E’ ormai tempo di Quaresima perché passati i fasti a briglia sciolta del carnevale, con il mercoledì delle ceneri si da ufficialmente inizio ai 40 giorni che precedono la Santa Pasqua che quest’anno cadrà la domenica del 9 aprile.
Quaranta giorni di attesa durante i quali i fedeli avranno modo di rinnovare, come ogni anno, penitenze e propositi.
Guardando ora l’evento prettamente religioso, con occhio più ampio, non sfugge ai più come questo periodo di ricorrenza religiosa nasconda da sempre un importante spunto per l’arte.
Quest’oggi vorrei in tal senso approfondirne un aspetto forse poco richiamato ma certamente sotto gli occhi di tutti: l’arte floreale della liturgia cristiana.
Eh sì, in termini prettamente religiosi, l’aspetto che più attira sono le espressioni artistiche di ogni tempo che da sole hanno letteralmente fatto la storia dell’umanità ma volendo solcare altri scenari, un ottimo spunto di riflessione per guardare le cose sotto un’altra ottica, potrebbe essere rappresentato proprio dall’arte floreale religiosa che durante la Quaresima esprime uno dei suoi momenti migliori.
Proprio a Roma, in zona San Giovanni, da qualche anno opera in tal senso Don Danilo Priori, famoso per essere il “sacerdote che parla a Dio con i fiori” che ha fatto di questa sua passione un vero e proprio viatico per il messaggio liturgico che in tempo di Quaresima come ora, assume una connotazione solenne sì ma avvolgente e partecipata.
Don Danilo, diplomato presso l’Istituto italiano decorazione floreale amatoriale, ha frequentato anche il corso di arte floreale per la liturgia a cura delle Pie Discepole e grazie alle tecniche apprese, cerca di trasmetterle assieme alla sua innata passione, a quanti vogliano avvicinarsi a Dio attraverso i fiori.
Ed è lo stesso Don Danilo a spiegare come l’arte floreale assuma una connotazione propria quando si applica alle composizioni destinate agli ambienti religiosi:
L’arte floreale utilizza delle tecniche per poter abbellire dei luoghi, ma quando questa bellezza deve essere trasferita nel luogo in cui si celebra il Signore, ovviamente cambia.
Non è più semplicemente una decorazione ma deve essere presenza della bellezza divina.
A me è sempre rimasta impressa una frase di San Giovanni Paolo II quando scriveva agli artisti e diceva che utilizzando la bellezza nella loro espressione artistica, ed io reputo l’arte floreale della liturgia un’espressione artistica, si partecipa al pathos creativo di Dio.
E dunque per me realizzare una composizione floreale significa partecipare a quella bellezza e fare tanta attenzione a quello che viene celebrato.
Il fiorista arriva e pone lì la composizione, chi lo fa come arte floreale al servizio della liturgia ovviamente sta attento al luogo in cui si trova, al tipo di celebrazione, e soprattutto fa attenzione alle letture che vengono proclamate.
Ecco dunque racchiuso in poche parole, il senso di quest’arte che è diventata sempre più apprezzata e sempre più articolata pur rimanendo legata alla semplicità, linguaggio primo e da sempre unico dei fiori.
Inoltre va certamente detto che l’arte floreale per la liturgia nasce per preparare in maniera consapevole e bella gli spazi liturgici in cui si svolgono le celebrazioni così da renderli accoglienti ed in qualche modo più familiari a chi ci si avvicina fors’anche per la prima volta.
Perciò è necessario unire alla tecnica dell’arte floreale, la conoscenza della teologia liturgica.
La Quaresima ha i suoi simboli e il suo colore così come tutte le altre festività
E’ ancora Don Danilo che con passione spiega come la scelta delle tonalità sia fondamentale e non solo durante il periodo di Quaresima:
La scelta del colore è fondamentale per chi vuole fiorire a livello liturgico perché la liturgia ci indica alcuni colori, il bianco, il rosso, il viola e il verde, a seconda del tempo liturgico in cui andiamo a celebrare.
Nello specifico il colore mariano viene associato con il celeste.
Ma è il bianco che in realtà identifica le feste e le solennità mariane.
E partiamo infatti dal bianco, in questa piccola carrellata, che simboleggia infatti la gioia e la purezza, è legato in particolare all’adorazione di Gesù e della Madonna e agli Uffici pasquali e natalizi. Simboleggia anche la risurrezione, il Cristo risorto nell’esultanza della Fede.
Il verde, simbolo di speranza, costanza e ascolto perseverante. Accompagna il tempo ordinario.
Il colore viola richiama la penitenza, l’attesa e il lutto. Viene utilizzato in particolare durante l’Avvento e la Quaresima. I paramenti liturgici viola caratterizzano le Messe per i defunti, nelle quali possono essere sostituiti da paramenti di colore nero.
Il rosso simboleggia la passione di Cristo e il sangue versato nel martirio da lui e dai santi. Per questo viene utilizzato per i paramenti liturgici la domenica delle Palme, il Venerdì santo, a Pentecoste, nelle celebrazioni dedicate alla Passione del Signore, nelle feste degli Apostoli, degli evangelisti e dei Santi Martiri.
Il celeste si utilizza soprattutto per le celebrazioni in onore della Beata Vergine Maria.
Il rosa, indica gioia e solennità per la III domenica di Avvento e la IV domenica di Quaresima.
L’oro simboleggia la regalità e può sostituire tutti i colori in ogni occasione, sebbene di solito venga utilizzato solo in alcune Solennità di particolare importanza.
Inoltre una distinzione in termini di colori va fatta anche per gli abiti talari, indossati dai celebranti durante le funzioni ma vale la pena di rimandare l’argomento ad un momento totalmente dedicato.
Così come approfondiremo in un altro momento, proprio il significato delle varie qualità di fiori, sempre in ambito prettamente religioso oltre il periodo di Quaresima.
Tra questi, in anteprima, per citarne i più importanti quanto a bellezza e significato, ritroviamo certamente La Rosa, il giglio e il narciso.
La rosa
Certamente noi quando andiamo a proclamare le litanie lauretane tra le varie troviamo Maria Rosa Mistica e quindi associamo immediatamente il nome di Maria alla rosa, che è considerata la regina del giardino, il fiore più bello.
Il narciso
Il Narciso è il simbolo della bellezza, si rifà alla mitologia. Maria è quella che invece umile e pur essendo la più bella di tutte le donne non si vanta della sua bellezza, anzi, la dona ai suoi figli. Il narciso è citato soprattutto nel Cantico dei Cantici.
Il giglio
Il giglio bianco invece è simbolo di purezza, di attesa. Ma soprattutto bisogna riconoscere che il giglio è apertura, disponibilità al volere di Dio. Una sorta di affidamento al disegno di Dio. E’ il “sì” di Maria. Lo troviamo spesso nei dipinti dell’annunciazione ai piedi di Maria.
Già aperto, mi raccomando, perché solo così è pronto ad accogliere l’annuncio del Signore con lo Spirito Santo.
Ma questa è un’altra storia, legata soprattutto ad altre ricorrenze.