Elio Pandolfi all’età di 95 anni fa l’ultimo ideale inchino al mondo e si congeda lasciando dietro di sé lo strascico di quella riservatezza che lo ha sempre contraddistinto.
Generosissimo nel suo lavoro che ha vissuto pienamente senza risparmiarsi e in maniera trasversale, per le cose attinenti la sua vita privata invece ha da sempre mantenuto un riserbo granitico che è poi l’atteggiamento che continua ad aleggiare intorno a tutto ciò che lo riguarda anche in queste ore del post mortem.
Uno scarno comunicato e la famiglia partecipa all’amato pubblico che per tutto un secolo, con l’aggiungersi via via di generazioni, ha amato e apprezzato Elio Pandolfi, il suo commiato dalla scena della vita, non chiarendo neanche i motivi che portato all’infausto epilogo proprio per quel senso del pudore nelle cose private che lo ha sempre caratterizzato e che i familiari stanno tutt’ora garantendo.
Per sua stessa disposizione non verrà celebrato alcun funerale, sembrerebbe neanche nella formula di cerimonia strettamente privata. Siamo sicuri però che ogni singolo appartenente al suo pubblico di sempre, esprimerà un pensiero di pace in sua memoria in un intimo momento di raccoglimento.
Elio Pandolfi era così, amante dell’arte dello spettacolo che in 95 anni di vita ha attraversato in moltissime delle sue forme più note.
Nato il 17 giugno del 1926 a Roma, Elio Pandolfi, passa infanzia e giovinezza nella sua città natale, con l’occasione di vivere, grazie al portierato del padre, nell’elegante Palazzo Sora, in quel corso Vittorio Emanuele II che in quegli anni e per molti di quelli a seguire, ha rappresentato uno dei luoghi più vivaci e frequentati della capitale, poichè tratto urbano di collegamento tra il Campidoglio e Via della Conciliazione, crocevia di culturale e sociale.
Elio Pandolfi una carriera a tutto tondo che ha attraversato quasi un secolo di storia italiana
Il debutto nella città lagunare di Venezia nel 1948 con Les malheurs d’Orphée del compositore francese Darius Milhaud, in cui interpretò il ruolo di mimo ballerino.
Si era da poco diplomato all’Accademia nazionale di arte drammatica di Roma Elio Pandolfi e dopo la parentesi veneziana, nello stesso anno ebbe la proposta di collaborazione con il Piccolo Teatro dove entrò con Orazio Costa.
Negli anni a seguire per Elio Pandolfi fu tutto un susseguirsi di debutti poiché il suo talento veniva corteggiato da più parti.
Fu così che cedette alle lusinghe della radio dove potè esprimersi come di rivista diretto da Garinei e Giovannini fino alla performance in L’impresario delle Smirne diretto invece da Luchino Visconti, nel quale interpretò il ruolo di cantante evirato.
Passò quindi all’operetta e al teatro che lo vide indiscusso protagonista ed instancabile interprete per molti a seguire, trascorsi, professionalmente parlando accanto a divi dello spessore di Wanda Osiris, Carlo Dapporto, Lauretta Masiero moglie e musa di Federico Fellini e non ultima Antonella Steni che con Elio Pandolfi divise scene e vita privata divenendo sua compagna che nel 2016 lo ha lasciato vedovo lasciando un vuoto incolmabile.
Dopo gli anni delle trasmissioni radiofoniche con Valerio Noschese, lo ritroviamo interprete nell’arte che forse più di tutte gli fu congeniale, quella del doppiaggio, momento artistico in cui Elio Pandolfi seppe imprimere carattere a molti personaggi.
Tutti, grandi e piccini, lo ricorderanno certamente come inconfondibile voce di Stanlio del duo Laurel & Hardy, che come interpretazione, da sola varrebbe una carriera.
E ancora, sempre nel ruolo di doppiatore, la lunga collaborazione con Carosello ed infine le indimenticabili voci che seppe dare al Paperino della Disney, in alternanza con Oreste Lionello e a Duffy Duck della banda dei Looney Tunes.
Anche a volerlo cercare, sembra proprio non esserci momento artistico degli ultimi settant’anni in cui Elio Pandolfi non c’abbia messo il suo zampino di qualità.
L’assegnazione del prestigioso premio Ermete Novelli e il Nastro d’argento alla carriera attribuito dalla Casa del Cinema di Roma, si pongono a riconoscimento formale di una carriera unica nel suo genere la cui memoria sarà per sempre incastonata nella storia artistica del nostro paese.