Caro iCrewer, l’eruzione del Vesuvio sa sepolto migliaia vite rendendole eterne ed uniche. L’ultimo ritrovato, di pochi giorni fa è lo scheletro di un fuggiasco ad Ercolano. Vediamo insieme questa scoperta, che pare essere importantissima per gli studi sull’eruzione del 79 d.C.
La scoperta: lo scheletro di un fuggiasco
L’eruzione del Vesuvio del 79 d.C ha portato via, forse troppo presto, molte vite e ha bloccato anche la fuga di un uomo, che scappava dalla terribile onda lavica. Lo scheletro parzialmente mutilato di un uomo di 40-45 anni, che la valanga di fuoco e gas sputata dal Vesuvio in eruzione, ha fermato a un passo dal maree dal miraggio della salvezza.
A 25 anni dagli ultimi scavi, arriva da Ercolano, anticipata in esclusiva all’ANSA dal direttore del Parco Archeologico Francesco Sirano, una nuova emozionante scoperta che potrà portare nuova luce sugli ultimi momenti di vita della cittadina a pochi chilometri da Pompei.
Un ritrovamento da cui ci aspettiamo moltissimo, sottolinea il direttore.
Il corpo pietrificato è stato ritrovato in un punto della costa di Ercolano, prima che le colate laviche lo spingessero indietro di 500 metri. Sirano sospetta che l’uomo potesse aver guardato la morte in faccia mentre la lava stava rotolando verso di lui.
Gli ercolanesi immaginavano probabilmente di riuscire a scappare avendo il mare a portata di mano. Invece quella tempesta di fuoco, lapilli e cenere arrivò all’improvviso. Molti si rifugiarono nei magazzini dei pescatori, i fornici affacciati sulla spiaggia, dove si facevano coraggio con le lanterne accese, le brocche con l’acqua e con l’aceto per resistere alla caligine che da ore impestava l’aria. Ed è così che è stato trovato l’ultimo scheletro, intento alla fuga, lontano dai rifugi, forse già con un piede in acqua.
Francesco Sirnao ha dichiarato:
Questo perché il flusso piroclastico si abbatté su Ercolano inaspettato e velocissimo, un inferno che correva a 100 chilometri all’ora e una temperatura che nelle zone più alte della città arrivò anche a 700 gradi, ridotti a 3-400 sulla spiaggia.
Dove è stato ritrovato il corpo? Il teatro è quello dell’antica spiaggia della cittadina, lo stesso luogo dove negli anni ’80 e ’90 del Novecento, vennero riportati alla luce, ammassati nei piccoli magazzini affacciati sull’antico arenile, i resti di più di 300 fuggiaschi che avevano cercato riparo nell’attesa di essere portati in salvo dalla flotta di Plinio il Vecchio.
I nuovi scavi, che hanno impegnato per settimane gli archeologi del Parco, sono legati all’allestimento di un percorso che consentirà ai visitatori di raggiungere la monumentale Villa dei Papiri ripercorrendo quella che nella città antica era la passeggiata sul lungomare e che ancora oggi rimane l’unico fronte a mare completamente conservato di una città romana.
I resti dell’ultimo fuggiasco, un maschio di età matura che secondo i primi esami antropologici dovrebbe avere avuto tra i 40 ed i 45 anni, sono stati trovati alla base dell’altissimo muro di pietra lavica che oggi chiude l’antico fronte a mare. Era riverso con la testa all’indietro in direzione del mare e circondato da pesanti legni carbonizzati, persino la trave di un tetto che potrebbe avergli sfondato la testa.
Le ossa appaiono di un rosso acceso, è l’impronta lasciata dal sangue della vittima, dice il direttore del Parco Archeologico, spiegando che si tratta di una conseguenza del particolarissimo processo di combustione provocato a Ercolano dalla corrente di magma, cenere e gas arrivata dal Vesuvio.
Gli archeologi hanno anche trovato tracce di tessuti e oggetti metallici. Potrebbero essere i resti di effetti personali di un uomo, come una borsa, strumenti o persino armi e monete.
Dario Franceschini: una scoperta sensazionale
Dario Franceschini, Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, ha dichiarato:
La sensazionale scoperta dei resti di un fuggiasco nel sito archeologico di Ercolano è una bellissima notizia, innanzitutto perché il ritrovamento è dovuto alla ripresa in questo luogo, dopo quasi un trentennio, degli scavi scientifici condotti dal personale tecnico del ministero.
E sottolinea:
Le affascinanti ipotesi intorno al mistero che circonda la morte di quest’ultima vittima ritrovata dell’eruzione del 79 d.C. sono ora nelle mani degli studiosi, che possono gioire per questo risultato dovuto anche al sostegno del Packard Humanities Institute.
Chissà quanto c’è ancora da scoprire su queste città e i loro abitanti, le cui vite sono state interrotte dalla furia del Vesuvio, ma resi immortali ai nostri occhi e dalla nostra memoria.