Sabato 17 settembre, approfittando del tempo clemente, ho deciso di andare a visitare il Festival dell’Oriente 2022, che si è tenuto alla Mostra d’Oltremare a Napoli. La kermesse è stata aperta ufficialmente alle 10.
La mia esperienza al Festival dell’Oriente a Napoli
Il Festival dell’Oriente, è senza alcun dubbio, una delle esperienze più belle da poter fare, soprattutto per chi non ha possibilità di spostarsi facilmente verso determinate mete. Da buona amante del Giappone e della sua cultura, il primo padiglione che ho visitato era quello dedicato al Paese del Sol Levante.
L’unico padiglione dove si assaporava tranquillità e un religioso silenzio. Il padiglione giapponese è stato un vero e proprio salto nella cultura nipponica. Si passava dagli ombrelli di carta alla preparazione del mochi (tipici dolcetti di riso), dal teatro Kabuki alla descrizione del Torii. C’era anche una riproduzione del cimitero ei 47 Ronin, che erano un gruppo di samurai al servizio di Asano Naganori, signore di Akō, città del Giappone situata nella regione di Kansai. Nel 1701 rimasero senza padrone (e quindi divenuti ronin), dopo che il loro daimyō venne costretto a commettere seppuku (suicidio obbligatorio) per aver assalito il maestro di protocollo dello shōgun, Kira Yoshinaka, il quale lo aveva insultato.
Ma la mia attenzione è stata richiamata dallo stand dedicato alla pittura giapponese Sumi-e. Qui ho imparato ad usare i pennelli per mettere in pratica questa arte. Un’arte che si trasforma in uno stile di vita. Era possibile anche seguire un breve corso di Sumi-e, un laboratorio che ti aiuta a capire la bellezza e l’eleganza di certi tratti.
Ma andiamo avanti. Tra profumi e colori, ho continuato la mia passeggiata alla scoperta di nuove culture. Siamo arrivati nel vivo del Festival dell’Oriente in un secondo padiglione, dove ho potuto ammirare la forza e la potenza di chi pratica arti marziali orientali. Arti come Aikido, Fendo, Ju-Jitsu e Brasilian Ju-Jitsu. Wing Chun, Bajiquan, Taichi Kung Fu e tante tante altre.
Mentre passeggiavo, ho notato che sono state molte le persone che si sono dedicate ed iscritte ad i corsi che le diverse associazioni proponevano. C’erano corsi di calligrafia giapponese, coreana e cinese. Si poteva ammirare e perdersi in chi si dedicava alla meditazione buddista. Era possibile avvicinarsi e approfondire la conoscenza dell’Induismo.
Ma non solo. Se siete curiosi e avete qualche muscolo indolenzito, si può prendere parte ad una seduta e farsi massaggiare in maniera dolce e rigenerante.
Gli spettacoli del Festival dell’Oriente
Non sono mancati spettacoli di intrattenimento. Io sono riuscita ad assistere ad alcuni spettacoli.
Sono stata catapultata nella caratteristica danza Bhangra dell’esotica India. Il Bhangra è una forma di musica e danza che ha origine nella regione del Punjab del Pakistan e dell’India. Il bhangra nasce come una danza ballata dagli agricoltori per festeggiare l’arrivo della primavera, un tempo nota come Vaisakhi. I ballerini utilizzano abiti coloratissimi in un vortice di coreografie ricche di energia, sincronia, colori e divertimento. Nasce come ballo di gruppo principalmente maschile, danzato da agricoltori fieri e soddisfatti.
Per l’occasione c’erano anche due ballerine che hanno dimostrato come questo tipo di danza oggi sia praticato anche dalle donne.
Ho potuto ammirare l’esibizione di Taiko, i tamburi giapponesi usati in caso di guerra, per dare forza alle truppe e avvisare i popoli di un imminente attacco. Oggi sono tamburi caratteristici in grado di farti vibrare il cuore, data l’enorme potenza che sprigionano.
Sempre legato al mondo giapponese, abbiamo riso e siamo rimasti stupiti difronte le illusioni del Mago Keiichi Iwasaki. Uno show mozzafiato, di grande stupore e divertimento, dedicato a grandi e piccini.
Mi sono persa tra i movimenti sinuosi delle ballerine che proponevano la Danza del Ventre. Oppure nelle simpatiche danze del cinema di Bollywood. Balli che uniscono la danza indiana e tradizionale ad elementi di jazz, hip hop e flamenco.
Momenti di grande attenzione sono stati la vestizione del kimono e la cerimonia del tè.
Potrei stare ore a parlare di tutto quello che ho visto e anche di quello che mi sono persa, ma preferisco che approfittiate dei prossimi appuntamenti, oppure di aspettare l’anno prossimo per vivere questa esperienza davvero interessante e magica.