a sgretolarsi; suonare dal vivo diventa sempre più difficile, il cantante Ranzijn e un chitarrista lasciano il gruppo e per gli Hurricane Combo sembra davvero che non ci sia più niente da fare.
A risollevare le sorti del gruppo arriva Gary O’Shannon, agguerrito e deciso a fare qualcosa di serio. Gary prende le redini del gruppo, ne diventa il manager e apporta tutta una serie di cambiamenti, che risulteranno poi vincenti. Innanzitutto, la band cambia nuovamente nome e si ribattezza Les Baroques e ricomincia a fare concerti dal vivo; niente più cover, però, ma solo brani originali, cantanti in inglese. Finalmente, dopo tanta fatica, il gruppo viene notato e l’Europhon offre ai Les Baroques un contratto per la pubblicazione di due singoli.
Il primo è Silky, canzone triste dai toni cupi che può far pensare ad alcuni brani dei Velvet Underground, seguito subito dopo da Such a Cad, un singolo abbastanza bizzarro e stravagante per l’epoca. L’official video risente molto dell’influenza dei Beatles e ricorda un po’ alcune scene del film Help, uscito proprio nel 1965, mentre la musica è un incrocio tra il folk-pop barocco, il garage rock e il pop punk, generi che sarebbero stati apprezzati soltanto molti anni dopo. Particolare anche l’uso del fagotto, all’epoca molto usato nel rock e nei pezzi blues-rock.
Entrambi i singoli ottennero un discreto successo e nel 1966 uscì il loro primo album, dal titolo Les Baroques, composto da nove tracce. Di nuovo si sentono le influenze blues, pop, folk e quell’accenno punk così particolare per quegli anni. Anche il modo di cantare di O’Shannon è insolito; la voce si fa a volte potente, altre volte sussurrata, un uso della voce tipico di gruppi gothic punk, post punk, come i Virgin Prunes, gruppi che arriveranno però soltanto a metà/fine anni ’70. Esempio lampante è la canzone Troubles, quasi sussurrata e molto ipnotica. I Was Wrong e Girls Enough, invece, sono due classici pezzi garage rock, martellanti e con un uso insistente di batteria e chitarra. Nell’album troviamo poi Real love, ballata d’amore, O Baby Give Me That Show e My Destiny, che di nuovo fanno venire in mente i Beatles e gli Stones dei primi anni.
L’album fu molto apprezzato dalla critica e i Les Baroques vennero paragonati a Van Morrison, agli Animals e, ovviamente, ai Beatles e ai Rolling Stones, punti di riferimento di metà anni ’60. L’anno successivo, nel 1966, arrivò un altro singolo, I’ll Send You to the Moon. La band stava riscuotendo sempre più successo, era molto apprezzata a livello nazionale e si stava facendo conoscere anche a livello internazionale.
Subito dopo la pubblicazione del nuovo singolo, però, il cantante O’Shannon venne chiamato per il servizio militare e dovette lasciare il gruppo. Fu un duro colpo per i Les Baroques che dovettero darsi da fare per trovare un nuovo leader all’altezza di Gary; nel gruppo entrò poi Michel van Dijk e la band pubblicò altri cinque singoli e, nel 1967, un nuovo album, Barbarians with Love. Due pezzi in particolare, Working on a Tsing Tsang e Bottle Party, furono molto apprezzati, ma con l’uscita di O’Shannon dal gruppo si era un po’ spento l’entusiasmo e al gruppo mancava quel qualcosa in più per poter davvero sfondare nel mondo della musica. I Les Baroques, infatti, si sciolsero nel 1969, dopo che anche altri membri avevano lasciato la band.
Les Baroques: la band che già negli anni ’60 faceva punk
Arrivati a questo punto, dobbiamo farci la domanda che già ci eravamo posti per gli Unrelated Segments: vale la pena ascoltare i Les Baroques?
Nonostante siano una band ormai semi dimenticata e conosciuta prevalentemente in Olanda e molto poco nel resto d’Europa, i Les Baroques, come detto, sono un gruppo anni ’60 assai particolare e decisamente insolito per quell’epoca. E allora perché non sono diventati famosi? Forse perché non sono stati innovativi come altri colleghi di quegli anni o forse perché erano semplicemente troppo avanti. Ascoltando alcuni loro pezzi, infatti, viene da pensare che avessero viaggiato nel tempo, assimilato la musica di fine anni ’70 per poi tornare agli anni ’60.
Sicuramente le influenze beat pop tipiche dell’epoca si sentono e già ho detto che il gruppo era stato paragonato a band come Animals, Stones e Beatles. Paragoni azzeccati, ma mancava qualcosa; nessuno li aveva mai paragonati a gruppi garage rock/punk, ma per un motivo molto semplice: perché questi gruppi non esistevano ancora. Oggi, con la conoscenza che abbiamo della musica, invece, le somiglianze con i gruppi punk, pop-punk e gothic punk risultano abbastanza evidenti. Ho già citato i Virgin Prunes, primo nome che mi è balenato in mente ascoltando i nostri Les Baroques. E’ soprattutto il modo di cantare di Gary O’Shannon che mi ha ricordato questa band irlandese del 1977, capitanata da Gavin Friday.
Quindi, alla domanda se vale davvero la pena ascoltare i Les Baroques rispondo: sì, assolutamente. Sono una band sottovalutata e incredibilmente innovativa per l’epoca. Se ti piace il sound anni ’60, ma non disdegni una buona base punk hai trovato il gruppo adatto per te. Ascolta i Les Baroques e sono sicura che ti stupiranno.
https://www.youtube.com/watch?v=M9sjaVRa8iY