La Pentecoste per la liturgia Cristiana è naturalmente una festa e si celebra di domenica, 50 giorni dopo quello di Pasqua, compreso nel conteggio, per ricordare la discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo, sugli Apostoli e la Vergine.
È la solennità che corona il periodo pasquale e celebra la nascita della Chiesa quale comunità dei redenti.
Un momento dunque di grande importanza che l’arte di ogni tempo ha significativamente celebrato legando però tale concetto ad una rappresentazione per simboli che sono rimasti sempre gli stessi nell’incedere dei decenni e dei secoli dopo la prima rappresentazione in ambito artistico.
A seguito dell’Ascensione di Gesù al cielo in corpo, anima e spirito, i dodici apostoli si stabilirono a Gerusalemme, dove costituirono il nucleo centrale della nascente comunità cristiana e per la prima volta con essi iniziarono a radunarsi stabilmente i seguaci di Gesù, formando pertanto la Chiesa di Gerusalemme.
Questo dunque il nucleo del concetto religioso che l’arte e gli artisti ha fatto propri cercando altresì di dare forme ad un concetto di per sè molto complesso.
Lo Spirito Santo, emblema della Pentecoste, non è mai stato rappresentato sotto forma umana; mentre nell’Annunciazione e nel Battesimo di Gesù è sotto forma di colomba, e nella Trasfigurazione è come una nube luminosa.
Nel Nuovo Testamento, lo Spirito divino è espressamente rappresentato da lingue di fuoco nella Pentecoste e come impalpabile soffio nel Vangelo di Giovanni (20, 22);
Gesù disse loro di nuovo: Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi. Dopo aver detto questo, soffiò su di loro e disse: Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati, saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi
Lo Spirito Santo, più volte preannunciato nei Vangeli da Gesù, è stato soprattutto assimilato al fuoco perché come l’acqua è simbolo di vita e di morte insieme.
Da qui la sua rappresentazione nell’arte poiché attraverso la sola immagine potesse traferire all’osservatore, un esatto messaggio.
Duccio di Boninsegna, nella sua personalissima Pentecoste vuole evidenziare anche un altro elemento del racconto, il ‘vento impetuoso’ che spalanca la porta del Cenacolo.
Diversamente lo spirito Santo è rappresentato dalla terza persona della Santissima Trinità, cosa mai espressa nell’antico testamento, ed assurge al ruolo di santificazione dei fedeli, di unificazione della Chiesa, di ispirazione negli autori della Sacra Scrittura.
È colui che assiste il magistero della Chiesa e tutti i fedeli nella conoscenza della verità, infatti è detto anche “Paraclito”, cioè Consolatore.
Il tema della Pentecoste è stato rappresentato dall’arte cristiana di tutti secoli ma si può certamente affermare oggi, anche da tutte le culture.
La Pentecoste oltre i confini della cristianità e nell’era dell’arte contemporanea
Ne troviamo infatti esempi iconografici anche in popolazioni cristiane extraeuropee in lndia e in Thailandia ed è interessante notare in questi casi come, al di là della raffigurazione degli apostoli e Maria con i costumi propri di quel paese, lo schema iconografico è pressoché il medesimo, soprattutto per quanto riguarda le fiammelle dello Spirito Santo.
Anche l’arte contemporanea si è dimostrata attenta alla rappresentazione della Pentecoste e sono molti gli artisti che lo hanno affrontato il tema, spaziando da un’interpretazione tradizionale come nel caso dell’artista Evola D’Anna, che pone la Vergine in mezzo agli apostoli con sopra la colomba e le fiammelle dello Spirito Santo.
Vi è invece chi ha fortemente voluto modernizzare il messaggio, come Romano Perusini che nella sua Pentecoste ritrae un gruppo di uomini e donne dei nostri giorni, chiusi nel loro grigiore di tutti i giorni intriso di ogni tipo di paura, che vengono invasi e stravolti da un cono di luce che scende dall’alto, i cui colori però amabilmente riprendono quelli tradizionali dello Spirito Santo.