Recenti indagini condotte dall’Università di Firenze, Jena e Tubinga su Science Advances hanno portato alla luce un’importante scoperta: gli etruschi erano un popolo autoctono e non provenivano da Oriente. Ciò è stato possibile grazie alla mappatura del DNA e sull’eredità degli Etruschi grazie all’analisi sul genoma di 82 individui dell’Italia centrale e meridionale, vissuti tra l’800 a.C. e il 1000 d.C.
Gli Etruschi erano un popolo autoctono – mappatura del DNA
Gli esiti delle indagini provano che gli Etruschi (nonostante le loro espressioni culturali uniche) erano legati ai vicini italici e riferiscono di trasformazioni genetiche associate ad accadimenti storici. In particolare, si è evidenziata la storia genetica degli uomini connessi al popolo etrusco e de gruppi seguenti in Etruria grazie lo studio del genoma di 70 individui.
Con il metodo del radiocarbonio sono stati prodotti dei dati sull’intero genoma di 16 individui, dal sito delle terme di Venosa e datati VIII secolo a.C. Sono stati, poi, confrontati i dati genetici in comparazione con quelli degli individui vissuti in epoca altomedievale nell’Italia centro-meridionale.
Attualmente non sono presenti prove genetiche di uno spostamento di popolazioni dall’Anatolia. È stato provato che gli etruschi condividono il profilo genetico dei Latini e che gran parte del loro genoma proviene dagli antenati nativi dalla steppa eurasiatica al tempo dell’età del bronzo.
Bisogna anche tener presente che i popoli legati alla steppa furono probabilmente fautori della diffusione delle lingue indoeuropee. Ad oggi risulta ancora inspiegabile la continuità di una lingua etrusca non indoeuropea in Etruria.
Questa persistenza linguistica, combinata con un ricambio genetico, sfida la tesi che i geni siano uguali alle lingue e suggerisce uno scenario più complesso che potrebbe aver coinvolto l’assimilazione dei primi popoli italici da parte della comunità linguistica etrusca, forse durante un periodo prolungato di mescolanza nel secondo millennio a.C. – spiega David Caramelli, docente di Antropologia all’Università di Firenze.
Il patrimonio genetico degli Etruschi
Gli studi condotti hanno stabilito, inoltre, che il patrimonio genetico etrusco è rimasto lo stesso per almeno 800 anni, nel periodo che compreso tra l’età del ferro e la Roma repubblicana. Solo successivamente – nel corso del periodo imperiale romano – l’Italia centrale subì uno stravolgimento genetico su larga scala, che nasceva dall’unione con i popoli del Mediterraneo orientale, il che presumibilmente comprendeva un elevato numero di schiavi e soldati trasferiti attraverso l’Impero Romano.
Spostandoci all’Alto Medioevo, gli studiosi hanno identificato antenati dell’Europa settentrionale che si sono espansi in tutta Italia con la fine dell’Impero Romano d’Occidente. Tali risultati indicano che i migranti germanici potrebbero aver lasciato un impatto rintracciabile sul paesaggio genetico dell’Italia centrale.
Anche in Toscana, nel Lazio e nella Basilicata è stata riscontrata una continuità nel patrimonio genetico della popolazione tra l’Alto Medioevo e oggi. I cambiamenti di discendenza in Toscana e nel Lazio settentrionale indicano che gli eventi storici accertati nel corso del primo millennio d.C. abbiano avuto un forte impatto sulle trasformazioni genetiche in gran parte della penisola italiana.
Questo dato risulterebbe essere particolarmente significativo e lascia intendere che il principale pool genetico delle persone attuali dell’Italia centrale e meridionale si sia in gran parte formato almeno 1000 anni fa.
Gli etruschi: origini e storia
Prima di venire completamente assorbita dall’espansione di Roma, la civiltà etrusca fu la più importante popolazione dell’Italia. I loro insediamenti possono essere certificati a partire dall’VIII secolo a.C. e la loro espansione – dettata da esigenze di natura commerciale, di controllo e di scambio – tocca il Veneto meridionale e la Campania.
Il momento di massima espansione vede il popolo etrusco conquistare anche il Mediterraneo occidentale dopo essersi alleati con i Cartaginesi. Tra le loro più notevoli capacità, l’abilità per i materiali metallurgici e l’uso di una lingua non indoeuropea che non offre alcun punto di incontro con altri idiomi conosciuti.
Il popolo Etrusco è stato fortemente all’avanguardia che vedeva le donne perfettamente integrate all’interno della società, capaci di leggere e scrivere e a capo di attività economiche. La ricchezza e il lusso caratterizzavano lo stile di vita delle classi dirigenti.
Altri due aspetti da tenere a mente sono la religione e l’arte. Gli etruschi erano politeisti e credevano nell’interpretazione dei segni. Mentre per quanto riguarda l’arte fu caratterizzata dall’uso della terracotta e di metalli ed unì in particolar modo influenze greche a quelle locali.