Non è cambiata del tutto ma è stata rinnovata e resa più evidente la veste grafica delle lattine Campbell’s ormai diventata forma d’arte perché non riconducibile alla semplice zuppa Campbell’s, ma al noto artista Andy Warhol che le rappresentò.
Così nel 2021, l’ azienda decide di rinnovare le così tanto amate lattine non stravolgendole, ma quasi “restaurandole”, per cercare di risaltare ciò che magari era graficamente un po’ più nascosto, velato.
Campbell’s Soup. Perché sono così famose?
Quando si sente parlare di Campbell’s Soup, le famose zuppe americane ritratte da Andy Warhol, si pensa subito alla tela del noto artista che le rappresentò. In realtà, la Campbell’s Soup Company fece già la sua uscita vittoriosa quando presentarono all’ Esposizione Internazionale di Parigi nel 1900 le loro zuppe, in particolare la zuppa al pomodoro, con i loro inconfondibili colori rosso e bianco che li caratterizzava. Riscossero molto successo vincendo il primo premio e la medaglia d’ oro ancora oggi rappresentata sulle lattine.
Si, ma perché questa zuppa e non un’ altra? L’ Azienda Campbell’s ebbe un’ idea molto innovativa ai tempi dell’avanguardia e cioè quella di produrre delle zuppe già pronte, condensate, in linea con l’evolversi della vita frenetica e lavorativa delle famiglie. Può sembrare un’ idea scontata per noi nati già in un’epoca ben evoluta, ma fu un’idea rivoluzionaria al tempo perché non esistevano prodotti simili.
Andy Warhol e Campbell’s Soup
Cosa c’entra Andy Warhol? È colui che ha progettato la grafica? Le lattine di zuppa pubblicizzate e famose per la rappresentazione grafica su tela di Andy Warhol ci possono far intendere che l’ artista ha contribuito e lavorato con l’ azienda per la progettazione. In realtà Andy Warhol subentra soltanto nel 1962, quindi ben dopo la vincita della medaglia d’oro della zuppa, quando presentò le sue 32 tele di Campbell’ s Soup alla Ferus Gallery di Los Angeles, segnando così “il debutto della pop art nella West Coast americana”.
L’artista non aveva rapporti commerciali con l’ azienda proprio perché il suo intento non era questo, non voleva renderla un’ opera commerciale, ma focalizzarsi sul suo obiettivo: quello di affermare la sua arte rivoluzionando i canoni dell’ epoca, discostandosi quindi dall’ espressionismo astratto che vigeva nel periodo.
«Devo fare qualcosa che avrà davvero un impatto abbastanza diverso da Lichtenstein e James Rosenquist, che sia molto personale, così che io non dia l’impressione di fare esattamente ciò che fanno loro.» -Andy Warhol
Andy Warhol inizialmente si presentò come fumettista, ma le sue opere non ebbero successo come lui sperava perché vennero accostate a quelle di Lichtenstein e Rosenquist, molto simili tra loro.
Pensò, quindi, di fare qualcosa che rimanesse impresso nella mente della gente, sia negativamente che positivamente.
Così nacque l’idea della rappresentazione di una delle immagini più semplici e quotidiane: le Campbell’s Soup.
Si narra che venne indirizzato dal suo assistente artistico commerciale Latow, che gli propose di rappresentare qualcosa di quotidiano che “tutti vedono e sanno riconoscere.”
Così Andy Warhol fu ispirato dalle lattine Campbell’s Soup che accompagnavano i suoi pranzi quotidiani e che allo stesso tempo erano legati ad un ricordo d’ infanzia, al pranzo familiare. Sua madre era solita utilizzare le zuppe pronte Campbell’s, soprattutto la famosa zuppa al pomodoro concentrata ed inoltre riciclava le lattine creando fiori di latta che vendeva per aiutare il suo amato figlio agli inizi della carriera, diventato noto in seguito grazie proprio alla rappresentazione di ciò che gli ha dato sostegno economico.
Abbandonò le riproduzioni a fumetti e comprò una cassa contenente tutte le zuppe Campbell’s. Realizzò così le Campbell’s Soup Cans o le 32 Campbell’s Soup Cans, 32 tele disposte una accanto all’ altra che rappresentano le varie zuppe più famose d’ America , una gigantografia di 51x41cm, riproduzione fedele su sfondo bianco realizzate con una stampa serigrafica semi-meccanizzata. Queste opere contribuirono alla diffusione della pop-art e al suo riconoscimento tra i movimenti artistici più importanti.
Cosa è cambiato nelle Campbell’s Soup?
La zuppa più buona e più utilizzata in America rimane sempre quella, ma si veste di una nuova grafica. Più risalto è stata data alla medaglia d’oro vinta nel 1900 alla loro prima presentazione e viene accentuato anche il capolettera C della marca. Restano i colori tipici ed inconfondibili rosso e bianco, ma senza ombreggiatura e il font della scritta Campbell’s appare più elegante ispirato alla firma del fondatore Joseph Campbell. Cambia anche il font di “soup” (zuppa) inconfondibile però per quella O obliqua che riprende la vecchia scritta del 1900, accanto è stata aggiunta anche l’ immagine rappresentante il prodotto.
È stata presentata soltanto la classica zuppa al pomodoro in nuovo look ma l’ azienda ha “rivestito” tutti i suoi prodotti che verranno lanciati il 3 agosto 2021. In occasione del lancio del rifacimento look, l’ azienda ha incaricato l’ artista Sophia Chang alla realizzazione di 100 pezzi di token crittografici non fungibili da vendere. I token NFT che ne attestano l’autenticità, la proprietà e l’ unicità delle immagini, saranno disponibili su NTWRK NFT e il ricavato sarà devoluto ad una delle aziende con la quale Campbell’ s collabora da anni la Feeding America che “conduce la nazione nella lotta contro la fame e si occupa della redistribuzione delle eccedenze alimentari.”
È stata prodotta anche una versione animata t-t.
“Abbiamo intrapreso un viaggio per ripensare questo marchio iconico e renderlo accattivante per le nuove generazioni di consumatori. Il nostro target sono i giovani, che cucinano più che mai, continuando a onorare la nostra storia”. Una lattina nuova che rende omaggio “al nostro posto nell’arte e nella cultura pop”. – Linda Lee, capo marketing dell’azienda.