Caro iCrewer, se hai perso l’appuntamento con Le Signore dell’Arte, a Palazzo Reale di Milano, non disperare, hai un’altra opportunità per ammirare le donne più creative del 500 e del 600. Infatti, la mostra ha subito una variazione: è prorogata fino al 22 agosto 2021.
Vi ricordiamo che la Mostra, dedicate alle Signore e protagoniste del panorama pittorico italiano, ha portato alla portata del pubblico oltre 130 opere. 34 artiste vengono riscoperte attraverso le loro opere a testimonianza di un’intensa vitalità creativa tutta al femminile, in un singolare racconto di appassionanti storie di donne già “moderne”.
A guidare queste uniche artiste troviamo alla loro guida Artemisia Gentileschi. Altre artiste sono: Sofonisba Anguissola, Lavinia Fontana, Elisabetta Sirani, Fede Galizia, Giovanna Garzoni e non solo.
Tra le 130 opere esposte, vi voglio ricordare la Pala della Madonna dell’Itria di Sofonisba Anguissola, realizzata in Sicilia, a Paternò, nel 1578. Quest’opera non è stata mai esposta e non ha mai lasciato la Sicilia. Anche la pala di Rosalia Novelli, Madonna Immacolata e san Francesco Borgia, unica opera certa dell’artista, del 1663, della Chiesa del Gesù di Casa Professa, lascia per la prima volta Palermo.
La mostra, curata da Anna Maria Bava, Gioia Mori e Alain Tapié, è promossa dal Comune di Milano – Cultura e realizzata da Palazzo Reale e Arthemisia, con il sostegno di Fondazione Bracco, e aderisce al palinsesto I talenti delle donne, promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e dedicato all’universo delle donne, focalizzando l’attenzione, per tutto il 2020 e fino ad aprile 2021, sulle loro opere, le loro priorità e le loro capacità.
Inoltre, vi ricordo che per garantire l’accesso alla mostra nel rispetto di tutti gli standard di sicurezza è fortemente consigliata la prenotazione sul sito www.ticket.it ma è anche possibile acquistare il biglietto direttamente in loco. Tutte le informazioni sono disponibili visitando i siti www.palazzorealemilano.it e www.lesignoredellarte.it.
Le Signore dell’Arte. Storie di donne tra ‘500 e ‘600: dentro la mostra
La mostra dedicata alle coraggiose e ribelli artiste si focalizza su un periodo storico importante, sia per l’Europa che per l’Italia. Le trasformazioni, che iniziano nel Cinquecento, sono rilevanti perché arrivano a definire una progressiva emancipazione della donna artista fino a portarla, nel corso del Seicento, a essere in grado d’intraprendere una carriera del tutto indipendente.
Per le donne era difficile affermarsi, e anche in ambito artistico hanno trovato molte difficoltà. Le donne che dipingevano erano limitate in soli esercizi di pittura. In questo periodo storico si imponevano delle forti limitazioni all’istruzione delle donne, almeno quelle che potevano permettersi un’educazione.
Di norma, la loro istruzione si basava sullo studio dei religiosi, nozioni di lettura, scrittura e calcolo, e attività ritenute tipicamente femminili, come il cucito e la tessitura. Erano poche le donne a cui era permesso poter apprendere solo le basi della pittura. Uno dei motivi che ne impossibilitava l’apprendimento era l’impossibilità di studiare il corpo maschile dal vero.
La Mostra mette in evidenza, non questi aspetti sociologici, ma il talento tenuto nascosto da una società prettamente maschile. Un talento e una grazia messa in evidenza dall’unione di tutte le Signore, che hanno fatto Arte e fanno parte della Storia dell’Arte.
La Mostra Le Signore dell’Arte. Storie di donne tra ‘500 e ‘600 potrebbe essere un modo per riflettere e ripensare al ruolo che la donna ha oggi. La donna di oggi, come la donna del 500/600 (sia artista che non), deve ancora lottare molto per poter essere eguagliata all’uomo. Purtroppo, in alcuni ambienti e in alcuni campi, ha ancora bisogno di dimostrare di essere al pari dell’uomo.