Ricorre oggi la nascita di Gio Pomodoro, nei registri dell’anagrafe del comune marchigiano di Orciano di Pesaro, iscritto come Giorgio, che nella vita fu scultore, orafo, incisore e coreografo italiano di fama internazionale.
Fratello minore di Arnaldo Pomodoro, visse stabilmente nella città di Pesaro gli anni dell’adolescenza, quando la famiglia decise di spostarsi dal piccolo centro che 93 anni fa ne vide i natali, verso il capoluogo affacciato sul mare adriatico.
Fece la scuola per geometri Gio Pomodoro, impegnandosi nel frattempo presso una bottega orafa ed apprendendo i rudimenti dell’arte della cesellatura.
Dopo la morte del padre, Gio Pomodoro si stabilì a Milano con sua madre e il fratello e la sorella.
Qui, l’ambiente artistico e culturale milanese che frequentò in quel periodo fu particolarmente vivace ed attivo.
Dopo le iniziali prime mostre tenute insieme al fratello Arnaldo alla Galleria del Naviglio di Milano e alla Galleria Il Cavallino di Venezia, sotto la direzione dei fratelli Carlo e Renato Cardazzo, Gio’ fu invitato a partecipare alla Biennale di Venezia del 1956, dove espose una serie di argenti fusi su osso di seppia dedicati al poeta Ezra Pound, eseguiti a partire dal 1954.
L’anno successivo fu collaboratore attivo per la rivista Il Gesto e partecipò alla mostra Arte Nucleare alla Galleria San Fedele di Milano.
Con Dorazio, Novelli, Turcato, Tancredi, Perilli, Fontana e suo fratello Arnaldo andrà ad organizzare anche le mostre del gruppo Continuità, presentate da Guido Ballo, Giulio Carlo Argan e Franco Russoli.
L’ossessione di ogni vero scultore è il vuoto
Questo scriveva Gio Pomodoro in una lettera allo scultore Bruce Beasley nel 1998, appena qualche anno prima della sua scomparsa. Concentrato, questa frase, di tutto un percorso personale ed artistico lungo lo spazio di una vita intera.
Gio Pomodoro una vita per l’arte in diverse forme
Alla morte della madre si trasferisce nello studio di via Orti 19, che condividerà con il fratello fino al 1964. Si distacca quindi dal gruppo costituito attorno alla rivista Il Gesto per divergenze teoriche e diverso indirizzo di ricerca.
Nella seconda metà del ‘58 Gio’ studia e realizza le prime superfici in tensione che presenta a Parigi alla Galerie Internationale d’Art Contemporain nel 1959.
Sempre in Francia, a Parigi, alla prima Biennale dei Giovani Artisti del 1959, Gio Pomodoro espone una tensione in bronzo e vince il primo premio per la scultura insieme ad Anthony Caro.
Nel 1961 tiene un’altra importante personale presso la Galerie Internationale. Verso la fine dello stesso anno nasce suo figlio Bruto.
Nel 1962 Gio Pomodoro espone a Milano alla Galleria Blu e a Ginevra presso il Musée de l’Athénée e viene invitato alla XXXI Biennale di Venezia con una sala personale, presentato in catalogo da Guido Ballo. Nello stesso anno stringe un contratto di esclusiva internazionale con la Galleria Marlborough, che interromperà nel 1967.
Nel 1963 espone a Bruxelles al Palais des Beaux-Arts, con presentazione critica di Giulio Carlo Argan.
Nel 1964 la Tate Gallery di Londra acquista l’opera One del 1960, mentre a Documenta III, a Kassel, viene esposta una serie di superfici in tensione.
Realizza inoltre due grandi opere della serie Folle, delle quali una sarà acquistata dalla Galleria d’Arte Moderna di Roma, l’altra, la Grande Ghibellina in marmo bianco, dalla collezione Nelson Rockefeller.
Nel 1965 inizia i Radiali e i primi studi sulle strutture portanti, esponendo al Louisiana Museum di Copenaghen e al Musée des Beaux-Arts di La Chaux-de-Fonds. Lavora sino al 1966 al ciclo di opere I Quadrati, utilizzando rigorosamente la dimensione di due metri per due; queste opere sono esposte per la prima volta al Kunst – und Museumverein di Wuppertal.
Dopo due viaggi negli Stati Uniti, dove soggiorna per alcuni mesi, esegue, fra il 1966 e il 1967, l’opera Black Liberator, dedicata ai neri d’America. Nel 1967 espone alla galleria Marlborough a New York e nello stesso anno stringe un contratto di esclusiva con la Martha Jackson Gallery di New York, presso la quale esporrà, nel 1971, i suoi nuovi lavori – dai Contatti al Sole di Cerveteri, per Gastone Novelli – nati dall’approfondimento delle ricerche sulla struttura portante e sul campo in tensione.
Nel 1968 Gio Pomodoro inizia la collaborazione con Beatrice Monti e la Galleria dell’Ariete di Milano, dove espone diverse volte.
Dal 1970 in poi, nel suo studio versiliese di Querceta ai piedi delle Apuane, Pomodoro realizza opere di grandi dimensioni, in pietra, marmo e bronzo.
Nel 1972 inizia due nuovi cicli di opere: gli Archi e il Sole Produttore – Comune Raccolto. Nel 1974 espone opere in pietra alla Galleria del Naviglio di Milano, con presentazione critica di Guido Ballo; nell’estate dello stesso anno si tiene a Ravenna, alla Loggetta Lombardesca, la sua prima mostra antologica, dove vengono esposte opere a partire dal 1958.
A questa fanno seguito, due anni più tardi, altre due importanti mostre personali, al Castello dell’Imperatore, nel centro storico di Prato e al Musée d’Ixelles a Bruxelles, quest’ultima presentata da Jean Coquelet.
Nel 1976 Gio Pomodoro espone una serie di Soli alla Galleria Stendhal di Milano, con testo critico di Paolo Fossati.
Nel 1977 grealizza, in collaborazione con gli abitanti di Ales, in Sardegna, il Piano d’uso collettivo, grande opera pubblica dedicata ad Antonio Gramsci, di cui esporrà i materiali progettuali e di reportage fotografico a Ca’ Pesaro a Venezia.
Sempre nel ‘77 esegue l’opera monumentale La Porta e il Sole per un committente privato.
Gli anni della consacrazione in ambito internazionale per Gio Pomodoro
Nel 1978 Gio’ cura l’allestimento scenografico dell’opera di Verdi La Forza del destino, rappresentata nell’estate all’Arena di Verona. Nello stesso anno viene invitato a esporre alla Biennale di Venezia con una sala personale.
Nel 1979 inizia la progettazione dell’opera monumentale Teatro del Sole – 21 Giugno, Solstizio d’Estate, una piazza-fontana dedicata a Goethe, commissionatagli dalla municipalità di Francoforte (il lavoro sarà terminato e inaugurato nel maggio del 1983).
Dal 1974 al 1980 sono numerosissime le esposizioni collettive a cui Gio’ Pomodoro partecipa, in Italia e all’estero. Nel 1980, in Piazza dei Signori a Verona, Gio’ espone una delle sue opere più significative: il Luogo di Misure. Nello stesso anno, dopo aver curato la scenografia del Flauto Magico di Mozart, rappresentato al teatro La Fenice di Venezia, realizza il complesso architettonico Ponte dei Martiri – Omaggio alla Resistenza, nell’omonima piazza della città di Ravenna.
Nel 1981 la Galleria Farsetti di Focette (Pietrasanta) gli dedica una personale, presentata da Carlo Ludovico Ragghianti.
Nel 1982 inizia altri due importanti lavori: la scultura d’uso collettivo Spirale ‘82 per la Società Aeroportuale S.E.A., collocata di fronte all’aeroporto milanese di Malpensa, e Sole-Luna-Albero, complesso monumentale di piazza Ramazzotti a Monza, completato nel 1986. Nello stesso anno espone alla mostra Arte Italiana 1960-1982 alla Hayward Gallery di Londra.
Nel 1983 Pomodoro – dopo essersi trasferito nel nuovo studio milanese di via San Marco 50 – espone, insieme a Dorazio e a Nigro, allo Studio d’Arte Contemporanea Dabbeni di Lugano e quindi a Volterra, con Tilson e Ipoustéguy, nell’ambito della mostra Le materie dell’opera, presentata da Antonio Del Guercio.
Nel 1984 viene nuovamente invitato, con una sala personale, alla XLI Biennale di Venezia e partecipa all’esposizione Il Linguaggio della Geometria al Kunstmuseum di Berna. Sempre dello stesso anno è la grande mostra antologica, con opere dal 1954 al 1984, organizzata dalla città di Pisa, all’interno delle sale di Palazzo Lanfranchi, a cui fa seguito una mostra sul mitologema di Hermes alla Galleria Stendhal di Milano.
Nel 1985 lo Studio d’Arte Contemporanea Dabbeni di Lugano allestisce una sua personale; contemporaneamente la città di Lugano presenta per la prima volta al pubblico – in modo completo – il ciclo di sculture dedicato a Hermes, all’interno del Palazzo Civico. Questa mostra è un omaggio di Gio’ Pomodoro a Károly Kerényi, eminente studioso del mito e della religione greca, vissuto lungamente ad Ascona. Sempre a Lugano, nella villa La Favorita, viene installata permanentemente la scultura monumentale Montefeltro – i passi e il volgersi.
Nel giugno del 1986 Gio’ viene invitato a esporre le sue opere a Veksø, alla mostra Veksølund–Kopenaghen, presentata da Jetta Sorensen.
Nel 1987, presso l’antico Oratorio della Passione della basilica milanese di Sant’Ambrogio, in collaborazione con il Comune di Milano, viene ospitata la mostra tematica Soli, con presentazione di Luciano Caramel. Nell’autunno dello stesso anno si inaugura alla Galleria l’Isola di Roma una sua mostra personale, con testo critico di Giovanni Carandente. Nel dicembre dello stesso anno si tiene a Messina, nelle sale del Palazzo dei Leoni, una mostra antologica, presentata da Tommaso Trini.
Nel 1989 il Comune di Milano gli dedica un’altra importante antologica dal titolo La scultura e il suo disegno, presentata da Guido Ballo e ospitata all’interno della Rotonda della Besana. L’estate dello stesso anno vede inaugurarsi, in piazza Adriano a Torino, la grande scultura in bronzo Sole Aerospazio, donata dalla Società Aeritalia alla città in occasione del XX anniversario della sua costituzione e presentata in catalogo con un testo critico di Paolo Fossati.
Del 1990 è la mostra Luoghi scolpiti fra Realtà e Utopia, curata da Caterina Zappia, ospitata all’interno della villa Renatico Martini, a Monsummano Terme. Nel 1991 la Fondazione Veranneman, in Belgio, dedica a Gio’ una importante mostra personale; nell’estate dello stesso anno viene inaugurato il complesso monumentale Luogo dei Quattro Punti Cardinali, collocato all’interno del parco pubblico di Taino, di fronte al lago Maggiore e al massiccio del Monte Rosa: tale opera viene recensita da un testo critico di Dario Micacchi.
Nel 1992 il Museo Archeologico di Milano, in collaborazione con l’azienda Johnson, ospita una personale di medaglie eseguite da Gio’ a partire dal 1979 e viene inoltre installato a Pesaro il monumento funebre che l’artista dedica al tenore Mario Del Monaco.
Nello stesso anno Gio’ espone a Roma alla Galleria Ugolini e alla XVIII Triennale di Milano; infine, a novembre, viene inaugurata la stele monumentale Spirale per Galileo Galilei, opera in bronzo e granito collocata nel centro storico di Padova, di fronte al palazzo dell’Università: questa scultura è frutto di una lunga collaborazione fra Pomodoro e l’Ateneo, lo stesso dove Galilei ebbe la sua cattedra dal 1592 al 1610 e gettò le basi per la nascita della scienza moderna.
Nel 1993 la Genia Schreiber University Art Gallery di Tel Aviv ospita le opere di Gio’ all’interno di una importante mostra personale, intitolata Gio’ Pomodoro – Sculptures & Drawings, curata da Mordechai Omer. Contemporaneamente a questa mostra viene inaugurata l’opera Scala Solare – Omaggio a Keplero, acquisita da un privato donatore e installata di fronte all’ingresso principale dell’Università di Tel Aviv.
Nel marzo del 1994 viene installato, all’ingresso della Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, il modello in marmo della scultura Sole Aerospazio, dono di Pomodoro alla stessa Galleria Civica; in concomitanza a questo evento si inaugura, presso la torinese Galleria Berman, la mostra tematica Tensioni 1958-1993, presentata da Angelo Dragone.
Nello stesso anno Gio Pomodoro partecipa alla mostra The Italian Metamorphosis, 1943-1968, che si tiene al Guggenheim Museum di New York, ed espone in autunno una selezione di sue opere a Milano, all’interno delle botteghe antiquarie del quartiere storico di Sant’Ambrogio, presentata da Alberto Fiz.
Nel 1995 è invitato a far parte del board dell’International Sculpture Center (I.S.C.) di Washington D.C.
Il 1996 è l’anno della grande mostra antologica allestita nella Sala d’arme di Palazzo Vecchio a Firenze. In questa mostra viene presentato, insieme ad altre opere in bronzo e marmo, un grande numero di dipinti su carta a mano di notevoli dimensioni, sul tema caro a Pomodoro del Sole. Nella stessa sede viene esposto anche il progetto e il modello in scala per l’opera monumentale Sole per Galileo Galilei.
Durante l’estate dello stesso anno Gio Pomodoro realizza all’isola d’Elba, all’interno della cava di San Piero, una serie di grandi opere in granito e ferro mediante l’antica tecnica lavorativa a secco, dedicate soprattutto alle originarie attività dell’isola.
Nel 1997, nel mese di settembre, viene inaugurata la grande scultura Sole per Galileo Galilei, in piazza Poggi sul lungarno Serristori: l’opera, in bronzo e pietra serena, è alta circa nove metri, ed è stata donata da Gio’ Pomodoro e da Franca e Tullio Berrini alla città di Firenze.
Nel dicembre del 2000 Gio’ partecipa alla prestigiosa esposizione Novecento: Arte e Storia in Italia, curata da Maurizio Calvesi e Paul Ginsborg e realizzata dal Comune di Roma.
Nel febbraio del 2001 l’Istituto Italiano di Cultura di Colonia dedica a Gio’ Pomodoro una personale di opere pittoriche e in ottobre, in occasione del vertice G8 e all’interno dell’esposizione Artisti Italiani del XX secolo: dalla Farnesina alla Stazione Marittima, viene inaugurata la scultura monumentale Sole – agli Italiani nel mondo, donata alla città di Genova e al suo porto dalla società Grandi Navi Veloci. Questa è l’ultima opera monumentale che l’artista riesce a vedere installata.
Gli anni dei premi prestigiosi per Gio Pomodoro
Nell’aprile del 2002 l’International Sculpture Center conferisce a Gio Pomodoro il prestigioso premio alla carriera Lifetime Achievement Award in Contemporary Sculpture: è la prima volta che il premio viene assegnato a un artista italiano. In questa occasione, a Milano, la Galleria Giorgio Marconi dedica un omaggio a Gio Pomodoro per il conferimento del premio, allestendo una personale di sculture e grandi acquerelli.
A luglio, infine, Gio Pomodoro partecipa alla quinta edizione della mostra In Chartis Mevaniae, organizzata dai comuni di Bevagna e Spoleto e curata da Giovanni Carandente.
Gio’ Pomodoro muore nel suo studio di Milano il 21 dicembre 2002
Negli anni successivi vengono inaugurate alcune opere pubbliche progettate dallo scultore per la collettività: il 1° marzo 2003 la grande Vela in memoria di Carlo Bo installata sul lungomare del centro storico di Sestri Levante;
Nel giugno 2004, a Orciano di Pesaro, luogo natale di Gio’, Sole deposto e la piazza dedicata all’artista, da lui progettata nel 1986; il 1° maggio 2005, infine, a Carbonia, la scultura monumentale Frammento di Vuoto nella rinnovata piazza Roma.