Slate, un brano di contrasti profondi dove trovano ampio spazio anche le contestazioni strettamente personali dell’artista che fungono però al contempo, attraverso l’elemento musicale, anche da intimo riscatto.
In questo brano l’artista in qualche modo mostra il percorso da intraprendere, per liberarci da tutti quei pregiudizi che noi stessi ci rivolgiamo per incriminare i nostri lati oscuri e che vanno a creare dentro di noi, complice la nostra stessa mano, delle fumose zone d’ombra capaci di relegare in un angolo la luce interiore che ognuno di noi ha dentro di sé.
E tutto questo per costringere il pensiero, quasi obbligandolo in modo deciso, a riflettere su un unico importante punto saldo che dovrebbe governarci in esclusiva e cioè non cercare mai di essere diversi da ciò che realmente siamo, non nell’esteriorità mediata dall’opportunismo, ma come siamo davvero nel profondo della nostra anima.
Ricerca questa che ritroviamo nel testo, specialmente in queste frasi che Krait canta in inglese ma che ho voluto qui riportare nella loro traduzione:
non ha senso cercare di essere ciò che non sei
essere me è più difficile di quanto sembri
ho cercato di raggiungere le luci, ma l’oscurità mi ha tirato giù
nessun piacere è senza dolore
non ottieni nulla senza pagare
Prodotto da A-Kurt, con mix e master a cura di Adma.
Krait l’innovativa cantante di Slite
All’anagrafe è Michela Di Mauro, cantautrice, screamer e vocal coach italiana. Inizia a farsi conoscere con la metal band Deceit Machine, che dal 2016 riesce a dire la sua in modo preponderante nel segmento musicale hard-rock italiano.
Il nome d’arte Krait fa riferimento al Bungarus caeruleus, nome scientifico del Krait comune, un serpente della famiglia elapidae, il cui manto è caratterizzato da grandi squame del manto blu-nero lucido sul quale si susseguono delle strisce bianche.
Di indole non particolarmente aggressiva, il Krait comune riesce se attaccato a produrre un letale veleno che paralizzando i centri nervosi porta a morte entro poche ore.
Un biglietto da visita dunque di tutto rispetto per una cantautrice che al suo terzo singolo da solista, con Slite richiama un po’ quelle che sono le caratteristiche del suo nome d’arte.
La sua passione per la musica ha avuto esordi precoci dimostrando interesse e curiosità per più generi.
Si trova perfettamente da sempre a suo agio nell’affrontare stili e sonorità differenti e passa agevolmente come davvero fosse completamente nel suo elemento dal’hard rock al jazz , passando dallo screaming fino all’hip hop.
Un mosaico di suoni spesso a contrasto che Krait riesce a fare inizialmente suoi, con un profondo lavoro artistico, per poi restituirli all’ascoltatore attraverso la sua personalissima tonalità ricercata e unita alla vocalità coinvolgente e che insieme potenziano il momento comunicativo che si concretizza nell’ascolto dei brani, di State in questo caso.
Dal 2021 decide di diversificare il suo impegno artistico trovando nuovi spunti per intraprendere in contemporanea anche un suo esclusivo e personale nuovo corso da solista.
In questa nuova veste l’abbiamo vista cimentarsi nella pubblicazione di Shed the skin primissimo singolo da solista a cui ha fatto seguito Redrum fino all’ultimo Slate.
Quest’ultimo definito da più parti come:
magistrale esempio di raffinatezza interpretativa e di fusioni sonore, che evidenzia non soltanto un’eccezionale abilità tecnica, ma anche un immaginario eclettico, innovativo e rivoluzionario, a cui l’artista attinge
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