Giorgio Gaber, basta il nome a rievocare di slancio un importante e significativo spaccato di vita italiana, quello vero e proprio della ripresa che riesce sempre a distanza di così tanti anni a suscitare una serie di emozioni quasi inarrivabili e nello stesso tempo irrinunciabili.
Basta un accenno di note che ecco il piede muoversi in battere e levare e l’immaginazione correre a quella Torpedo Blu, con al volante uno scanzonato Signor G, l’alter ego con cui gli amici in primis e a seguire gli ammiratori, erano soliti chiamare Giorgio Gaber, primo fra tutti Enzo Jannacci.
Datata 1968 la canzone del giorno di oggi è Torpedo Blu, la cui copertina, nella versione singolo, focalizzava esclusivamente la carrozzeria di quest’auto da intenditori e un Giorgio Gaber un po’ arretrato con il gomito quasi distrattamente appoggiato alla fiammante carrozzeria.
Giorgio Gaber padrone della vita, del tempo e dei sogni, sulla sua torpedo Blu
Il testo della canzone racconta anticipatamente quello che sta per accadere, in una sorta di sognante previsione dove forse per davvero, basta avere una Torpedo Blu per realizzare ogni desiderio.
Giorgio Gaber si immagina Lui stesso al volente, descrivendo di essere avvolto in un doppio petto, all’ombra di un capellone che ricordi l’Al Capone d’oltreoceano, il più possibile in versione cinematografica.
Ma non basta, Giorgio Gaber sulla sua Torpedo Blu, sa anche come sarà vestita la sua Lei, come una star di Hollywood e che di lì a poco farà con lui parte del sogno sulla cabro sfavillante.
L’unica certezza è quel “vengo a prenderti stasera, con la mia Torpedo Blu”, il resto è sogno che probabilmente troverà realizzazione come descritto in musica ma ancora però non è accaduto per davvero.
Grande successo all’uscita di questo singolo Torpedo Blu che lo stesso Giorgio Gaber ebbe modo di sottolineare più avanti nel tempo, sorprese per primo Lui.
Erano gli anni della ricerca assoluta della libertà, tempi in cui si potevano immaginare le cose e pensare che sarebbero proprio accadute così, bastava avere una Torpedo Blu,come nella canzone, il vento nei capelli e la sfacciataggine di volerlo fare.
E così tra sogno e realtà, con la mediazione musicale, è proprio uno strumento che quasi magicamente si sostituisce al clacson che allegramente preannuncia l’arrivo della Torpedo Blu di Giorgio Gaber e di tutto quanto l’immaginazione poteva davvero immaginare.
Mi sembra quasi di vederlo arrivare, in una dimensione spazio temporale tutta sua, sospesa in chissà quale mondo parallelo.
Ed in effetti, io questa canzone forse da sempre la immagino naturalmente oltre la barriera del suono e della luce, poiché davvero non ricordo qual è stato l’esatto momento o periodo in cui la mia vita ha incontrato la Torpedo Blu di Giorgio Gaber.
Una cosa è certa, io come molti italiani, sono salita subito a bordo sulle ali di quel ritornello che profumava d’attesa ma non d’incertezza perché se sei una Torpedo Blu e al volante c’è Giorgio Gaber, l’epilogo non può che essere dei migliori.
Era il momento storico della consapevolezza del futuro e niente e nessuno in quegli anni poteva permettersi di dubitare, tanto l’evidenza era evidente.
E quindi, sia pur nel ricordo di oggi di questa canzone che ha fatto epoca, almeno per un’istante, perché i tempi son cambiati e di parecchio anche, facciamo finta di aspettare per davvero anche ora ma proprio in questo istante una improbabile Torpedo Blu che venga a prenderci e portarci indietro nel tempo quando le certezze erano date anche dal suono di un clacson in lontananza.