Un teschio. Di per sé una rappresentazione che non siamo poi così disabituati a vedere ma un teschio con le orecchie è senz’altro qualcosa di estremamente insolito che può addirittura provocare un sorrisetto di troppo.
Prima di farlo però, ti consiglio vivamente di arrivare fino in fondo a questa lettura, perché credo che saputa questa storia, ti verrà ben poco da ridere.
Lo scenario di questo che a tutti gli effetti sembra avere i contorni di un vero mistero è l’ipogeo della chiesa di Santa Luisella nel cuore di Napoli città ricca di ulteriori misteri.
Una piccola chiesa proprio nel centro storico della città del Golfo che custodisce ormai da tanti, troppi anni un mistero macabro ma allo stesso tempo intrigante e inspiegabile: un teschio con le orecchie.
Proprio nell’Ipogeo della chiesa è conservato un rarissimo esemplare di Teschio con le orecchie e c’è addirittura di dice che sia unico al mondo.
La sostanza non cambia neanche se pensiamo possa esserci un altro esemplare in giro per il mondo, un teschio con le orecchie è qualcosa di profondamente inusuale.
Quello conservato nella chiesa di Santa Luisella è un cranio standard quanto a fattezze che ha però conservato su di sé due belle orecchie.
Notoriamente, tali parti del corpo sono formate da cartilagini che per loro stessa natura sono destinate post mortem a disgregarsi come il resto dei tessuti molli del corpo.
Teschio con le orecchie agghiacciante e singolare mistero
Ebbene, nel caso del teschio con le orecchie, quest’ultime risultano letteralmente mummificate e ben salde al cranio.
La tradizione popolare nel tempo, dopo la scoperta del reperto, ha voluto vedere in quella stravaganza di madre natura, un segno da sfruttare pro domo sua.
E così il teschio con le orecchie è diventato un viatico di grande importanza.
Dal momento che il teschio aveva le orecchie si cominciò a pensare che le preghiere a lui rivolte avessero una sorta di canale preferenziale per essere condotte da chi poteva esaudirle.
Ed in effetti tanto irreale come ragionamento non lo è, vista soprattutto, torno a ripetere, la singolarità della presenza delle orecchie sul teschio.
Di chi sia quel cranio al momento rimane un mistero insoluto; si hanno solo le risultanze di alcuni approfonditi test di laboratorio che lo datano al ‘600 ma nulla di più.
La leggenda intorno a questo misterioso Teschio si è legata nel tempo al culto delle anime pezzentelle, di persone cioè che sconosciute, non hanno avuto una degna sepoltura ad opera dei familiari.
La tradizione popolare, prevedeva che chiunque avesse preso a cuore i resti rinvenuti nelle fosse comuni di una di queste persone sconosciute, ne avrebbe alleviato le pene ultraterrene ricevendo in cambio una sorta di salvacondotto per sé.
Qualche buontempone potrebbe sollevare l’idea che il Teschio con le orecchie sia la risultanza di un’anima fortemente legata all’ascolto dei fatti altrui tanto da vedere, per uno scherzo della natura, conservata questa dote anche dopo la vita.
Commento irriverente direi ma a muovere i passi nell’oscuro mondo dei misteri nell’arte, si rischia sempre di inciampare su situazioni e realtà del tutto inspiegabili, per cui non lo darei per scontato il fatto che inspiegabilmente possa davvero essere accaduto qualcosa del genere.
A fare da cornice al misterioso teschio con le orecchie abbiamo detto che è la chiesa di Santa Luciella ai Librai, un piccolo quanto delizioso gioiellino incastonato nel cuore pulsante di Napoli.
Si erge nel omonimo vicolo “vicut Cornelianus” che mette in comunicazione San Biagio dei Librai con San Gregorio Armeno.
Si sa per certo che fu fondata intorno al 1327 su commissione di Bartolomeo di Capua, potente consigliere di Carlo II d’Angiò.
La chiesa prese il nome di Cappella dell’Arte dei Molinari e in seguito fu presa in gestione dai Pipernieri, artisti che scolpivano le pietre dure quali appunto il piperno, pietra dura ddi origine vulcanica.
E’ tutt’oggi visibile il magnifico portale in piperno realizzato proprio dai maestri Pipernieri.