Mauro Staccioli, uno dei massimi rappresentanti della scultura contemporanea del secolo scorso, in mostra nella provincia di Modena, precisamente a Soliera nelle stanze del piano alto del bellissimo maniero che è Castello Campori.
L’evento è promosso dal Comune di Soliera e dalla Fondazione Campori, con il patrocinio oneroso della Regione Emilia Romagna e prodotto da All Around Art in collaborazione con l’Associazione Archivio Mauro Staccioli di Volterra.
La mostra, curata da Lorenzo Respi è dedicata interamente a Mauro Staccioli e aprirà i battenti al pubblico pagante il prossimo 30 ottobre fino al 31 gennaio 2022 e sarà dislocata nel piano nobile di Castello Campori, un bellissimo maniero che sempre più spesso accoglie eventi di questo tipo con grande riscontro di visitatori.
A dare il benvenuto alla mostra sarà il Portale di Staccioli, un’installazione collocata in via P. Nenni a Soliera in arrivo direttamente da Volterra ma che in precedenza, quasi testimone di staffetta, è stato collocato a Bruxelles e alle Terme di Caracalla.
Si tratta di un arco triangolare di monumentali dimensioni che nella sua essenza si colloca naturalmente in relazione sia con gli spazi fisici che con gli abitanti che lo frequentano nel quotidiano, fino a diventare parte integrante della vita di tutti i giorni.
Mauro Staccioli una vita per l’arte contemporanea immersa nel reale
Un omaggio al grande maestro di origini toscane che dalla sua Volterra mosse i primi passi artistici per arrivare a divenire simbolo e figura di riferimento dell’arte contemporanea del suo tempo.
Una carriera dalle solide premesse quella di Mauro Staccioli che dopo il Diploma presso l’Istituto Statale d’Arte di Volterra nel 1954, iniziò salendo in cattedra come insegnante a Cagliari e Lodi fino ad arrivare nel 1968 a Milano al Liceo Scientifico Albert Einstein prima e al Liceo Artistico di Brera del quale divenne in un secondo momento direttore.
All’attività di insegnante, Mauro Staccioli durante ogni fase della sua vita ha sempre portato avanti di pari passo anche l’attività artistica di scultore che lo portò ben presto ad essere considerato uno degli artisti di riferimento per la sua generazione.
Pur fissando la sede della sua vita privata ed artistica a Milano, Mauro Staccioli dimostrò sempre di voler mantenere vivo il suo rapporto con la città natale di Volterra, legame che egli teneva ben saldato grazie agli elementi presenti nei suoi lavori, abitudine questa che negli anni divenne una vera e propria costante, tanto da costituirne un segno distintivo.
Il curatore Lorenzo Respi illustra così gli aspetti della mostra che sta per aprire i cancelli a Soliera:
Il percorso inizia nel cortile interno del Castello dove il visitatore è accolto dall’installazione Prismoidi. Lungo lo scalone di accesso al primo piano è collocata un’altra grande scultura, Condizione barriera, che conduce il visitatore all’ingresso della mostra “presidiato” dall’arco in cemento Mura delle carceri vecchie. La sala introduttiva è dedicata alla figura dell’artista e all’Associazione Archivio Mauro Staccioli, mentre le due sale principali ospitano le installazioni agibili, Scultura 1993 e Senza titolo, tra le quali le persone possono muoversi liberamente per “vivere” lo spazio.
Nelle salette laterali sono allestite opere storiche in cemento e materiali industriali che evocano l’ostilità dello spazio urbano verso l’uomo negli anni Settanta, sia per i conflitti sociali sia per i risvolti ecologici dell’industrializzazione. L’ultima sala è occupata da una grande proiezione sulle opere monumentali di Staccioli accompagnata da spettacolari foto degli allestimenti delle sculture pubbliche.
La mostra è completata da spezzoni di film e videoclip in cui compaiono curiosamente le opere dell’artista. Mauro Staccioli è stato uno dei principali esponenti della scultura ambientale internazionale, ha sempre unito l’impegno sociale e civile al lavoro di scultore, trasferendo paradossalmente nelle sue forme semplici la complessità e la conflittualità del mondo contemporaneo