Anche la Versilia è molto legata al ricordo di Piero Angela. Correva l’anno 1948 e Sergio Bernardini, Patron della Bussola di Focette, volle inaugurare la Capannina del Marco Polo a Viareggio.
Nei locali di Torino aveva notato un pianista di jazz, ventenne, “Peter Angela” e lo chiamò per inaugurare il locale, dove si esibì con una Jam session di Jazz.
Successivamente si esibì anche alla Bussola con il giornalista Aldo Valleroni, autore di Una rotonda sul mare.
Piero Angela, ovvero Peter che suonava il jazz, e le sue collaborazioni
Negli anni 50, formò un trio Jazz con il batterista Franco Mondini, che suonò a livello professionistico per tutti gli anni 50 e 60, lavorò in Rai e nel 1968 lasciò l’attività musicale per l’attività giornalistica, all’interno della redazione de “La Stampa”, dove si occupò della pagina di spettacolo, con particolare attenzione al jazz.
A Piero Angela e Franco Mondini si alternarono vari contrabbassisti. Diversi solisti si affiancarono spesso al trio. Tra questi ricordiamo Nini Rosso, trombettista e cantante, Franco Pisano, compositore, direttore d’orchestra e chitarrista, Nunzio Rotondo, trombettista e compositore, Rex Stewart, cornettista jazz statunitense che faceva parte dell’orchestra di Duke Ellington.
L’amore di Piero Angela per il Jazz nacque subito nel dopoguerra. Aveva cominciato a suonare il pianoforte all’età di 7 anni, vivendolo come una costrizione, ma la scoperta del Jazz rappresentò l’elemento di liberazione e trasgressione per un giovane della generazione che aveva vissuto la guerra e il Fascismo.
“Mi piaceva molto Natalino Otto, che cantava con uno stile swing, americano. Solo a guerra finita, però, c’è stato lo sbarco in Italia del jazz vero e proprio, che il fascismo aveva censurato definendolo ‘musica negroide’. Radio Stoccarda trasmetteva per i militari americani in Germania un’ora di jazz ogni sera e io e i miei amici la ascoltavamo con la radiolina. Poi ho iniziato a farmi arrivare abusivamente dischi da Parigi, che pagavo per corrispondenza con banconote francesi”.
Questa dichiarazione di Piero Angela, riportata da Fanpage, ha un carattere pionieristico e avventuroso in cui si respira la ribellione al Fascismo, attraverso quella musica che nasceva come reazione alla schiavitù degli Afroamericani e il rischio di farsi recapitare abusivamente i dischi jazz da Parigi. Memorabile la sua fuga a Nizza nel 1949 per ascoltare il concerto di Louis Armstrong.
Nel 1952 lasciò la professione di musicista e si dedicò al giornalismo scientifico, ma il jazz costituì per Piero Angela, da un lato la sua parte più emotiva e creativa che stemperava la razionalità dell’uomo di scienza, dall’altra un “virus che non l’abbandonava mai”.
Nel 1978 partecipò al programma televisivo Di jazz in jazz condotto da Sabina Ciuffini ed eseguì al pianoforte La Marionetta.
La celebre sigla di Quark fu scelta proprio da lui che rimase incantato dall’arrangiamento degli Swingle Singers che vide nel 1967 a Bruxelles sull’Aria della quarta corda di Bach.
Dal 4 luglio al 1 agosto 2018 andò in onda su RAI 1 SuperQuark musica, uno spin-off di SuperQuark, le cui puntate furono interamente dedicate agli strumenti musicali, dal pianoforte, agli archi, gli ottoni, le corde. Nel corso di queste puntate, Angela fu affiancato da Adriano Mazzoletti, esperto di musica jazz e da Giovanni Bietti, pianista e musicologo.
A dicembre del 2018 festeggiò i suoi 90 anni da Fabio Fazio nel celebre programma “Che tempo che fa” regalandosi un’esecuzione al pianoforte di As time goes by.
Nel 2020, durante il lockdown, Angela ha avuto modo di riprendere il Jazz e nel 2021 insieme all’amico e jazzista Fabio Albano ha dato vita a un’etichetta discografica, la Jazz City Records. Quando morì un loro comune amico, il sassofonista Gianni Basso, Fabio Albano gli dedicò un libro dal titolo Il jazz secondo Gianni Basso, cronache di un caposcuola, la cui prefazione venne scritta da Piero Angela.
Qualche giorno prima della morte Piero Angela si era incontrato con Dino Piana in Rai e aveva registrato tre brani in studio. Tra i suoi ultimi sogni nel cassetto c’era quello di produrre un disco jazz.
Se l’immaginazione può ancora essere una delle nostre uniche forze, mi piace pensare al nostro Piero Angela alla scoperta delle stelle, mentre prepara una jam session celestiale.